giovedì 4 luglio 2019

Le mie vacanze sulle Colline del Prosecco

"La vera cultura del bere... è bere con piacevolezza" -
Loris Dall'Acqua, enologo in Valdobbiadene

L'idea di visitare la zona di produzione del prosecco Conegliano-Valdobbiadene in Veneto, chiamata anche le Colline del Prosecco, è nata dopo il corso di approfondimento sulle bollicine che ho frequentato questo inverno. Perché si sa, la miglior scuola è la pratica. E questo viaggio ne è stata la conferma. Non c'è nulla di meglio per imparare e scoprire di più che comunicare direttamente con i produttori e la gente locale, visitare le cantine, degustare vino, assaggiare la cucina del posto. Insomma "vivere" il territorio. Tutto questo arricchisce e aggiunge le conoscenze ricevute al corso.




Per di più proprio in quel periodo si svolgeva anche la manifestazione annuale, quest'anno la 24ma, Primavera del Prosecco Superiore ricca di eventi interessanti.



Una delle impressioni più forti è stata la varietà di gusti e aromi del Prosecco Superiore DOCG, nonostante la vicinanza dei vigneti uno all'altro. In realtà c'è una spiegazione molto semplice per questo, perché le caratteristiche del vino locale e delle sue diversità sono determinate dai molteplici peculiarità chimico-fisiche dei terreni, dai lati delle colline, dalle esposizioni al sole e all'ombra, dalle pendenze, dalle altimetrie e dai microclimi.





Qui c'è una lunga cultura di fare spumante iniziata nel 1876 con la fondazione a Conegliano della prima scuola enologica d'Italia. Oggi il comprensorio Conegliano-Valdobbiadene è tra i più importanti distretti enologici spumantistici d'Italia e del mondo.

La terra madre del Prosecco Superiore DOCG si adagia tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene, nel nord-est d'Italia, tra Venezia e le Dolomiti, che danno un riparo dai venti di settenrione e si configurano come un immenso anfiteatro. La geologia del terreno e le profonde stratificazioni, ricordo di antichi mari scomparsi, sono l'origine di questi vini. Queste colline mostrano da secoli la vocazione per la coltivazione della vite e le condizioni ideali per la sua massima espressione. La maggior parte sono colline formate da calcari argillosi, la composizione fisico-chimica di questi terreni è fra le più adatte a trasmettere alle uve carattere e profumi, sopratutto se associata ad una escursione termica diurno-notturna.








All'interno di questa area si estende una micro zona di 107 ettari che si chiama Cartizze, la più importante espressione del Valdobbiadene Superiore di Cartizze. È il crù della denominazione e nasce dalla perfetta combinazione tra un microclima dolce e la varietà di suoli molto antichi. Cartizze è garanzia di qualità grazie a controlli costanti e rigidi.




La coltivazione e la raccolta dell'uva qui vanno ancora fatte a mano, a causa delle pendenze vertiginose delle colline del Conegliano-Valdobbiadene e delle terrazze orizzontali sulle quali sono situati i vigneti. Non a caso la vendemmia qui la chiamano "eroica". È un vero lavoro artigianale tramandato da generazioni. Solo così è possibile imparare a coltivare le ripide pendici delle colline ricamate dai vigneti, che creano un ambiente talmente spettacolare da essere candidato oggi a patrimonio dell'UNESCO.



Durante il viaggio ho avuto la riconferma che i vini si abbinano in modo perfetto sopratutto con la cucina della zona. In questo caso parliamo della baccalà alla vicentina, risotto al prosecco o con asparagi bianchi, affettati (soppressa, prosciutto e formaggi), radicchio, fegato alla veneziana, polenta (bianca e più delicata da queste parti), ravioli con funghi porcini e gorgonzola, etc. 







Ma al di là dei vigneti, le cantine e tutto quello che riguarda il vino sono rimasta colpita dall'architettura locale, la storia, dalla bellezza delle sue cittadine e dei borghi (come Conegliano che è stata una vera scoperta, un gioiellino medievale), tutti rigorosamente con le torri-campanili, una diversa dall'altra.











Ci sono tanti resti di fortezze e castelli. E poi sacri luoghi di memoria legati alla Grande Guerra.







Senza dimenticare la bellezza mozzafiato dei paesaggi, dei panorami e della natura! E sopratutto la gente, semplice e ospitale, grandi lavoratori, pronta a sostenere il vicino nel momento di difficoltà che sa però anche di gioire e scherzare. Come si dice qui: dove c'è prosecco c'è la festa!




Infine un paio di consigli utili per scegliere e bere prosecco:
- le caratteristiche del Prosecco si esprimono con fragranza e freschezza nell'anno dopo la vendemmia;
- le bottiglie vanno conservate in ambiente fresco e asciutto, lontano da luce e fonti da calore;
- il prosecco va servito ad una temperatura di 6-8 gradi, in calice a tulipano largo (sono sconsigliati flûte e coppa);
- scegliete sempre con attenzione il produttore;
- esistono vari tipi di prosecco, in base alla quantità dello zucchero aggiunto (dosaggio zero, extra brut, brut, extra dry, dry);
- il prosecco si abbina perfettamente con tutti pasti, sopratutto con quelli a base di pesce. Perfetto anche per l'aperitivo e da dessert.






Fotografie - Antonio De Paolis

www.primaveradelprosecco.it
www.prosecco.it