mercoledì 23 aprile 2014

Zolle - cibo buono direttamente a casa

A chi vive a Roma sicuramente è capitato ad incontrare per strada dei furgoncini e bici con la scritta Zolle. È capitato anche a me, varie volte, in vari punti della città. Incuriosita sono andata a cercare in Internet di che si tratta, e così ho scoperto che è un servizio di consegna di prodotti alimentari, dal produttore direttamente a casa dei romani. "Un tema interessante da raccontare sul mio blog", ho pensato io, ed ecco che mi sono trovata a parlare con Simona Limentani, una delle due socie fondatrici dell'azienda (l'altra è Ghila Debenedetti), ormai lanciatissima e in crescita.


Quando è nata la vostra azienda?
Zolle è nata in aprile 2008, con l'intento di far consegnare ai romani direttamente a casa prodotti buoni e freschi, che vengono prevalentemente dalle campagne laziali. L'idea è stata adottata da una cooperativa agricola piemontese, Cornale, che a sua volta ha avviato questa attività sulla scia dell'esperienza di un gruppo di agricoltori giapponesi che da anni fornivano le famiglie di Tokyo.

Di che cosa esattamente si tratta?
La formula è semplice ma rivoluzionaria: non sono più i clienti a decidere cosa comprare ma sono gli agricoltori che seguendo la stagionalità e rispettando il territorio inviano alle famiglie quello che la terra produce.

Le zolle sono pacchi con dentro delle sorprese, si sa che conteranno una certa quantità di frutta, di verdura, del formaggio, delle uova e la carne, se scelta. Ma che tipo di frutta, di verdura, di formaggio si scopre solo il giorno della consegna. In ogni scatola inseriamo le ricette che aiutano i clienti a scoprire nuovi modi per gustare i prodotti che inviamo o per cucinare verdure sconosciute.

Non è gastronomia d’elite o delle delicatesse. Quello che diamo è cibo per tutti i giorni, normalissimo. Anche se sappiamo che delle volte comprare da noi ha un prezzo un po’ più caro, perché dietro c’è tutto un altro processo. Però non vendiamo il fatto che quella cosa è preziosissima. È preziosa perché lo è ogni cibo fatto bene. I nostri clienti fissi ci raccontano che alla fine comunque risparmiano con noi perché questo tipo di shopping permette di evitare di comprare le cose che non servono.

L’azienda è nata con l'idea di diventare l'alternativa ai mercati e supermercati? Per promuovere il local food e cibo a km 0? Per dare una mano ai produttori locali e alle piccole aziende? Per facilitare la vita di consumatori?
L'idea principale è far circolare cibo buono. E poi si aggiungono tutti gli altri aspetti. Come sostegno all'agricoltura rispettosa del territorio e delle stagioni, rafforzamento di un mercato locale degli alimenti, promozione del local food, con pochi imballaggi e chilometri. C’è anche l’idea di uscire da quelle che sono le strutture di agroindustria. Tutto il cibo che si trova in giro deve passare attraverso certe regole che sono pratiche giuridiche, un certo tipo di logistica, di organizzazione del mercato, di produzione, di regolamentazione. Per trovare uno spazio, sia per produrre che per consumare cose diverse, bisogna inventare qualcosa. Zolle è coerente con questo.


Cerchiamo di trovare dei modi diversi per far viaggiare il cibo, per aiutare lo sviluppo di una produzione sana di cibo e allo stesso tempo di un consumo sano. Siamo funzionali, sia come logistica, il tipo di movimento che fa il prodotto, sia come modo di comunicazione verso le persone, verso le famiglie perché il fatto della sorpresa compensa un po’ la paura di non scegliere. Oppure il fatto che comunque consegnama a casa compensa un po’ il fatto di trovarti davanti prodotti che devi lavare o che non sei abituato a consumare. Il fatto che diamo delle ricette all’interno della scatola aiuta a preparare piatti che non avresti mai fatto arricchendo così il menu di casa. Questa formula funziona bene perché fa divertire, perché può diventare un gioco, per far passare una cosa che è nuova e che quindi potrebbe spaventare. 

I produttori sono solo del Lazio?
Prevalentemente sì. In certi rari casi usciamo fuori dal Lazio, quando manca la produzione qui, ad esempio le arance le acquistiamo in Sicilia.

Collaboriamo solo con aziende agricole di piccole e medie dimensioni e abbiamo con loro un rapporto diretto. Cerchiamo di collaborare con aziende che rispettano una serie di standard, per quanto riguarda la coltivazione e la qualità del lavoro che va impiegata in azienda, il tipo di rapporto che questa ha con il suo territorio, il tipo di comportamento economico e commerciale che ha l’azienda. Comunque per noi il criterio principale della selezione è la salubrità, non la certificazione e la dichiarazione di produrre bio. Siamo sempre aperti ai contatti con i nuovi produttori.

Ora parliamo degli aspetti pratici. Come si fa l'ordinazione?
Basta compilare un form di prenotazione sul sito, dopodichè il cliente sarà contattato dallo staff di Zolle per decidere insieme che zolla è più adeguata alle sue esigenze e abitudini. Si può scegliere tra diverse combinazioni, più o meno grandi, con o senza carne. Le Zolle possono essere personalizzate, escludendo o aggiungendo alcune varietà di prodotti. 

Una volta scelta la tipologia di zolla, si può decidere di riceverne una a settimana o a settimane alterne oppure di provare una tantum. Non è un abbonamento, quindi i clienti possono sentirsi liberi di interrompere o continuare in qualsiasi momento.

In che zone consegnate?
Le consegne vengono effettuate in tutta Roma, anche uscendo dal GRA in direzione Ostia-Fiumicino, Tor Vergata, Tor di Mezzavia e Olgiata-Formello. In estate anche sul litorale fino a Nettuno e Santa Marinella. 


Gli orari di consegne?
Dalle 14 alle 19, ma visto che Roma è enorme, consegniamo anche fino alle 22.
Abbiamo anche lo spaccio aperto al pubblico, sabato dalle 10 alle 20, ma con l’arrivo della bella stagione saremo aperti venerdì sera e sabato mattina.

Chi é il vostro cliente tipo?
I single e le famiglie con persone dai 35 ai 45 anni, sono persone abituate a navigare in Internet e usare i mezzi di comunicazione moderni, con il livello culturale medio-alto. Per puro caso siamo molto conosciuti in alcuni ambiti, per esempio tra attori e registi.

L'ultima domanda: ci sono state tante difficoltà durante il vostro percorso?
Quando ho cominciato questa attività avevo già l’esperienza di lavoro in Piemonte e all’inizio è stato facile. Alcune linee guide le avevamo molto chiare e ci hanno aiutato molto. Forse la fase più complicata è proprio adesso, nel momento della crescita, nel far sviluppare l’azienda più che nel momento di farla partire. Quindi le cose difficili le riscontriamo forse adesso, sia per il momento storico in cui viviamo sia per le decisioni che prendiamo: dove andare, che direzione prendere.

Come si lavora con le aziende agricole, come comunicare con le persone per fargli passare il valore di quello che facciamo, questo lo abbiamo saputo fare bene e probabilmente lo faremo sempre meglio. Però poi ci sono delle scelte finanziarie, scelte di gestione che per me sono le cose più lontane e ogni volta sento che devo imparare. Il fatto di diventare più complessi come struttura fa diventare tutto più complicato.


Finiamo qui la nostra conversazione. Ma prima Simona riesce a sorprendermi: “Sai che in Russia c’è un’azienda simile alla nostra, si chiama LAVKALAVKA, ed è fantastica! Ci siamo conosciuti ed incontrati qui in Italia. Sono nati come noi, più o meno nello stesso periodo, loro sono due soci maschi, noi siamo due socie femmine, la spinta che loro hanno è molto simile alla nostra, insomma siamo un po’ gemelli. Devo dire che sono riusciti a crescere in un modo pazzesco facendo delle cose molto interessanti. Veramente bravi! Mi piacerebbe visitare la Russia e incontrare loro di nuovo.” 


Fotografie per gentile concessione di Zolle

tel 06 92917616 chiamare dal lun al ven, dalle 10 alle 17

Zolle - доставка свежих продуктов на дом

Те, кто живет или часто бывает в Риме, наверняка встречали в городском потоке машин грузовички и велосипеды с надписью Zolle. Мой взгляд тоже натыкался на них несколько раз, в разных точках города. Заинтересованная, я стала искать информацию в Интернете, и обнаружила, что речь идет об услуге доставки пищевых продуктов на дом, напрямую от поставщика. "Интересная тема для блога", - подумала я и встретилась с Симоной Лиментани, одной из двух основательниц этой успешной и развивающейся компании (вторую девушку зовут Гила Дебенедетти), чтобы поговорить об их компании и этом бизнесе подробнее. 


Когда родилась ваша компания?
Zolle существует с апреля 2008 года. Компания зародилась с идеей доставлять римлянам на дом свежие и полезные продукты, которые произведены в большинстве в нашем регионе, Лацио. Эту идею мы позаимствовали от агрикультурного кооператива Cornale в регионе Пьемонте, который запустил этот бизнес, основываясь в свою очередь на опыте некоторых японских фермеров, которые уже на протяжении многих лет поставляли свою продукцию на дом многим жителям Токио. 

В чем заключается суть этого бизнеса?
Формула бизнеса проста: не клиенты решают, что покупать, а именно местные фермеры решают, что им поставлять, в зависимости от сезона. 

Zolle - это практически коробки с продуктами, которые поставляются на дом клиентам, но они не знают точно, что именно будет внутри. Известно лишь точно, что там будут фрукты, овощи, сыр, яйца, мясо. Но что именно, это клиент узнает лишь, когда получит коробку. В каждую коробку мы вкладываем рецепты, давая таким образом нашим клиентам возможность приготовить что-то новое из того, что они получили. 

Речь не идет о деликатесах или каких-то элитных гастрономических продуктах. Мы поставляем совершенно нормальные продукты на каждый день. Да, мы знаем, что наши цены иногда чуть выше, чем в супермаркете, но мы не преподносим это как что-то элитное. Наши продукты отрабатывают свою стоимость, потому что они высокого качества. Кстати, наши постоянные клиенты рассказывают, что в итоге с нами они экономят, потому что такой шопинг позволяет избегать ненужных или даже вредных товаров, перед которыми тяжело устоять в магазине. К примеру, мы не поставляет картофельные чипсы.

Ваша компания зародилась с идеей стать альтернативой супермаркетам и рынкам? Для продвижения local food? Чтобы помочь местным производителям и маленьким фермерским хозяйствам? Чтобы облегчить жизнь покупателей?
Главная идея - это заставить циркулировать вкусную и полезную пищу. А к ней уже добавляются все остальные аспекты, которые ты упомянула. Да, мы поддерживаем агрикультуру, которая с уважением относится к земле и к сезонности. Да, мы стараемся продвигать местные продукты, чтобы избегать лишний упаковочный материал и километры. Да, мы хотим выйти за рамки стандартной продуктовой промышленности. Это такой налаженный, отработанный процесс, который включает в себя логистику, сертификаты, производство, законы рынка. Чтобы пробиться через этот механизм, как производителям, так и покупателям, необходимо придумать что-то совершенно новое. Zolle именно это и делает.


Мы пытаемся найти новые способы производства и потребления свежей, здоровой и вкусной пищи. Деятельность Zolle эффективна, как с точки зрения логистики, так и с точки зрения коммуникации. К примеру, доля сюрприза компенсирует страх многих клиентов перед фактом, что не они выбирают конкретные продукты для себя, а за них выбирают. Или тот факт, что продукты поставляются на дом, компенсирует то, что их нужно мыть (многие уже отвыкли от этой простой процедуры, покупая всегда овощи и фрукты в супермаркетах). То, что мы вкладываем рецепты, позволяет разнообразить домашнее меню. Все это срабатывает, потому что процесс больше похож на забавную игру, каждый раз разную и поэтому не наскучивающую. 

Все производители, с которыми вы работаете, местные, из Лацио?
По большей части да. В некоторых, редких, случаях мы выходим за пределы Лацио, например, апельсины мы поставляем из Сицилии.

Мы работаем с производителями из маленьких и средних хозяйств, всегда напрямую. Стараемся выбирать тех, кто соблюдает определенные стандарты в том, что касается культивации, отношения к земле и своей территории, экономической политики. В любом случае самым важным критерием отбора для нас являются полезные свойства и свежесть продуктов, чтобы продукты были полезными для здоровья. И мы всегда открыты для контактов с новыми производителями. 

Обсудим практическую сторону. Как делается заказ?
Достаточно заполнить анкету на сайте, после чего с клиентом свяжется персонал Zolle, чтобы решить вместе, какой тип коробки наиболее подходит под требования клиента и его привычки. Можно выбрать из различных комбинаций, разных размеров, с или без мяса. Коробки могут быть персонализированы, добавляя или убирая какой-то тип продуктов. 

Выбрав тип коробки, можно решить, как часто ее хотят получать, раз в неделю или через неделю или всего один раз, для пробы. Это не абонемент, поэтому клиент может решить приостановить или продолжать заказывать у нас в любой момент. 

В какие зоны Рима вы делаете поставки?
По всему Риму, в некоторых случаях даже за кольцевой дорогой в направлениях Ostia-Fiumicino, Tor Vergata, Tor di Mezzavia и Olgiata-Formello. Летом мы делаем доставки вплоть до городков Nettuno и Santa Marinella на морском побережье.


Часы поставок? 
С 14 до 19, но учитывая пробки и масштабы города, мы делаем поставки вплоть до 22. 

Кстати, у нас есть и продуктовый аутлет, открытый для покупателей по субботам с 10 до 20. С началом лета он будет открыт во второй половине пятницы и по утрам субботы.

Кто ваши клиенты?
Это как правило люди и семьи в возрасте примерно от 35 до 45 лет, с высокой культурной базой, привыкшие пользоваться Интернетом, делать покупки on-line и использовать современные средства коммуникаций. По чистой случайности среди наших клиентов много людей из артистической среды Рима, актеров и режиссеров. 

И последний вопрос: вы столкнулись со многими трудностями на вашем пути?
Когда я начинала это дело, у меня уже был довольно богатый опыт работы в Пьемонте, поэтому по-началу все было довольно легко и ясно. Возможно, самый сложный момент - это сейчас, в момент роста, развития компании, чем в момент ее запуска. Так что сложности возникают сейчас, как из-за кризиса в целом, так и из-за решений, которые приходится принимать, решая, куда двигаться, в каком направлении идти. 

Как работать с производителями и как общаться с клиентами, объясняя им суть нашей идеи - это мы умеем делать. Сложнее с финансовыми и административными вопросами, с управлением компанией в целом. Я довольна далека от этих тем, поэтому сейчас мне приходится каждый раз учиться. Как только структура компании усложняется, усложняются и все остальные процессы. 


Мы заканчиваем наш разговор на этом, но прежде, чем попрощаться, Симоне удается удивить меня: "А ты знаешь, что в России есть компания, похожая на нашу, называется LAVKALAVKA, они такие молодцы! Мы познакомились и виделись здесь в Италии. Они родились примерно в то же время, что и мы, у них тоже два основателя, только мужчины, их идея очень похожа на нашу. Так что мы очень похожи. Должна признать, что они развиваются гигантскими шагами и делают много интересного. Молодцы! Надеюсь побывать в России и повидаться с ними там!"


Фотографии любезно предоставлены Zolle


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venerdì 18 aprile 2014

Apertura Coin Excelsior

Mercoledì sera in via Cola di Rienzo, 173 ha avuto luogo l'inaugurazione ufficiale del Coin Excelsior, il rinnovato department store romano. Rome insider non poteva non essere presente ad un evento come questo per constatare che finalmente abbiamo a Roma un negozio di alto livello, elegante e non da meno rispetto ai milanesi Excelsior e La Rinascente, alla parigina Gallerie Lafayette, al londinese Selfridges. Sono raccolti sotto lo stesso tetto molti brend italiani e stranieri, creando così un bel mix di nomi costosi e più accessibili. 


L'interno della vecchia Coin è stato completamente rinnovato sotto la guida dell'architetto Vincenzo De Cotiis. Ora è stato rivisitato, regnano colori chiari che mettono in risalto ancora di più il vecchio lucernario. 


I tre piani di 4.300 metri quadri ospitano i reparti di prodotti beauty e profumi (Acqua di Parma, Kiehl's, Aveda, YvesSaintLaurent, Dolce & Gabbana, Bulgari, Clarins), di accessori, gioielli e bijou  (Tiffany & Co, Dodo), abbigliamento e lingerie donna e uomo (Armani Collezioni, Patrizia Pepe, Joseph, Theory, Love Moschino, Diesel, Elena Mirò, Red Valentino, Pinko, Vanessa Bruno, Z Zegna, Barba Napoli, Bagutta, Fred Perry, Paul Smith e molti altri), collezioni bambino, prodotti per la casa, hi-tech & gadget e un ampio reparto gastronomico Eat's Food Market. Tutto questo sotto lo slogan More Fashion, More Style, More Luxury.


Открытие Coin Excelsior

В среду вечером на улице Cola di Rienzo, 173 состоялось официальное открытие Coin Excelsior, обновленного римского department store. Rome insider не мог пропустить такое событие и рад констатировать, что наконец-то в Риме появился магазин высокого уровня, элегантный и не уступающий по классу ни миланским Excelsior и La Rinascente, ни парижской Gallerie Lafayette, ни лондонскому Selfridges. Здесь под одной крышей представлены многие итальянские и иностранные бренды, создавая таким образом отличный микс из дорогих и более доступных имен.


Помещение старого Coin было полностью переоборудовано под руководством архитектора Vincenzo De Cotiis. Теперь здесь все заиграло новыми красками и посвежело, царят светлые тона, на фоне которых еще более выделяется старинный витраж на потолке. 


На трех этажах общей площадью 4.300 кв метров расположены отделы косметики и парфюмерии (Acqua di Parma, Kiehl's, Aveda, YvesSaintLaurent, Dolce & Gabbana, Bulgari, Clarins), аксессуаров, ювелирных украшений и бижутерии (Tiffany & Co, Dodo), женской и мужской одежды и белья (Armani Collezioni, Patrizia Pepe, Joseph, Theory, Love Moschino, Diesel, Elena Mirò, Red Valentino, Pinko, Vanessa Bruno, Z Zegna, Barba Napoli, Bagutta, Fred Perry, Paul Smith и многие другие), одежды для детей, предметов для дома, hi-tech & gadget, а также обширный гастрономический отдел Eat's Food Market. Все под лозунгом More Fashion, More Style, More Luxury. 

mercoledì 16 aprile 2014

La presentazione della serie in DVD "Alla scoperta del Vaticano"

Martedì 15 aprile c'è stata la conferenza stampa presso i Musei Vaticani in occasione dell'uscita della serie in DVD "Alla scoperta del Vaticano". I DVD saranno distribuiti in allegato a La Repubblica ogni mercoledì, a partire da oggi. Un DVD ogni settimana per 6 settimane consecutive, esattamente come la quantità degli episodi, da raccogliere in cofanetto.

Quando sono arrivata all'ingresso dei Musei Vaticani, la prima cosa che mi ha colpito era la coda, infinita, per entrare (conferma, come se ce ne fosse bisogno, dell'interesse inesauribile verso il Vaticano), l'efficienza e la gentilezza del personale, che gestisce abilmente tutto questo enorme patrimonio e il flusso di gente che ogni giorno entra ed esce dalle sue mura. 


Durante la conferenza moderata dal Mons. Dario Edoardo Viganò, il direttore del Centro Televisivo Vaticano, i partecipanti hanno condiviso le loro emozioni nel realizzare questo straordinario progetto dedicato al Vaticano, uno stato unico nel suo genere, il più piccolo del mondo.

Per primo ha parlato Antonio Paolucci, il direttore dei Musei Vaticani, uno dei più rinomati storici d'arte nel mondo, e quello che ha subito colpito è la sua passione nel raccontare, il suo entusiasmo quasi da ragazzino, il suo sguardo vispo e giovane.


Poi la parola è passata a Gregorio Botta, il vicedirettore de La Repubblica: "Il Vaticano è conosciutissimo sconosciuto per italiani e romani. Per un romano le lunghe file per entrare nei Musei Vaticani e nella Basilica di San Pietro spesso sono un ostacolo per la visita." Questa serie invece permette di conoscere la vita di questo stato da una prospettiva del tutto inedita, non solo da fuori, ma anche da dentro, in tutti i suoi piccoli particolari. 


La serie consiste di 6 puntate che racconteranno il mondo culturale, artistico, religioso, sociale e di costume di questo stato. La macchina da presa entra in luoghi spesso non accessibili per mostrare e scoprire tesori d'arte e di cultura e per incontrarsi con persone ordinarie e straordinarie che vivono ogni giorno all'interno delle mura Leonine. Ogni tappa rappresenta l'occasione per lanciare il racconto di vicende storiche o per la condivisione di curiosità in grado di arricchire la narrazione. 

Un'attenzione particolare merita il fatto della collaborazione del Vaticano proprio con una testata come La Repubblica, una collaborazione per nulla scontata, visto la linea guida del giornale. Ma infine riuscitissima. Perché come hanno sostenuto tutti, i grandi progetti nascono dalle passioni e dai rapporti tra le persone. 

La direzione de La Repubblica voleva partecipare a questo progetto di grande qualità e di grande interesse e farlo attraverso una figura storica della RAI come Alberto Angela. Quest'ultimo conduce lo spettatore da ambiente ad ambiente, lo accompagna in questa esplorazione fatta di luoghi e persone. Angela ha confidato che per lui questo progetto è stata la sublimazione di quello che fa, un viaggio vicino a casa ma lontanissimo. L'ha colpito il contrasto che si percepisce dentro le mura di questo piccolo stato, tra tanta gente e tanta pace allo stesso tempo. 

Condivido in pieno questa osservazione, ho avuto esattamente la stessa sensazione quando dopo la conferenza ho fatto un piccolo giro nei giardini del Vaticano, prima di uscire. Da una parte un fiume infinito e multilingue di gente, dall'altra una inaspettata sensazione di serenità. Tutto questo sotto la grandezza della meravigliosa cupola di Michelangelo, che sembra più vicina da qui e ancora più gigantesca...


Infine Angela ha aggiunto che lavorare su questo progetto è stata un'esperienza bellissima e straordinaria, e anche divertente, infatti non mancavano tanti episodi simpatici come ad esempio scoprire i bancomat in latino (altro che lingua morta!) oppure che l'elicottero del Papa viene scherzosamente chiamato papacottero.

Alla fine della conferenza stampa è stato aggiunto che è già prevista l'uscita della serie in versione internazionale.

Fotografie - Antonio De Paolis

Презентация научно-документальной серии "Alla scoperta del Vaticano" – "Открывая Ватикан"


Во вторник 15 апреля в Музеях Ватикана состоялась пресс-конференция, посвященная выходу научно-документальной серии на DVD “Alla scoperta del Vaticano” – “Открывая Ватикан». DVD будут продаваться в приложении к газете La Repubblica по средам, начиная с этой недели. Один DVD в неделю, в течение ближайших 6 недель, по количеству эпизодов.

Когда я подошла ко входу в Музеи, первое, что меня поразило, - бесконечная очередь, несмотря на ранний час, что уже само по себе подтверждение интереса к Ватикану. И эффективность и вежливость персонала, который умело следит за всем этим огромным наследием и с проворством справляется с потоком туристов, входящим и выходящим за стены этого государства каждый день.


Во время конференции, которую вел монсиньор Дарио Эдоардо Вигано, директор телецентра Ватикана, все ее участники разделили свои эмоции и ощущения, в связи с подготовкой и выходом этого грандиозного проекта, посвященного Ватикану, самому маленькому гоударству в мире, уникальному в своем роде.

Первым взял слово Антонио Паолуччи, директор Музеев Ватикана, один из самых известных мировых историков культуры, и первое, что поразило, - это его увлеченность, его почти мальчишеский энтузиазм, острый взгляд его живых глаз.


Затем слово перешло к Грегорио Ботта, вице-директору газеты La Repubblica: «Ватикан – это знакомый незнакомец для итальянцев и в первую очередь для римлян. Не секрет, что многие жители Рима никогда не бывали в Ватикане, пугаясь длинных очередей.» Так что эта серия – возможность познакомиться с жизнью этого государства, взглянув на него с непривычного ракурса, не только снаружи, но и изнутри.


Серия состоит из шести эпизодов, которые расскажут о Ватикане с культурной, художественной, религиозной, социальной точек зрения. Зрителям будут раскрыты его секретные уголки и будут показаны его многочисленные сокровища. Каждая серия будет сопровождаться интервью с людьми, населяющими Ватикан и работающими в этом государстве. Будет много любопытных фактов и исторических сведений, обогащающих повествование.

Особого внимания заслуживает тот факт, что этот проект родился из сотрудничества Ватикана с газетой La Repubblica, известной своей левосторонней, склонной к атеизму линией. Но все пришли к соглашению, что сотрудничество получилось, причем очень удачное. Потому что большие проекты удаются, если они зарождаются из страсти и увлеченности и из общения между людьми.

La Repubblica хотела принимать участие в этом интереснейшем проекте еще и потому, что его представляет такой известный телевизионный журналист как Альберто Анджела, который сопровождает зрителя по пространствам Ватикана и знакомит с ним. Анджела признался, что этот проект – это сублимация его работы, своего рода путешествие в мир близкий и в то же время далекий. Его особенно поразил контраст между огромным людским потоком и одновременно чувством покоя, которое ощущается внутри Ватиканских стен.

Я готова присоединиться к этому замечанию, потому что почувствовала то же самое, когда после конференции воспользовалась возможностью и прогулялась по Ватиканским садам. С одной стороны меня окружали бесконечные группы туристов,  разговаривающих на всех языках мира, с другой стороны, на меня моментально снизошло какое-то необъяснимое умиротворение. Все это под невозмутимым величием купола работы Микеланджело, кажущимся отсюда еще более близким и огромным...


В заключение Анджела добавил, что работа над этим проектом стала для него незабываемым опытом, в котором было место и для забавных эпизодов, как например, обнаружить банкоматы на латинском языке (вот тебе и мертвый язык!) или узнать, что вертолет для папы здесь называют в шутку papacottero вместо elicottero.

По окончании конференции было объявлено, что уже намечен выход серии и на иностранных языках.    

Фотографии - Антонио Де Паолис

mercoledì 9 aprile 2014

Lo spettacolo "Ti taggo o non ti taggo?"

Un mese fa ho parlato sul blog del progetto "Tutta un'altra storia. Romeo e Giulietta ai tempi digitali" svoltosi nell'ambito dello IED Factory 2014. Ed ecco che lo stesso tema viene  sviluppato anche al teatro.

Che cosa succederebbe se le più celebri coppie della storia avessero Facebook a loro disposizione? La Compagnia Me Gusta prova a immaginarlo portando sul palco del Teatro Testaccio lo spettacolo "Ti taggo o non ti taggo? L'amore ai tempi di Facebook", interpretato da Maria Elisa Barontini e Gustavo Maccioni.

Un divertente tuffo nel passato per scoprire come il più noto dei social network avrebbe potuto cambiare il destino degli innamorati che ci hanno preceduto. Facebook diventa il mezzo per superare il tempo e lo spazio, la chiave per provare a immaginare il privato di Leopardi e della sua Silvia, di Napoleone e della sorella Paolina, di Lancillotto e Ginevra, di Antonio e Cleopatra, e, infine, di Adamo ed Eva. I celebri innamorati, alle prese con i problemi “tecnologici”, mettono alla prova i loro amori davanti allo schermo di un computer. Mostrano così le conseguenze, più o meno buone, di Facebook e di Internet sulla vita di tutti i giorni, permettendoci di esorcizzarle con una risata.


La compagnia ME Gusta nasce dalla collaborazione tra Maria Elisa Barontini e Gustavo Maccioni che sono interpreti, ma anche autori e registi di teatro. I ME Gusta (Maria Elisa e GUSTAvo) si misurano in scena, per il terzo anno consecutivo, con le loro imprevedibili creazioni: un mix di storia, ironia, parodia e comicità è alla base del loro lavoro. Per un teatro tutto da ridere e da... GUSTARE!


Ti taggo o non ti taggo? L’amore ai tempi di Facebook

Interpreti: Maria Elisa Barontini, Gustavo Maccioni

Luci e fonica: Maurizio Lollobrigida

Testi e regia: Maria Elisa Barontini


Teatro Testaccio

Via Romolo Gessi, 8 - Roma

Da giovedì 10 a sabato 19 Aprile

Lunedì e martedì riposo

Tutti i giorni alle ore 21.00, domenica alle ore 18.00

Biglietto: 10.00 € intero / 8.00 € ridotto + 2.00 € (tessera associativa)

Info e prenotazioni: 065755482 - 3493138239 - 3939596237

lunedì 7 aprile 2014

Intervista con Mara De Longis

Con Mara De Longis, la direttrice di IED Roma Moda, ci siamo incontrate il giorno delle presentazioni dei workshops svolti nell’ambito della IED Factory 2014. Inevitabilmente la prima domanda parte proprio da questo.


Questa settimana si è svolta la IED Factory edizione 2014. Le Sue impressioni?
È la prima volta che assistevo alla presentazione IED Factory e che vivevo la settimana IED Factory, e l’ho trovata straordinaria. Vorrei IED Factory tutto l’anno! È stata una iniezione di entusiasmo, non solo per i ragazzi, ma per la sede in generale. C’è movimento, anche la rottura degli schemi che porta alla creatività sotto tutti i punti di vista. Sono proprio entusiasta, mi ha caricata d’energia.

Era interessante notare come cambia l’approccio dei ragazzi che lo vivono dal primo all’ultimo giorno. Il primo giorno arrivano tutti poco convinti, non sanno esattamente cosa dovranno fare. L’ultimo giorno sono talmente entusiasti di quello che hanno prodotto che cambiano completamente l’atteggiamento. Questa è la cosa meravigliosa. Significa che il loro risultato gli ha dato una svolta. Si sono sentiti efficaci, hanno portato a casa un risultato concreto, ed è già uno stimolo. E poi hanno un confronto con i professionisti che non è un confronto didattico. Non hanno la tensione dell’esame, del voto, della competizione con il compagno.  

Uno dei temi scelti era Less is More – Downsizing. Perchè proprio questo tema? 
Tutti gli argomenti vanno definiti dalla direzione. Questo argomento in particolare non è specifico di moda, ma coinvolge tutte quante le facoltà, anche se poi la moda si è espressa comunque, inserita in un altro contesto. Fra l’altro penso che l’approccio più ovvio, cioè “io faccio fashion designer quindi faccio l’abito”, forse è meno stimolante. Io credo che sia una castrazione pensare che chi fa il fashion designer si occupi solo di moda. Anzi credo proprio che lo stimolo maggiore deve arrivare da altro. 

La scelta di questo tema è sicuramente dettata da tutto quello che troviamo intorno ad esso. La situazione globale attuale fa riflettere i ragazzi che hanno una media di 24-25 anni che si vogliono approcciare al mondo del lavoro domani, con uno sguardo nuovo, senza stare a pensare come si viveva e si faceva ieri, loro devono pensare “Domani che cosa faremo?”. È un approccio diverso da quello della mia generazione, anche se io mi considero ancora una giovane. Noi abbiamo vissuto una realtà economica differente e oggi facciamo fatica ad adeguarci alla situazione attuale.

Paradossalmente questa situazione apre anche tanti spiragli. La crisi può diventare uno stimolo in più. Perché le difficoltà in qualche modo stimolano la creatività, se vuoi sopravvivere. In questa situazione bisogna riaccendere il cervello e farlo funzionare.

Quindi c’è la volontà da parte nostra di dare una speranza agli studenti, che non è una speranza fittizia, ma anzi è la capacità di reinventarsi, di creare e di crearsi delle opportunità in un mondo che è quello che c’è oggi. Oggi il mondo è cambiato, e necessariamente dobbiamo fare dei conti con questo cambiamento. Le possibilità oggi ci sono. Semplicemente i requisiti e le caratteristiche richieste sono diversi da quelle di ieri. Quindi il tema Less is More è l’invito per riflettere su quello che può essere il futuro visto con l’ottica quella attuale. Basta con il dire “Ieri era così…”.

In linea massima che cosa definisce e distingue lo IED Roma dagli altri Istituti di moda?
Oggi la collocazione geografica è più relativa rispetto al passato. È ovvio che chi esce dallo IED Roma può andare a lavorare anche a New York come a Milano come a Firenze, come può lavorare anche da casa sua via web.

Al di là della collocazione geografica si cerca in qualche modo di sottolineare, soprattutto di preparare i ragazzi a delle peculiarità che possano essere tipiche del territorio. In qualche modo IED Roma è sempre stato associato ad alta moda, perché Roma ha sempre portato avanti dei nomi rivolti e legati più ad alta moda che a pret-a-porter. Le manifestazioni come IED Roma Fashion, la sfilata di fine anno, si svolgono nell’ambito di AltaRomAltaModa. Ed ovviamente va da se che i progetti degli studenti seguono il filone di alta moda. Oggi però cerchiamo di dare una competenza e una formazione più globale. L’evoluzione di tutto, storica, culturale porta anche un approccio formativo che va in quella direzione, proprio nell’ottica del futuro di cui parlavamo prima.

Quale è la differenza tra alta moda e prêt-à-porter, dal punto di vista di preparazione?
AltaModa si concentra sull’artigianalità, è questa forse una delle differenze principali. Anche se in questo momento c’è un ritorno generale all’artigianalità. Tutto il mercato di massa ha un po’ saturato al livello globale. Le grandi catene ci hanno sommerso di prodotto all’infinito. Parliamo non solo di abbigliamento, ma anche di arredamento, ad esempio. Quindi la soggettività è venuta un po’ meno in questo, ma l’evoluzione della specie vuole invece che venga fuori la soggettività. Per far venire fuori la soggettività chiaramente si ricorre anche ad un’artigianalità che possa esprimere quello che di creativo c’è in ogni ragazzo. Credo che questo sia il percorso naturale.

Qui in Italia abbiamo l'artigianato, know-how eccezionali, anche se in alcuni casi bisognerebbe risollevarlo un po’ e tenerlo stretto invece di svendere. Purtroppo alcuni brand italiani che erano storicamente riconoscibili e particolari nella moda, li abbiamo persi per strada, ad esempio il marchio Gianfranco Ferrè che ha chiuso o Loro Piana venduto ai francesi di LVMH.   

È vero che il consumatore finale continua ad associare i nomi all’Italia, senza prestare attenzione al fatto che alcuni di questi nomi sono stati acquistati da stranieri. Per lui è importante il Made in Italy. Però è anche vero che svendendo perdiamo anche piano piano l’artigianalità locale. Perdiamo lavoro, non formiamo più persone capaci di portare avanti una certa artigianalità. Basta che salti una generazione e certe conoscenze vanno perse.
Per lavoro sono spesso nei laboratori e vedo che in tante lavorazioni c’è una persona anziana che le fa e dice che non c’è nessun ragazzo giovane che è interessato a portare avanti quel tipo di professionalità, questa è la cosa drammatica.

Agli studenti offriamo la libertà di contattare direttamente i laboratori dando loro delle dritte e delle indicazioni, perché per la tesi finale loro devono realizzare i loro capi (quelli che fanno fashion design e abbigliamento devono realizzare degli abiti, quelli che fanno fashion design e accessori realizzeranno scarpe e borse e gli studenti di gioiello realizzeranno dei gioielli in essere), quindi per forza di cose devono farsi aiutare. Qualcuno fa tutto da solo, qui comunque fanno parecchie ore di modellistica e laboratorio, hanno tutta la strumentazione, etc. Ma più di qualcuno si fa aiutare da un laboratorio esterno e questo ben venga perché loro così hanno modo per confrontarsi con la realtà professionale. Anche sapere che tipo di indicazioni dare alla persona che deve cucire piuttosto che alla persona che deve fare i modelli. Così hanno un riscontro e un confronto costante.

Parliamo un po’ di Lei. Quale è stato il Suo percorso?
Ho preso la direzione dello IED Roma Moda dal settembre 2013, e ora la concilio con l’altro mio lavoro, nell’ambito della moda. Sono una ex-studentessa IED Roma Moda, mi sono diplomata nel 1996. Provengo da una famiglia di avvocati e devo confessare che i miei non hanno preso subito bene la mia decisione di studiare moda. Ora ovviamente sono i miei primi fan.


Il diploma allo IED mi ha fatto lavorare da subito. Mi sono diplomata a luglio e a settembre avevo già un contratto in un’azienda molto importante, l’Ittierre. Lavoravo nell’ufficio stile. Nell’Ittierre mi occupavo di Versace Jeans e di D&G, all’epoca erano licenza di Ittierre. Poi sono passata in MaxMara, in Benetton ed ho lavorato come il dipendente fino al 2004.
Poi ho cominciato come una freelance, ed è stata una mia scelta, perché per motivi personali volevo tornare a Roma e gestirmi uno studio di consulenza da qui. Quindi ho cominciato come consulente e lo faccio tuttora.

E in più dal 2010 ho fondato il mio brand di fashion jewellery, si chiama Toi et Moi, è una bigiotteria di lusso, non è rivolta agli specialisti del settore ma ai department store di abbigliamento. Tra l’altro lavoriamo moltissimo con i russi che acquistano il nostro prodotto. 

Fin da subito mi sono occupata degli accessori. Un po’ casualmente all’inizio, anche perché all’epoca, quando studiavo io, non c’era la possibilità di scegliere tra accessori e l’abbigliamento, era un percorso unico, ma poi è diventata una scelta di vita. Quando mi sono trovata con tutte queste scarpe, borse, accessori, mi sono innamorata di questo mondo e non l’ho più lasciato. È diventata una mia grande passione. Per fortuna, anche perché negli ultimi anni gli accessori hanno avuto un exploit pazzesco, e quindi si trovava più lavoro.

L’accessorio richiede tante competenze tecniche. In realtà abbigliamento e accessorio sono due logiche, due approcci diversi. È uno dei motivi per i quali sono stati divisi i corsi di abbigliamento e accessorio allo IED. Ci sono fiere diverse del settore. Tra l’altro noi cerchiamo di indirizzare gli studenti anche sulle fiere del settore. È importante che i ragazzi comincino a sapere che la ricerca materiali si fa in determinati posti e in un certo modo. Ad esempio, i miei alunni vengono con me a Lineapelle, la fiera in cui si ricerca la materia prima per chi fa accessori. Devono sapere come ci si deve confrontare con i fornitori, è fondamentale.
Tornando alla mia storia, due anni fa una mia ex-collega, era docente qui, nel corso di progettazione di accessori, si doveva trasferire all’estero per lavoro e quindi non poteva portare avanti l’insegnamento. E ha fatto il mio nome per sostituirla. Quindi quasi casualmente mi sono trovata qui per insegnare progettazione accessori, per gli studenti del secondo e terzo anno. E poi dopo la docenza è arrivata la proposta di affrontare questo ruolo molto impegnativo, la direzione moda. Ora continuo a insegnare e in più a dirigere.

Mi piace insegnare, tantissimo. Io vivo di passione per tutto quello che faccio, mi piace dedicarmi, perché non riesco a fare le cose tanto per farle. Devo essere sincera, a volte non mi bastano 24 ore al giorno. Non c’è sabato e domenica. Ma lo stimolo che ricevo dai ragazzi è reciproco, mi arricchisce tanto al livello di entusiasmo, per me questo è straordinario. La soddisfazione loro nel vedere poi il risultato è tale che ripaga di tutti gli sforzi fatti. Quindi va benissimo così.

Come direttrice IED Moda che obiettivi pone? Pensa di introdurre qualche novità o cambiamento?
La novità grande è che lo IED Moda è stato riconosciuto a livello ministeriale, quindi da quest’anno usciranno dei laureati. È un riconoscimento importante.

La cosa che cercherò di fare è di coinvolgere sempre competenze diverse, non settorializzarci e rimanere vincolati a quello che è soltanto il fashion system. Sono convinta che domani la differenza tra tanti professionisti sarà proprio la conoscenza, sarà un valore aggiunto che potranno avere i nostri studenti. Oggi tutti si improvvisano a fare qualunque cosa, invece la differenza la fa proprio la specializzazione, le competenze reali, l’artigianalità, la conoscenza, la cultura, la preparazione personale. Sinceramente credo molto nel fatto che si debba studiare, su questo sono un po’ di vecchia scuola.

Che poi, tra l’altro, gli diamo tutte le possibilità per acquistare le competenze reali. Al di là del fatto dei professionisti che hanno come docenti che li riportano già ad una realtà concreta, all’interno dello IED ci sono dei laboratori molto qualificati con dei macchinari di un certo tipo che permettono loro di sviluppare tutto qui dentro. C’è anche una stampante 3D che è la tecnologia del futuro. Non è grande, quindi permette di realizzare degli oggetti di piccoli dimensioni, ad esempio gli occhiali o i tacchi delle scarpe. Anche questa è un’artigianalità, ma evoluta, l’artigianalità del domani, del futuro.

Abbiamo messo a disposizione degli studenti la piattaforma che si chiama WGSN e con cui lavorano tutti i principali brand e aziende importanti del mondo, non solo di moda, è uno strumento altamente professionale, costoso, una piattaforma di informazione e di ricerca che permette di vedere quali saranno le tendenze e le proposte, che c’è nelle vetrine di tutto il mondo, etc. E’ una finestra sul mondo attuale e futuro. I nostri studenti ne possono usufruire qui, hanno a disposizione una sala dove possono lavorare con il computer, portano con se la pennetta USB e si scaricano le immagini e le informazioni. È un plus notevole per loro. Perché oltre a tutto capiscono che anche questo è un lavoro – creare una piattaforma così. Anche la ricerca in giro per il mondo è diventato un lavoro. Sì, è vero, oggi alcune professioni scompaiono, ma se ne creano altrettante nuove.

Aiutate ai vostri studenti anche con l'inserimento nel mondo del lavoro?
I ragazzi vengono seguiti per tutto l’anno successivo alla loro uscita dallo IED. Hanno un referente in sede che fa da tramite tra quelle che sono le richieste nell’ambito lavorativo professionale e i ragazzi usciti. Fa un po’ da tutor. Quindi dà la mano per la diffusione del CV, la gestione della richiesta di lavoro. Anche saper scegliere tra le richieste in modo mirato è molto importante.

Abbiamo rapporti di partnership con molte aziende. Durante il percorso di studi ci sono delle visite del personale di uffici human resourse di varie aziende, tra cui alcune anche molto importanti, durante le quali viene spiegato in che modo viene fatta la selezione, quali sono i requisiti richiesti, come si devono approcciare, quali sono le posizioni aperte. Per i ragazzi sono occasioni straordinarie.

E poi c’è questo fenomeno delle start up che è l’alternativa al job placement. È da circa un anno e mezzo che stiamo monitorando questo fenomeno, si tratta di ragazzi che una volta usciti di qua decidono di intraprendere il proprio percorso personale al livello imprenditoriale. Magari trovano l’idea  che poi sviluppano per poi brevettarla. Alcuni di questi ragazzi stanno avendo un vero successo.

C’è l’opinione che il mondo della moda è fatto di arroganza, di prime donne, etc. Non è proprio così. Certo c’è il direttore artistico e a volte intorno a questa figura si costruisce anche il personaggio che fa funzionare i media e la comunicazione. Ma al di là del direttore artistico ci sono figure che lavorano tanto, che hanno delle competenze reali, che hanno un ruolo preciso e che guadagnano anche tanto. Quindi il lavoro c’è.

Un’altra cosa fondamentale che insegniamo e cerchiamo di sviluppare qui è di saper lavorare con gli altri ed in team. Perché il singolo non fa nulla, per quanto creativa e talentuosa possa essere. Quindi la capacità di sapersi muovere nell'ambito giusto con le persone giuste, saper comunicare e spiegare il proprio lavoro, sapersi affiancare alle persone giuste è molto importante. Bisogna saper capire quali sono i propri limiti e le proprie competenze e partire da qui. Noi  cerchiamo di spiegarlo ai nostri studenti.

Cerchiamo di far capire che oggi avere paura di condividere le proprie idee è sbagliato. Non è questo il problema. Oggi tutti espongono tutto su FB, Twitter, fanno vedere le sfilate in diretta. La capacità, la bravura sta proprio in questo, nello sfruttare la comunicazione nel modo giusto per portarla a proprio favore senza timore che ti copino. Anche perché parliamoci chiaro: se ti vogliono copiare – troveranno il modo per farlo. 

Insomma, ci sono tante cose che insegniamo, mantenendo il passo con i tempi, con le nuove esigenze. Cose che magari è meglio sapere prima di entrare nel mondo del lavoro.

Un consiglio, una qualità importante per quelli che vorrebbero entrare nel mondo della moda?
La cosa fondamentale è la curiosità nei confronti di tutto, del mondo, di quello che è fuori della nostra portata. È l’apertura che può produrre creatività, è la base di tutto. Le competenze si possono acquisire, le esperienze e la professionalità anche, ma se manca la curiosità – non si riesce a fare nulla.

Ovviamente l’elasticità mentale, la predisposizione e la disponibilità di girare, di spostarsi, di muoversi, di aprirsi al mondo sono caratteristiche importantissime. Per fortuna oggi con la tecnologia come skype, whatsapp, etc è tutto molto più facile. Anche la comunicazione.

E poi c’è la globalizzazione che non trascuriamo. Da noi imparano anche altre culture, come ad esempio quelle orientali, di Cina, di Giappone, che sono molto diverse dall’europea. Nel futuro queste conoscenze saranno utilissime per loro nel lavoro e nella vita.

Tre dei vostri studenti diplomati allo IED Roma Moda partecipano nella prima edizione del  talent reality sulla moda Project Runway Italia. Fanno parte di dodici finalisti selezionati tra più di 3000 partecipanti, e chissà forse un giorno diventeranno famosi.
Tre su dodici finalisti è già un ottimo risultato, direi. Sono Silvia Burigana, Jacopo Teodori e Giorgia Fiore. Li abbiamo sostenuti e siamo molto contenti per loro.

Oggi come oggi questo tipo di progetti funzionano, danno la visibilità e possono diventare un trampolino. E poi con il supporto dei vari social networks si innescano dei meccanismi imprevedibili. Uno che magari è stato scartato dalla giuria può diventare il vincitore morale e amatissimo dal pubblico.

Tra i vostri diplomati degli anni passati ci sono già dei nomi famosi o quelli che hanno raggiunto il successo?
Ci sono delle grandi storie di successo. Ad esempio, i direttori creativi di Maison Valentino, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, sono ex-studenti dello IED Roma. Come anche Giambattista Valli. Tra gli altri anche Benedetta Bruzziches, la finalista del concorso Who Is On Next? nel 2012, organizzato da Vogue Italia. Fa borse, ha creato il laboratorio nel suo paesino vicino a Viterbo, a Caprarola, ed è una di quelle persone che crede tanto nell’artigianalità e nel fatto di rimanere nel proprio posto. Benedetta è un grandissimo personaggio anche a livello comunicativo e personale. Anche Marco De Vincenzo, già visto alle passerelle di Parigi, ora parzialmente acquisito dal gruppo LVMH di Bernard Arnault. 

Ad un certo punto l’intervista ha preso tutta un’altra direzione e abbiamo cominciato a parlare del film “La Grande Bellezza” che aveva appena vinto l’Oscar. Mara ha confessato di essere una fan sfegatata sia di questo film sia di Paolo Sorrentino e di Toni Servillo, ancora molto prima di questa pellicola.

“La Grande Bellezza l’ho visto due sere di seguito, quando è appena uscito al cinema. Secondo me è un film da rivedere. Ci sono delle scene bellissime, dei dialoghi talmente studiati, talmente geniali, che bisogna rivederlo.

Non ero convinta che avrebbe vinto l’Oscar, non è mai una cosa scontata. Mi dispiace che ci siano state tante critiche in Italia dopo la vittoria. Questo è esattamente la fotografia di quello che succede in Italia con qualunque tipo di prodotto. Purtroppo siamo penalizzati in Italia e siamo valorizzati all’estero.”

A questo punto Le chiedo del Suo legame con Roma? Che cosa ama o forse non ama di questa città e della sua gente? 
Sono nata a Roma, cresciuta a Latina, ritornata a Roma per gli studi allo IED, riandata via per lavoro e infine ritornata per lavoro. Il mio rapporto con questa città è di grande amore, senza odio. Roma mette allegria, è cordiale, si fa perdonare tutto. È una frase che ho sentito e per me è così, è la perfetta descrizione di questa città.  

Anche se devo essere sincera, non la vivo da romana, cioè con il traffico, la burocrazia, file, scioperi, etc, insomma, non vedo il suo lato faticoso che vede la gente che ci vive qui giorno dopo giorno. Ci vengo da persona che abita fuori e quindi si prende solo il bello. Ci ho vissuto gli anni più belli, da studente, quindi il mio rapporto con questa città è solo positivo, solo di bei ricordi.

Il rammarico purtroppo è che spesso in primo piano escono le cose negative, legate magari al mal gestione, malgrado invece di quello che di positivo c’è. Ma non voglio scendere nel merito di quello che è la politica e la gestione amministrativa.

Infine qualche Suo indirizzo o posto preferito a Roma?
Il mio indirizzo preferito, proprio perché è legato a ricordi e momenti felici è la zona di piazza Fiume dove ho vissuto per quattro anni. Per me quella zona è la libertà. Amo molto la sua atmosfera di quartiere, del piccolo paesino nel pieno centro.



Fotografie - Antonio De Paolis