lunedì 29 aprile 2013

Aromaticus

Rione Monti, dove ultimamente capito abbastanza spesso, è ricchissimo di vari indirizzi speciali, dai negozi ai bar, alle botteghe artigianali, ai caffè e ristoranti. Qui nascono e vengono coltivate delle idee originali, come ad esempio Aromaticus. Definire questo posto con una parola sola è difficile. Appena si entra ci si trova in un negozio dedicato al giardinaggio, attualissimo tra l’altro in queste giornate primaverili. Qui si possono acquistare gli attrezzi, i semi, i germogli, i vasi, insomma tutto quello che serve in giardino e nell’orto. Una parete ospita la serra dove crescono le piante aromatiche. In un luogo così qualsiasi persona, persino io, completamente priva di pollice verde (un esempio per tutti sono i miei due cactus, unici sopravvissuti, probabilmente perché non gli dedico nessunissima attenzione), ritrova la voglia di comprare piante e germogli, di mettere guanti e grembiule e di lavorare con la terra.

Ma Aromaticus non è solo l’indirizzo per gli amanti del giardinaggio. Subito dietro il negozio, nel fondo della sala, si trova un piccolo bistrot, dove si possono gustare dei piatti appetitosi e sani dal ricco menu che include anche dei vini e dessert. Un’attenzione particolare va dedicata alle origini e qualità dei prodotti. Bio e local food sì, ma non sono gli unici parametri per la scelta degli ingredienti. Se volete, Luca, l’ideatore di questo spazio, vi racconterà dei suoi piatti e degli ingredienti, alcuni dei quali si possono anche acquistare, come ad esempio sale, pepe, peperoncini, ottimo olio d’oliva della Toscana. A proposito, mi ricordo come all’inizio della mia vita “italiana” non riuscivo a capire il sapore dell’olio d’oliva. Ora invece quando ho una fame improvvisa il mio piatto preferito è un pezzo di pane casereccio, che sanno fare solo in Italia centrale, e un piattino d’olio, che ordino direttamente dal produttore, e naturalmente un bicchiere di vino! Se non avete molto tempo a disposizione per fermarvi a mangiare nel bistrot o state organizzando un picnic o forse semplicemente volete fare pausa pranzo in parco, allora da Aromaticus si può ordinare un Lunch Box o un cesto PicNic.

Магазин и бистро Aromaticus

Район Монти, где в последнее время я бываю довольно часто, невероятно богат на самые разнообразные адреса, от магазинов до баров, до ремесленных мастерских, до кафе и ресторанов. Здесь зарождаются и культивируются совершенно оригинальные идеи, как например, Aromaticus. Определить это заведение одним словом невозможно. Едва войдя вовнутрь, попадаешь в магазин, посвященный всему, что касается садоводства и огородничества (очень актуальные темы в эти весенние дни). Здесь можно купить семена, инструменты, удобрения, рассаду, вазы, одним словом все, что может пригодиться при работе с землей. Целая стена отведена под небольшую теплицу, в которой выращиваются ароматные травы. Признаюсь, что даже мне, совершенно неспособной выращивать что-либо (после различных попыток у меня выжили лишь два кактуса, наверное, потому, что я совершенно не уделяю им никакого внимания), сразу захотелось купить ростки базилика и помидоров, луковицы тюльпанов и нарциссов, одеть красивые перчатки и фартук и повозиться с землей.   

Но Aromaticus – это не только адрес для садоводов и огородников. За магазином, в глубине зала, расположено миниатюрное бистро, где можно перекусить, заказав что-нибудь аппетитное из богатого меню, включающего вина и десерты. Особое внимание здесь уделяют происхождению продуктов и их качеству. Bio и local food приветствуются, но все же при выборе ингредиентов в Aromaticus не ограничиваются только этими параметрами. Если захотите, Лука, идеатор Aromaticus, с удовольствием расскажет вам о своих блюдах и используемых продуктах, некоторые из которых можно и приобрести, как например, соль, молотый перец, специи, отличное оливковое масло из Тосканы. Кстати, помню, как поначалу моей «итальянской» жизни я совершенно не понимала вкус оливкового масла, а сейчас моим самым любимым блюдом, когда хочется перекусить по-быстрому, является хлеб с пористой мякиной и хрустящей корочкой, какой умеют делать только в центральной Италии, и оливковое масло, которое я заказываю напрямую у производителя, ну и бокал вина, конечно! Если же у вас нет времени остановиться в бистро или же намечается пикник, а может просто хочется провести обеденную паузу в парке, то в Aromaticus можно заказать Lunch Box или PicNic Box.


lunedì 22 aprile 2013

Intervista con il fotografo Antonio De Paolis

Da che cosa è iniziato il suo percorso creativo?
Avevo già una passione per il disegno, per le arti figurative, da bambino mi  regalarono dei colori ad olio ed una tavolozza. Mio padre faceva una fotografia amatoriale, le classiche foto di famiglia, questo ha fatto aumentare in me la curiosità che piano-piano si è sviluppata. Quando sono cresciuto mio padre mi ha affidato la sua macchina fotografica, una Contaflex che ho ancora, spiegandomi le prime cose. Mi piace pensare che questa mia passione per la fotografia sia un po’ il ricordo di mio padre. 

Il suo genere preferito? 
La foto sportiva e la foto di reportage, però mi piace provare anche altri tipi di fotografia. 

I suoi maestri, fotografi/artisti di riferimento, i preferiti, i più amati? 
Forse è scontato ma direi Cartier Bresson.

Riesce ad andare alle mostre, a seguire un po’ di eventi? Che cosa le è piaciuto  ultimamente? 
Sì, se posso mi piace andare alle mostre fotografiche, anche per rivedere foto già conosciute. Visitandole mi vengono delle idee, prendo spunto sia per gli argomenti, ma anche per la tecnica. E poi attingo ispirazione dai libri fotografici di vari fotografi, ad esempio uno dei primi fu David Hamilton che mi piaceva molto per le sue fotografie con colori tenui ed un effetto flou che le rendeva quasi sfocate. 

Fotografia bianco-nero o a colori? Perché?
Fotografia bianco-nero. Perché il colore in qualche modo distrae chi guarda dal messaggio. Quindi se voglio essere sicuro che chi vede la foto percepisca il mio messaggio, quello che vedo io, allora la foto sarà in bianco-nero. Infatti, anche le foto per la mostra HANDMADE sono in bianco-nero perché lì non importa il contesto, lì l’attenzione deve essere concentrata sulla persona e su quello che sta facendo in quel momento. In questo caso il bianco-nero aiuta in questa concentrazione chi guarda. Colore sì, ma a quel punto diventa qualcosa di aggiunto, quando la foto non è più solo il messaggio, ma più una cosa artistica, si avvicina più ad una illustrazione, quando vuoi mostrare oltre al contenuto anche il lato estetico. Prendiamo un esempio – Formula 1. A colori fotografi la macchina, il pubblico, il casco, le bandiere. In bianco-nero la foto va più sull’espressione del viso, sulle mani, quindi sulla tensione del pilota.

Che cosa pensa della fotografia digitale, dei filtri, dei ritocchi, degli scatti con i cell? In che modo hanno cambiato l'approccio (oggi grazie a tutto ciò molti credono di essere dei fotografi) e questo tipo d'arte in generale? Rimpiange la fotografia classica, su pellicola? Il futuro della fotografia?
Oggi la fotografia digitale e gli smartphone hanno reso la fotografia un bene di consumo, quasi tutti oggi possono fare fotografia. Ma alla fine è solo il mezzo che cambia, rimane importante sempre chi scatta la foto. Quindi è sempre la bravura e l’idea che sta dietro alla fotografia che contano. Certo, poi ci possono essere delle aggiunte tecnologiche che aiutano in certi casi, ad esempio una macchina di livello medio-alto permette di fare le foto con poca luce, che non potresti fare con il cellulare. Ho notato che passando dalla fotografia normale, analogica a quella digitale alcune regole tecniche sono cambiate, quindi mi ci è voluto un po’ di tempo per abituarmi, non a caso oggi ci sono tanti corsi di fotografia digitale.

Io mentre scatto la foto già cerco di pensare a come sarà l’immagine finita, secondo me lo scatto deve essere più o meno finito. Però mi piace provare e sperimentare, oggi con i cellulari, con Photoshop, con i filtri si possono fare tante manipolazioni, la post-produzione a volte aiuta a raggiungere un effetto particolare. Però ripeto, una foto sbagliata è una foto sbagliata. La foto buona si può non tanto migliorare, quanto personalizzare. 

In genere mi ritengo abbastanza tecnologico, quindi va bene il progresso, non rimpiango i rullini. Anche se a volte mi piace tornare ai vecchi effetti. Ad esempio, i primi scatti per la mostra HANDMADE erano fatti in pellicola con la così detta grana, che era un difetto della pellicola, anche se a me piaceva. Per adottare gli ultimi scatti, in digitale, li ho riportati a quel effetto.  

L’informazione oggi è sempre più visiva, più da reportage, quindi secondo me l’immagine è e sarà sempre più sfruttata, usata, magari cambierà ancora la tecnologia, ma il futuro della fotografia lo vedo più che roseo. E poi è un linguaggio universale, che tutti capiscono, che non ha bisogno di traduzioni. 

Come mai ha deciso di fare le mostre solo adesso, dopo 30 anni di esperienza da fotografo? Perché non prima? Quale sono le sue aspirazioni? 
In un certo senso è stato un caso. All’inizio non ho mai pensato di fare le mostre e di mettermi in gioco, mi interessava solo fare delle foto. Ma poi continuando ad avere dei consensi, avendo sentito tanti complimenti, commenti e incoraggiamenti ho deciso di andare oltre, non fare solo le foto per i miei amici. Prima con i concorsi, con i quali non ho mai avuto un buon rapporto, nonostante i vari tentativi. Così ho deciso di organizzare delle mostre personali, l’unico modo serio per espormi. Chiaramente non avendo sponsor o un agente ci vuole più tempo prima di maturare un progetto e per poter portarlo fino all’esposizione. 

Attraverso una mostra cerco di capire quanto valgono le mie immagini, se i miei concetti che cerco di esprimere con la fotografia riescono ad emergere, oltre alla verifica del livello tecnico puramente fotografico. Mi piace poi pensare alla mostra a 360 gradi, nel senso non solo scattare e scegliere le foto ma anche come allestire la mostra, come mettere i panelli, come creare un certo ambiente per trasmettere, sottolineare le idee e i temi della mostra. Ad esempio, HANDMADE parla del lavoro manuale, quindi perché non fare le cornice grezze, fatte a mano. Così il progetto diventa una sorta di installazione. È anche un modo per distinguersi dagli altri. 

L'idea di questa mostra? Perche da Candle Store? 
L’idea di questa mostra la porto dietro da tanti anni, mi ha sempre affascinato del lavoro manuale, della gestualità delle mani. Infatti, all’inizio gli scatti che facevo erano concentrati sulle mani, però li mancava qualcosa, sembravano troncati. Poi ho capito che quello che mancava era l’uomo, l’artigiano, l’artista, l’espressione del suo volto, la sua concentrazione, è quella che dà la percezione dell’intensità del momento e del processo creativo.  

Questa mostra non è nata come un progetto fotografico per la mostra. I primi scatti sono stati fatti 30 anni fa, quando cercavo immagini per un concorso sul tema “Roma barocca”. Andavo in centro di Roma, in via Giulia, dove c’erano ancora delle botteghe di artigiani che sono alcune di quelle che ho fotografato. Poi questi scatti sono rimasti così, messi da parte mentre negli anni ne accumulavo altri. L’anno scorso però mi è venuto in mente di unire tutte queste immagini in una mostra, dando un senso a queste fotografie. 

La scelta di Candle Store è un caso ma anche no. Con Andrea Moraes ci siamo conosciuti per caso, le ho parlato della mia prima mostra e della mia attività di fotografo, e lei mi ha proposto di fare qualche mostra da loro. A quel punto ho iniziato a pensare al tema che potevo proporre in questo spazio e mi è venuto in mente questo progetto HANDMADE, adattissimo per questo negozio-laboratorio, ed è piaciuto molto anche ad Andrea. Insomma, è un incastro di tante cose, foto fatte in vari anni, persone che si incontrano per caso. Tutti abbiamo fatto un percorso e prima o poi dovevamo incrociarci ad un certo punto, in questo caso diventando la mostra fotografica HANDMADE da Candle Store, mi piace vedere così questo progetto. 

Ha già qualche nuovo progetto per il futuro?
Sì, c’è già un nuovo progetto, praticamente pronto, questa volta un po’ più ambizioso, forse anche da proporre all’estero. Il tema è completamente diverso. Mi piace cambiare sempre, perché cambia lo stato d’animo, perché non si ha la sicurezza che potrebbe derivare dal ripetere un tema magari già apprezzato. 


La mostra HANDMADE rimarrà aperta al pubblico in Candle Store in via Urbana, 21 fino al 15 maggio, tutti i giorni tranne domenica dalle 10.00 alle 20.00. Tutti i venerdì pomeriggio sarà presente l'autore delle fotografie.


Fotoreportage dal vernissage HANDMADE

in preparazione

ora un po di luce

tutto pronto

in attesa degli ospiti

nervoso?

ospiti della serata





La serata è riuscita

foto ricordo


Интервью с фотографом Антонио Де Паолис

С чего начался Ваш творческий путь?
С самого детства у меня был интерес к рисунку, к изобразительному искусству, помню как родители подарили мне масляные краски и палитру. Мой отец увлекался любительской фотографией, делал классические фотографии для семейного альбома, это его увлечение постепенно стало интересовать и меня. Когда я подрос, папа доверил мне свой фотоаппарат, Contaflex, который я до сих пор храню, и объяснил мне основы фотографии. Мне нравится думать, что мой интерес к фотографии в какой-то степени дань моему отцу, мое воспоминание о нем.

Ваш любимый жанр?
Cпортивная фотография и фоторепортажи, но мне нравится экспериментировать со всеми жанрами.

Считаете ли Вы кого-то своим учителем или образцом для подражания?

Возможно, мой ответ будет звучать банально, но это Анри Картье-Брессон. 

Вам удается часто ходить на выставки? Из увиденного в последнее время, что Вам больше всего понравилось?
Мне нравится выбираться на фотовыставки, они всегда являются отличным стимулом для новых идей, новых тем, новых технических подходов. А еще я люблю альбомы, посвященные разным фотографам, например, так я открыл для себя Дэвида Хэмильтона, понравившегося мне своими нежными оттенками и размытым эффектом.

Что Вы больше предпочитаете: черно-белую или цветную фотографию? И почему?

Черно-белое фото. Потому что цвет в какой-то степени отвлекает от основной идеи фотографа. Поэтому, если я хочу, чтобы тот, кто смотрит на мою фотографию, уловил смысл, который я в нее заложил, то я сделаю ее черно-белой. Например, фотографии для выставки HANDMADE черно-белые, потому что в них важен не контекст, а запечатленные на них люди и то, что они делают. В этом случае черно-белое фото помогает сконцентрироваться именно на этом.

Цветные фотографии тоже имеют свое право на существование, например, в тех случаях, когда я хочу добавить красочности, показать эстетическую сторону. Возьмем для примера гонку Формулы-1. В цвете я сфотографирую болид, зрителей, шлемы пилотов, флаги. В черно-белом варианте сосредоточусь на выражении лица пилота, на его руках, сжимающих руль, чтобы передать его концентрацию и напряжение момента.

А что Вы думаете по поводу цифровой фотографии, различных фильтров, ретуширования, снимков, сделанных на мобильные телефоны? По-Вашему, они изменили в какой-то степени отношение к фотографии? Вам не хватает классической фотографии, сделанной на пленку? Каково вообще будущее фотографии?
Цифровая фотография и мобильные телефоны безусловно сделали фотографию общедоступной, сегодня все могут фотографировать. Но на самом деле меняется только прибор, которым делается фото, неизменным же остается талант того, кто фотографирует. Талант и идеи - вот, что по-настоящему имело и продолжает иметь значение. Конечно, техника делает разницу, например, хороший фотоаппарат позволяет делать снимки даже при слабом освещении, которые невозможно сделать мобильным телефоном. При переходе с обычной на цифровую фотографию поменялись некоторые технические правила, к которым нужно было привыкнуть. Неслучайно сегодня организуют различные курсы цифровой фотографии.

Обычно, когда я фотографирую, я сразу же стараюсь представить себе итоговый кадр. Но в то же самое время мне нравится экспериментировать, сегодня с помощью фильтров и Photoshop можно добиться различных эффектов, post-production иногда необходима. Но как я всегда говорю, неудачный снимок всегда останется неудачным снимком, несмотря ни на какие трюки и фильтры. Удачный снимок не столько пытаешься улучшить, сколько добавить в него изюминку.

В целом я за прогресс, поэтому не сожалею об ушедших в небытие фотопленках. Хотя иногда мне нравится возвращаться к старинным эффектам. Например, первые снимки для выставки HANDMADE были сделаны на пленку, с так называемым "зернистым" эффектом, который на самом деле был дефектом пленки, но мне он нравился. Последующие снимки, сделанные на цифровую камеру, я постарался привести к точно такому же эффекту.  Сегодня мы живем в эпоху изображения, которое главенствует как никогда, во всех сферах, так что думаю, что будут меняться технологии, но будущее фотографии представляется мне более, чем безоблачным. К тому же фотография - это универсальный язык, который все понимают и который не нуждается в переводе.

Почему Вы решили устраивать выставки только сейчас, после 30 лет увлечения фотографией? Почему не раньше? Что Вы ожидаете от выставок?
В каком-то смысле идея выставок возникла случайно. Поначалу я не думал выставляться, меня интересовал только сам факт делать фотографии. Но постепенно, по мере получения положительных отзывов, комментариев и подбадривания, я решил пойти дальше, не ограничиваясь показом моих фотографий только друзьям и знакомым. Сначала я стал принимать участие в конкурсах, с которыми, если честно, у меня так и не сложились отношения, несмотря на различные попытки с моей стороны. Тогда я решил организовывать мои персональные выставки, единственный способ заявить о себе и показать мои работы широкой публике. Естественно, не имея спонсора или агента, требуется немало времени на реализацию каждого проекта, от идеи до экспозиции.


Путем выставок я пытаюсь понять, насколько нравится то, что я делаю, насколько мои идеи, которые я пытаюсь выразить через фотографию, находят отклик у посетителей. Тем более, что мне нравится заниматься выставкой от А до Я, то есть не только снимать и выбирать фото для той или иной выставки, но и создавать рамки для фото, заниматься выбором и оформлением пространства, где они будут выставлены, чтобы передать тему выставки. Например, проект HANDMADE рассказывает о ручном труде, поэтому рамки для этой выставки я сделал сам, вручную, из необработанного дерева, покрыв их краской лишь в один слой. Так проект превращается в своего рода инсталляцию. И это еще один способ выделиться на общем фоне, делать что-то не похожее на других.

Расскажите подробнее о выставке HANDMADE. Почему она организована именно в Candle Store?
Идею этой выставки я вынашивал очень долго, хотя она не сразу воплотилась в проект. Меня всегда привлекал ручной труд, движения, жесты, которые мы воспроизводим руками, особенно когда работаем. Так, поначалу я делал фотографии, сосредоточившись только на руках, но я видел, что этим фото чего-то не хватает. Позже я понял, что рукам не хватало самого человека, мастера, выражения его лица, его сосредоточенности, то есть всего того, что передает творческий процесс. Так я стал делать портреты.


Первые снимки быди сделаны 30 лет назад, когда я искал идеи для конкурса на тему "Рим эпохи барокко". Тогда я часто ходил на via Giulia, в самом центре Рима, на которой в то время было много ремесленных мастерских, в которые я заглядывал и фотографировал мастеров за работой. Потом эти снимки долго пролежали на полке, почти позабытые. Время от времени к ним добавлялись другие, на эту же тему. И вот, наконец, в прошлом году, во мне созрела идея объединить эти фото в один проект.

Выбор Candle Store оказался совершенно случайным. Я познакомился с Андреа Мораес  владелицей этого магазина, благодаря снимку, сделанному в магазине. Мы разговорились, я рассказал ей про мое увлечение фотографией, и неожиданно она предложила мне организовать у нее в магазине выставку. Размышляя на тему выставки для этого магазина-лаборатории, мне пришел на ум мой проект о ремесленниках, который как нельзя лучше подходил для этого пространства. Идея сразу же понравилась и Андреа. Одним словом, HANDMADE - это случайное совпадение многих обстоятельств, идей, людей. У каждого из нас своя судьба, свой путь, который мы проделываем, и иногда эти пути пересекаются, в данном случае пути пересеклись на проекте HANDMADE в Candle Store.

Есть ли у Вас уже какие-то новые проекты, идеи?
Да, конечно, у меня уже есть новый фотопроект, практически готовый, совершенно отличающийся от предыдущих. Как я уже говорил, мне нравится менять жанры и темы. Сейчас я ищу место для этого проекта, кто знает, может даже за границей. Время покажет.

Выставка HANDMADE открыта для публики в Candle Store на via Urbana, 21 до 15 мая, по всем дням кроме воскресенья, с 10.00 до 20.00. Каждую пятницу во второй половине дня на выставке присутствует автор фотографий.


Фоторепортаж с вернисажа HANDMADE

подготовка к вернисажу

осталось только зажечь свечи

теперь все готово

в ожидании гостей

фотограф нервничает

гости вечера





вечер удался

фотография на память

venerdì 19 aprile 2013

Tartufi & Friends



Questo mercoledì sono finalmente riuscita a visitare per pranzo Tartufi & Friends. La scusa era più che valida – l’incontro a Roma con una mia carissima amica arrivata dalla Russia che non vedevo da un po’ di anni. Un posto così raffinato era perfetto per festeggiare l’incontro.

Tartufi & Friends è il nuovo indirizzo per i buongustai apparso sulla mappa di Roma recentemente. Come si può indovinare dal nome la sua specialità sono i tartufi. Qui si può passare per ordinare un panino Gourmet take away oppure per comprare qualche prodotto con tartufo (a proposito, è un’ottima idea regalo dall’Italia al posto dei soliti souvenir). Se invece c’è un po’ di tempo a disposizione, allora ci si può fermare nel piccolo ristorante-bistrot, molto carino, per gustare senza fretta qualche piatto squisito e un bicchiere di vino. Se sarete indecisi nello scegliere tra i tantissimi piatti del menu il gentilissimo personale via aiuterà nella scelta. Da golosa di dolci con un’esperienza pluriennale vi consiglio di assaggiare il gelato di vaniglia con pinoli e fichi caramelizzati e miele al tartufo. Sorprendente e buonissimo!



Tartufi & Friends


В среду мне наконец-то удалось выбраться на обед в Tartufi & Friends. Повод для этого выдался более, чем подходящий - приезд в Рим моей хорошей знакомой из России, с которой я очень давно не виделась. Это место подходило как нельзя лучше для того, чтобы отметить нашу встречу.

Tartufi & Frineds – это новый адрес для гурманов, появившийся на карте Рима совсем недавно. Как можно догадаться из названия, его основная специализация – трюфели. Сюда можно заглянуть по-быстрому, чтобы заказать panino (сэндвич) Gourmet take away или купить какой-нибудь продукт, например, оливковое масло, соль, консервы, все, естественно, с трюфелем (кстати, это отличная идея в качестве подарка из Италии, вместо обычных сувениров). Если же в распоряжении есть время и хочется по-настоящему себя побаловать, то тогда можно расположиться в ресторане-бистро, миниатюрном и уютном, чтобы не спеша насладиться изысканными блюдами и бокалом вина. В многообразии меню вам поможет сориентироваться великолепный персонал этого заведения. Я лично, как сладкоежка с многолетним опытом, советую обязательно попробовать ванильное мороженое с кедровыми орешками, инжиром в карамели и медом с трюфелем. Изумительно и неописуемо вкусно!



lunedì 15 aprile 2013

Roma e erotica

Gli ultimi eventi che ho visitato mi hanno spinto a scrivere sul tema di Roma e l'erotismo. Innanzitutto Roma è una città incredibilmente sensuale già di suo: il suo caldissimo sole, la sua atmosfera rilassata, i suoi uomini e donne passionali. Quando penso a Roma mi viene spesso in mente un pezzo dal libro dello scrittore francese Frédéric Beigbeder "L'amore dura tre anni": "...abbiamo preso il primo aereo per Roma, ovvio, dove altro andare, Hotel d'Inghilterra, piazza Navona, Fontana di Trevi, desideri eterni, giri in Vespa, quando abbiamo chiesto i caschi il noleggiatore di scooter ha capito tutto e ha risposto che fa troppo caldo, amore, amore ininterrotto, tre, quattro, cinque volte al giorno,... il cielo è rosa,... l'amore, la vita, pomodoro e mozzarella annegati nell'olio d'oliva, la pasta al parmigiano, non si finiscono mai i piatti... Credo che non abbiamo dormito da dieci giorni, dieci mesi, dieci anni, dieci secoli..." Sì, Roma sveglia i desideri e la sensualità.


Uno degli eventi di cui parlavo è la mostra di fotografie di Helmut Newton White Women/Sleepless Nights/Big Nudes che ha luogo in questi giorni in Palazzo delle Esposizioni. 


Dopo questa mostra si capisce che Newton ha già raccontato nei suoi scatti tutto ciò che si poteva raccontare dell'erotismo, tutti gli altri dopo di lui sono solo una ripetizione. Adoro le donne delle sue fotografie, molte delle quali sono famose. Sono libere, disinibite, consapevoli della propria sensualità e del potere del sesso. Queste foto sono fatte all'epoca in cui non esistevano i ritocchi fotografici, così i loro corpi sono veri, così come erano davvero, anche con un po' di cellulite, con qualche difetto o ruga, a volte poco tonico. Penso che in un certo senso queste donne erano più libere delle donne di oggi fissate con la bellezza assoluta, con la chirurgia plastica, con la giovinezza eterna che non permettono nessunissimo difettuccio. Quelle donne erano sicure di se e non avevano paura della vecchiaia e delle imperfezioni.





Un altro evento invece è il famoso party Les Zouzettes che ho finalmente avuto il piacere di visitare organizzato dalla boutique romana ZouZou. Descrivere questo luogo in poche parole è difficile. È una boudoir, un negozio dedicato all'erotismo, un indirizzo esclusivo. Ma non chiamatelo sex shop! Perché sarebbe troppo riduttivo e scorretto. Da ZouZou si può trovare tutto ciò che fa pensare al mondo dell'erotismo e al sensual entertainment. È un luogo incantevole, sorprendente, ironico, che a volte fa cambiare l'opinione su alcune cose e semplicemente un interessante spazio per gli adulti. Questo posto merita almeno una visita.

Lo conoscevo già da un pò di tempo e sapevo delle loro serate che però non riuscivo a visitare. Ma finalmente mi è capitata un'occasione e non me la sono fatta sfuggire.

Non voglio svelare tutti i segreti della serata Les Zouzettes, che mi ha fatto ricordare le puntate della mitica serie TV Sex & the City. Vi dico solo che è un'ottima occasione per rilassarsi, conoscere delle donne interessantissime (alcune di quali sono anche famose), scoprire cose nuove e semplicemente passare una bella serata, divertente e informativa in modo giusto.

ZouZou – vicolo della Cancelleria, 9a, теl 06 6892176

Рим и эротика

Последние события, на которых я побывала, навели меня на мысль написать на тему Рима и эротики. Начнем с того, что Рим уже сам по себе невероятно сексуальный город: его горячее солнце, расслабленная атмосфера, темпераментные женщины и мужчины. Думая о Риме, мне на ум приходит описание из книги французского писателя Фредерика Бегбедера “Любовь живет три года”: "...мы взяли билеты на первый же самолет в Рим, естественно, куда же еще,Hotel d’Inghilterra, piazza Navona, Fontana di Trevi, вечные желания, поездкина Vespa, …, бесчисленные занятия любовью, три, четыпе, пять раз в день,... розовое небо,... любовь, жизнь, помидоры и моццарелла, утопающие в оливковом масле, паста с пармезаном, блюда, сменяющие друг друга… Мне кажется, что мы не спали десять дней, десять месяцев, десять лет, десять веков..." Да, Рим – это город, пробуждающий желания и сексуальность.

Одно из упомянутых выше событий - это проходящая в эти дни в Риме в Palazzo delle Esposizioni выставка фотографий Хельмута Ньютона White Women/Sleepless Nights/Big Nudes.


После этой выставки понимаешь, что Ньютон уже все рассказал про эротику в своих фотографиях, после него было лишь повторение. Обожаю женщин на его фотографиях, многие из которых знамениты. Это свободные, раскрепощенные, осознающие свою сексуальность и власть секса женщины. Фотографии сделаны в то время, когда не существовало ретуши, поэтому их тела представлены такими, какими они были на самом деле, с целлюлитом, с недостатками, с морщинами. Думаю, что в каком-то смысле эти женщины были более свободны по сравнению с нашим поколением, зацикленном на вечной молодости, на эстетической хирургии, на совершенной красоте, не допускающей ни одного мало-мальского дефекта. Те женщины были уверены в себе и не боялись старения и своих недостатков. 




Другое событие - знаменитая вечеринка Les Zouzettes, организованная в бутике ZouZou, на которой я наконец-то побывала. Описать бутик ZouZou одним словом сложно. Это будуар, эротический магазин, эксклюзивный адрес. Только не называйте ZouZou sex shop! Потому что это было бы слишком ограниченно и не совсем верно. В ZouZou можно найти все, что связано с миром эротики и сексуальных наслаждений. Это завораживающее, удивляющее, порой заставляющее поменять взгляд на многие вещи и просто интересное для взрослых пространство. Уверяю вас, что сюда стоит нанести визит, хотя бы раз в жизни.  

Этот бутик я знаю уже давно, и давно слышала об организуемых им вечерах, но мне все никак не удавалось на них побывать. И вот наконец такая возможность выдалась, и я не могла ее упустить.

Не буду раскрывать всех секретов вечера, немного напоминающего встречи главных героинь сериала “Секс в большом городе”, скажу лишь, что это - великолепная возможность расслабиться, познакомиться с интересными женщинами (некоторые из которых довольно известные личности), узнать новое о том, что казалось уже давно знаешь, и просто замечательно провести время, в меру развлекательно и в меру познавательно.

ZouZou – vicolo della Cancelleria, 9a, тел 06 6892176

mercoledì 10 aprile 2013

Intervista con Andrea Moraes di Candle Store

Andrea Moraes appartiene a quel tipo di donne che affascinano e ispirano. E non fatevi ingannare dal suo nome “maschile”! Brasiliana di Rio de Janeiro, è bellissima, positiva e piena di energia contagiosa.


Andrea è ideatrice e proprietaria del negozio-laboratorio Candle Store situato in pieno centro a Roma, nel Rione Monti. Si è trasferita in Italia con la sua famiglia 23 anni fa e ora si può dire che è romana d’adozione a tutti gli effetti. Fra pochi giorni Candle Store ospiterà la mostra fotografica HANDMADE, così abbiamo parlato con Andrea di questo evento, di candele, di Roma e di tante altre cose.

Andrea, mi racconti del Suo mestiere: quando e come è nata l'idea di fare candele?
Questo viene da tempi lontani, le candele hanno sempre fatto parte della mia vita. Quando ero piccola, vivevo con la mia famiglia in un posto dove non c’era luce elettrica. Quindi vivevamo alla lume di candele. Da lì è nato tutto. Più tardi, quando ci siamo trasferiti e avevamo già la luce ci è rimasta comunque l’abitudine di avere sempre delle candele in casa che creavano una atmosfera  particolare. Da allora sino ad oggi a casa mia non è mai mancata una candela.


Poi un giorno ho detto a mio fratello “Perché non cominciamo a fare candele?”. Però non volevamo fare le solite candele, banali, che si facevano una volta, volevamo fare una cosa artistica. Non  avevamo idea di come farle, di come lavorare la cera, è sempre stato tutto a livello intuitivo per noi, dai tempi in cui riciclavamo la cera delle candele consumate, nelle formine di fortuna, tipo la busta  di latte, le ciotole di IKEA, i pentolini ritrovati a casa che non usavamo più. Solo con il tempo abbiamo imparato a capire come e quando la cera e la candela cambia la luce, che tipi di tagli e ritagli  decorativi esistono, la colatura di cera ed altri trucchi di questo mestiere, facendo e rifacendo le candele, provando e riprovando, sperimentando.

Quali sono le cose che La ispirano quando fa delle candele? Come si crea una candela, da che cosa si parte?
L’ispirazione principale per me è la vita. Qualsiasi cosa può diventare l’ispirazione, l’erba, il tramonto, le conchiglie. Mi ispirano molto i miei viaggi. Ad esempio, la serie con i volti nasce dal mio  viaggio in Marocco dove ho visto un accampamento tuareg. Dopo l’India ho lavorato tantissimo con i colori, morbidi e trasparenti, come i loro tessuti. Anche i profumi sono fondamentali. Abbiamo  dei clienti che ci seguono da anni perché si affezionano agli aromi che lasciano le nostre candele. Dicono che sono buoni, riescono a trasmettere qualcosa di piacevole. 



Sono convinta che la cera  abbia anche capacità terapeutiche, sulla cera puoi sfogare tutto, il bello e il brutto, lo stress. Alcune delle nostre lavorazioni ad esempio sono frutto della rabbia. In altri casi ci vuole tanta calma,  pazienza. Insomma le emozioni che abbiamo dentro escono sempre fuori quando lavori la cera e influenzano il risultato finale.
Le nostre candele sono opere d’arte, vere e proprie. E anche pezzi unici, perché non ne esistono due uguali. Ho partecipato a varie fiere, con i migliori espositori da tutto il mondo che presentavano candele molto belle, ma devo dire onestamente che le nostre candele sono sempre state diverse. Forse perché la nostra manualità non era influenzata dai corsi, seguivamo solo il nostro intuito e  soprattutto trasferivamo sulla cera la nostra passione. Ho sempre pensato che la passione che ci metti ti distingue dagli altri.


Nel fare una candela ci sono tanti passaggi, perciò a volte ci vuole tanto tempo. Altre magari richiedono un po’ meno tempo. Ma passione, esperienza, curiosità e tante prove aiutano molto.  Cerchiamo sempre nuove tecniche e lavorazioni che permettano alle candele di durare molto di più nel tempo, senza distruggere il disegno. Una candela è quasi viva, vive con il suo proprietario e si  adatta al suo modo di vivere. Ha un senso quasi filosofico. Ad esempio le nostre ciotole a forma concava rappresentano la donna, la candelina interna – l’uomo che brucia di passione e l’acqua  interna - il buonsenso. Alleghiamo le istruzioni d’uso alla candela per permettere ai nostri clienti di avere un oggetto di luce e d’arredo che può regalare oltre a tutto tante emozioni. Quando lavori con la cera non esistono sbagli, qualsiasi errore si può recuperare, e anche questo è molto filosofico.



Roma La ispira in qualche modo?
Roma è piena di ispirazione, ma non tutti i suoi quartieri. Per me è importante respirare l’aria dell’artigianato, vivere un piccolo paese in una grande città. Rione Monti possiede questa atmosfera. Qui c’è gente che lavora pellame, vetro, legno, ci sono ancora degli artigiani che lavorano; vivono di questa passione. Soprattutto qui, in via Urbana. Infatti abbiamo creato l’associazione Via Urbana che unisce artigiani e commercianti per cercare di tirare fuori il valore aggiunto che ha questo posto.


Vogliamo migliorare la via, sia per chi ci lavora sia per chi ci vive. Ad esempio, abbiamo organizzato l’evento Urbanissima. La prima edizione è stata lo scorso dicembre, è stato un bellissimo evento con la musica e tante iniziative dove la gente si è divertita. La prossima edizione ci sarà  il 15 maggio con vari laboratori didattici dove la gente potrà imparare vari mestieri. Anche questa volta sarà molto divertente, la sera ci sarà il concerto jazz perché la musica è importante, attira e unisce.

So che Candle Store fa anche dei corsi…
Sì, vero, facciamo dei corsi di lavorazione della cera. Naturalmente noi insegniamo e trasmettiamo solo le tecniche di lavorazione. Poi dipende da chi farà questo lavoro che cosa riuscirà a creare. Dipende dalla sua fantasia e cultura. Alcuni lo vedono più come un business che una forma d’arte. Io ad esempio se prendo la mia prima candela e la paragono a quelle che faccio oggi vedo  tantissima differenza, sviluppo. Perché ho messo e trasmesso tutto ciò che ho vissuto, l’ho elaborato facendo le candele. Altri magari non cambiano molto puntando di più sul sicuro, su quello che si  vende bene. Insomma, dipende dalle proprie aspirazioni. Ma va bene qualsiasi approccio.
Facciamo dei corsi anche  per i bambini. Adoro lavorare con i bambini perché lavorare con loro è una grande gioia, a dir la verità mi diverto molto di più con loro che con i grandi. I bambini hanno la creatività, non hanno paura di sbagliare, non hanno dei filtri, sono spontanei. Le informazioni sui corsi si possono trovare sulla nostra pagina FB.

È difficile gestire il negozio nel centro di Roma? Quali sono le difficoltà? E i vantaggi?
Ci sono pro e contro. È una bella zona, ci sono tanti turisti. Ma poi c’è il problema del parcheggio, dei marciapiedi che mancano, le strade disastrate. E le istituzione purtroppo non aiutano molto. Roma è una città antica, difficile da gestire, da curare, ma forse il problema è che non ha ancora trovato la sua amministrazione. E c’è tanta burocrazia. Purtroppo spesso anche la gente non collabora, e invece di unirsi ragiona ancora pensando solo a se, in modo distaccato. Così i problemi non saranno mai risolti. Invece si potrebbe provare a convivere. 
Ad esempio, Candle Store fa  anche dei laboratori gratuiti con i bambini permettendo ai bambini di fare qualcosa di creativo in uno spazio sicuro e ai genitori di avere 1-2 ore libere per fare delle commissioni senza la necessità di  cercare e pagare una baby-sitter. Questo è un esempio di collaborazione, di sinergia con gli abitanti di questa via. Solo così possiamo andare avanti. Il mio pensiero è semplice: se io creo qualcosa  di bello che mi fa star bene, allora creo qualcosa di bello anche per gli altri che a loro volta ne parleranno con gli altri in modo positivo spargendo la voce.
Comunque la scelta di gestire questo negozio qui non è casuale, perché solo così possiamo trasmettere la nostra passione, installare un rapporto con i nostri clienti, di raccontare la storia della  creazione di questa o quella candela, di inventare un disegno su misura. Qui gira gente particolare, con la quale può nascere uno scambio di idee. Ad esempio, ora ospiteremo la mostra HANDMADE di un artista, fotografo Antonio De Paolis che presenterà un progetto fatto e studiato nell’arco di più di 30 anni, dedicato agli artigiani. L’idea di fare questa mostra è nata quasi per  caso, il fotografo passava qui, ha visto Fabrizio, il giovane artigiano che lavora qui con me, lavorare ad una candela, gli ha chiesto di poter fare delle fotografie, e da lì abbiamo deciso di fare la  mostra insieme. Si sono incontrate e intrecciate due creatività, due idee, due energie.


Attraverso il progetto di Antonio uniremo vari artigiani che per una curiosa coincidenza si uniscono anche nel lavoro a cera, perché per il nostro lavoro utilizziamo tantissimi strumenti che provengono  dai vari mestieri. E poi è molto bella anche la scelta di fare le fotografie in bianco-nero che dà la sensazione di tempo perduto, ci riporta alle cose semplici ed essenziali. Siamo diventati dei  consumisti, ormai buttiamo via le cose che si rompono, invece di ripararle, dimenticando che le cose hanno e mantengono il loro e anche il nostro passato. Ed è brutto. Forse con la crisi torneremo  ad apprezzare le cose, torneremo ad una dimensione di vita più umana. E poi la crisi può essere anche positiva, può spingere a pensare e a partorire delle nuove idee. 
Per noi questa mostra è un  valore aggiunto. Trovo bellissimo dare lo spazio agli artisti e in modo particolare alla fotografia che amo molto e che coglie l’attimo per sempre. Credo che questa passione, questa sinergia tra noi e  il fotografo saranno trasmesse al pubblico.

Il Suo legame con Roma? Potrebbe vivere lontano da Roma?
Amo molto questa città, Roma è meravigliosa, è davvero la culla della civiltà, qui respiri arte dappertutto. Non sono nata qui, ma ho scelto di trasferirmi a vivere qui proprio perché la amo come  nessun romano potrà mai amarla, in modo assoluto, la amo per scelta mia. Secondo me però bisogna far crescere il livello di cultura degli abitanti di Roma, la comprensione del fatto di avere un gioiello di città, se la gente non se ne renderà conto sarà sempre più difficile viverci e mantenere questo gioiello. Roma secondo me potrebbe vivere di solo turismo, dando lavoro a tanti, ma bisogna organizzarsi bene, essere professionali, liberarsi dalla burocrazia, avere cultura generale. 
Sono nata in Brasile, un paese in pieno sviluppo che oggi probabilmente mi potrebbe dare molte più possibilità dell’Italia, dove potrei tornare e mettere a frutto tutto ciò che ho imparato qui, però devo dire onestamente che nonostante tanti problemi non riesco ormai a stare lontana da Roma. 
E poi Roma è fantastica anche dal punto di vista geografico. Da qui posso viaggiare in tutta Europa, in Africa nel giro di poche ore e in pochi giorni. Invece se voglio visitare gli stessi posti partendo dal Brasile o semplicemente girare anche all’interno dello stesso Brasile, devo programmare viaggi lunghi e molto in anticipo spendendo molto di più.

Quale è il Suo indirizzo o posto preferito a Roma?
Ci sono tantissimi posti che io adoro a Roma, ma come risposta a questa domanda scelgo la terrazza sopra al Colosseo da dove si apre il panorama su questo monumento. Il Colosseo mi piace  tantissimo, è un posto così particolare, un simbolo della riunione del popolo, era un luogo della vita e della morte, dove regnava una energia pazzesca. Mi piace fare tutto il viale dei Fori Imperiali,  guardare le mappe in marmo che mostrano la crescita dell’Impero romano, osservare le rovine dei palazzi straordinari e poi arrivare al Colosseo. Mi piace fare questa passeggiata anche di notte, poi salire sulla terrazza, sedersi e osservare il Colosseo pensando a come erano le case di quel epoca, la gente, i mercati, lo trovo straordinario. È uno dei miei posti preferiti a Roma in assoluto.


Fotografie - Antonio De Paolis

Candle Store - via Urbana, 21