mercoledì 24 settembre 2014

Fashion jewelry Toi et Moi: mondo di sogni e fantasia

Quando ho incontrato Mara De Longis per la prima volta, non potevo immaginare quanto è poliedrica e creativa. Durante quella nostra prima conversazione è emerso che a parte insegnare e dirigere lo IED Roma Moda Mara gestisce anche il proprio brand di fashion jewelry Toi et Moi. Più tardi, durante la settimana dell’alta moda a Roma in luglio c’è stata la presentazione "PASsage" nell’ambito della quale è stata presentata la nuova collezione di Toi et Moi, che ha lasciato un forte impatto. Mi ha ricordato la favola dell’uccello fantasmagorico nel bosco magico. Proprio in quella occasione ho deciso di incontrarmi di nuovo con Mara e parlare con lei, questa volta proprio di questo suo progetto personale. Così è nata questa intervista.


Come e quando è nato il brand Toi et Moi?
La volontà di creare un prodotto tutto mio è nata nel 2008. In qualche modo sono stata spinta a questa decisione da mio marito, all’epoca mio fidanzato, che tra l’altro non ha niente a che fare con la moda. Fare qualcosa di mio sembrava un sogno irrealizzabile, invece lui continuò ad insistere su questa cosa e ad un certo punto l’ho preso sul serio.

Ci sono voluti 2 anni per elaborare questa idea e prodotto. Gli obiettivi che mi ero data erano da subito importanti, avevo deciso che volevo esporre a Parigi a Premiere Classe, la fiera più importante dell’accessorio. Entrare in Premiere Classe non è affatto semplice, quindi in qualche modo ho cercato anche dei compromessi. Quindi nel 2010 ho partecipato al Premiere Classe a Dubai. Poi ho fatto qualche altra fiera incluso Tranoï a Parigi, un altro riferimento importante sia per i buyers che per gli espositori. Entrarci non è stato facile, ma alla fine ce l’ho fatta. Ora Parigi continua ad essere una piazza importante per me, li esponiamo due volte l’anno e mi permette di trovare i buyers competenti.

Quindi la scelta del nome francese è dettata da questa impostazione?
In qualche modo sì. Ma in realtà c’è anche una parte romantica. Quando io e mio marito abbiamo parlato seriamente dell’idea di lanciare un mio proprio brand, eravamo a Parigi. Ad un certo punto stavamo discutendo su come chiamare il brand. E stavamo di fronte ad un negozio di souvenir, che aveva delle tazze su cui era scritto Toi et Moi. A quel punto la decisione era presa.

Per me le cose importanti sono quelle che si costruiscono insieme, al compagno di vita o ad un collega o ad un amico. Per me funziona sempre il lavoro di gruppo. Il progetto non è mai soltanto mio. É mio con un insieme di altre cose che funzionano bene. E mi piace molto che nel nome del brand ci siano due entità diverse che unite danno poi vita ad una cosa unica. É un po' come un figlio. In questo nome mi piace tutto, il suono, il concetto, in qualche modo è anche un omaggio a mio marito.

In che cosa si distingue Toi et Moi dagli altri brand del fashion jewelry?
Io guardo molto quello che c’è in giro, sono molto attenta a tutto quello che il mercato offre, dal più economico a quello del lusso. Ci sono tante belle cose, non penso che il mio prodotto è più bello degli altri, anche perché parliamo di una cosa molto soggettiva. Credo però che il valore aggiunto del mio gioiello è quel qualcosa che dà una specie di allure a tutto il resto, all’abito, al look. Spesso lo capisci solo quando te lo togli e allora sembra di rimanere spogliato, nudo.


Infatti dico sempre che le persone devono indossare i gioielli per capire la differenza, per capire come si vedono diverse con quello o quell'altro gioiello. Tanta gente quando li vede in foto dice “No, io non metterei mai una cosa del genere!” come se quello dovesse essere indossato solo sul red carpet. Invece no! Bisogna provarli, per vedere la sensazione che suscitano. Ecco, vorrei trasmettere innanzitutto una sensazione. La sensazione di trovarsi nell’ambiente onirico e surreale, in un’altra dimensione. Che ti fa sentire un po' al di fuori del contesto in cui stai, ti fa sentire diversa e comunque unica. La sensazione di vedersi in un modo diverso perché ti fa scoprire anche i lati o desideri propri di cui non ti sospettavi nemmeno. Pensi di non poter indossare quella cosa, invece ti senti speciale quando la indossi. Ecco, vorrei regalare questa sensazione.

Che cosa c’è nell’assortimento di Toi et Moi?
Cerchiamo di dare una scelta al nostro cliente che possa spaziare da un pezzo più importante ad un pezzo più contenuto. Nelle nostre collezioni ci sono collane innanzitutto, ma anche orecchini, bracciali e anelli. Facciamo anche ogni stagione cerchietti per i cappelli e la mollettina. Ma è la collana l’elemento più importante, proprio perché mi piace la parte del corpo che la collana veste, trovo un completamento dell’immagine il collo adornato.

In questo momento stiamo puntando tantissimo su un nostro prodotto, molto Toi et Moi, è un colletto di camicia con una collana attaccata che viene venduto così, come se fosse un’unica entità. In realtà sono due elementi differenti, staccabili. Per me la cosa fondamentale è creare un prodotto che sia l’unione di idee diverse, di elementi diversi.


La fascia dei prezzi?
Ad esempio, il nostro bestseller, il colletto, nella versione basic va dai 280 euro ai 350 euro. Poi abbiamo dei pezzi immagine, sempre collane, che possono andare in vendita a 500-600, anche 700 euro. Per gli orecchini si parte dai 120 euro.

Pensate di sviluppare gli altri accessori come borse, scarpe?
Sì, assolutamente sì. Al di là del fatto che ho una grande passione per la pelletteria, il nostro prossimo obiettivo è quello di lavorare su una borsa che sia una borsa-gioiello, una borsa con le caratteristiche di Toi et Moi.

Parliamo della vostra produzione.
La parte di creazione del prodotto è una cosa che faccio io personalmente, il bijoux in se lo creo io. La produzione viene fatta in Italia in un laboratorio a Bologna che ho conosciuto per caso a Parigi durante una fiera. Tutto è handmade, fatto a mano. Ci siamo trovati da subito in sintonia. L’artigiano che mi fa le cose le fa come fossero le sue. Il rapporto che abbiamo instaurato con lui è un rapporto di scambio reciproco, per cui lui sa che è importante anche la sua opinione. Quindi lui mi da suggerimenti, cerchiamo delle soluzioni insieme. É importante che la persona che interviene nel progetto abbia la consapevolezza che il suo punto di vista è fondamentale. Perchè qualunque risultato raggiungiamo è il risultato del lavorare insieme che corrisponde al concetto di Toi et Moi e della mia idea dell’etica nel lavoro.

Avere un confronto e un rapporto con le persone con cui lavoro, dall’artigiano all’ufficio stampa al commerciale per me è fondamentale. Le persone con cui lavoro credono nel progetto, credono con passione perché lo vivono un po' come una favola in cui credere e alla fine diventa una passione per tutti e non un semplice lavoro meccanico. E quando riesco a trovare questa sintonia con le persone allora scatta la magia e posso già dire che ho raggiunto l’obiettivo. Perchè vuol dire che sono riuscita a far appassionare la persona alla mia storia, a trasmetterla, a dare il giusto senso al lavoro.

Mi proponevano anche la produzione all’estero, per risparmiare sul costo del lavoro, sulla materia prima. Io preferisco non rinunciare alla qualità della materia prima e della lavorazione, anche se questo significa vendere il prodotto al prezzo più alto. Il fatto che siamo riusciti a fidelizzare dei clienti vuol dire che il prodotto ha un buon riscontro all’esterno e per il cliente siamo affidabili. Per me l’affidabilità dell’azienda è fondamentale. Voglio dare al mio cliente un servizio di alto livello che si esprime nella qualità del prodotto, negli assortimenti, nella consegna delle produzioni, nella serietà dei rapporti che devono andare al di là dell’oggetto in se, del fatto compra-vendita. Questo è senza dubbio un valore aggiunto.



Ogni volta che consegniamo le nostre produzioni ai retailers scrivo personalmente una lettera al cliente per ringraziarlo per dei prodotti che ha scelto, allegando magari un piccolo cadeaux, come il catalogo o l’anteprima sulla nuova collezione. Sono piccoli gesti che fanno la differenza. Mi piacerebbe riuscire a fare questo anche con i clienti finali, anche se non è facile visto tutti i passaggi che ci dividono. É chiaro che la collana Toi et Moi non è una cosa indispensabile, senza la quale non potremo vivere, chi la compra compra sopratutto le emozioni, le sensazioni, l’esperienza. Il mio obiettivo è far arrivare tutto questo fino al cliente finale.

Ogni tanto fa anche delle collaborazioni.
Sì, le collaborazioni sono l'unione di due elementi diversi. Ho sempre bisogno di un intervento dell’altro che ha un occhio un po' diverso dal mio e dal mondo della moda. Ad esempio, abbiamo fatto una collaborazione con un’artista rumena, Corina Cohal che ha interpretato Toi et Moi con disegni inclusi poi nel video “Imaginarium” che racconta una storia animata creato dal regista Massimo Ferrari incluso nel programma ASVOFF.

Posso svelare che c’è work in progress con Carola Roma, vogliamo creare una borsa che sta un po' a metà tra Toi et Moi e Carola Roma.

Parliamo invece delle Sue ispirazioni. Come crea le collezioni?
Faccio due collezioni stagionali l’anno e le presento nel periodo delle settimane della moda prêt-à-porter donna. E poi c’è anche la parte continuativa, che si è creata nel tempo. Abbiamo 3 articoli continuativi che portiamo avanti fin dall’inizio, che in realtà sono i più venduti. Ogni stagione cerchiamo di dare una versione un po' innovativa, magari in un colore diverso.


Quasi sempre mi riferisco ad una visione dell’oggetto che rimane nell’ambito del art deco. Un po' come linee, un po' per trasporto e gusto personale mi rendo conto che sono sempre orientata in quella direzione, anche involontariamente, anche quando provo a metterci qualche altra contaminazione, comunque torno sempre lì, su quelle forme, su quelle linee, è inevitabile. Forse questo è legato ad un fatto personale: una nostra grande amica di famiglia a cui ero molto legata, passava molto tempo a Parigi e aveva una galleria d’arte. In qualche modo sono stata trasportata in questo mondo e secondo me questa cosa me la porto dentro, ritorno sempre a quel mondo lì.

Mi rendo conto che quello che cerco di mettere nei gioielli, comunque nelle creazioni è sempre un immaginario del mondo che mi porto dietro, il mondo un po' al limite tra il surreale e l’onirico, un po' fantastico. Per me il gioiello è un po' come per le bambine che si mettono tutti i gioielli della mamma addosso. Il gioiello deve sempre far sognare. Coco Chanel diceva che “L’illusione è la cosa che conta”. Difficilmente il mio bijoux è un filo o una catena semplice, c’è sempre un elemento, un animale, una piuma, un elemento che ti riporta ad un concetto fantastico.


Il mio interno è un insieme di tutte cose che accadono fuori e che mi girano intorno: film, spettacoli, mostre, si elaborano dentro di me. Ci sono delle cose che trovo folgoranti, ad esempio ho visto “Gran Budapest Hotel” di recente, mi è piaciuto tantissimo! La costumista Milena Canonero è geniale! C’è una sensazione di colori, di immagini che sicuramente sono rimasti dentro di me e poi magari un giorno si esprimeranno in qualcosa di nuovo. Ci sono tanti componenti che in qualche modo vengono elaborati e poi cerco di tirarli fuori e di trasmetterli.

Ha una musa?
Mia nonna. Era una figura di riferimento per me perché sono cresciuta anche con lei. Quando io penso ad una donna penso a lei. Nella mia famiglia le donne hanno avuto un ruolo chiave, anche nella mia crescita. Un po' come in tutte le famiglie. Sono loro le mie muse. Donne intelligenti, che hanno studiato, lavorato, hanno ricercato una loro identità. Donne che hanno avuto coraggio quando c’era la guerra e fame.

Riconosco la loro forza, il coraggio di credere nelle cose, di avere delle proprie idee, di strutturarsi come le persone in un momento difficile. Il loro insegnamento è di essere una persona onesta, corretta, nel studiare, lavorare e dare il giusto valore al lavoro degli altri, riconoscere dignità al lavoro. Insomma, sono molto legata alla mia famiglia, riconosco grandissima ricchezza in loro, nell’educazione che mi hanno dato.

C’è qualche personaggio famoso che potrebbe diventare testimonial di Toi et Moi?
No, perché non mi piace identificare il prodotto con un’immagine o una persona precisa. Un pezzo di Toi et Moi lo può indossare la ragazza di 20 anni, la blogger che ne avrà 25 come una signora un po' adulta. Secondo me l’aspetto interessante è proprio che lo stesso oggetto su persone diverse con età diverse assume anche il valore diverso, come se in qualche modo rispecchiasse la personalità della persona che lo indossa.

Infine, dove si possono acquistare i prodotti Toi et Moi?
Siamo presenti all’estero in Giappone, Cina, Taiwan, Paesi Arabi, Hong Kong, USA, Russia. Non ho partnerships esclusive e sono sempre aperta ai contatti nuovi. In Italia non vendo in retail, ma siamo presenti su due piattaforme di vendita on-line lacrom, runway2street, birikbutik. Nei nostri progetti c’è anche l’apertura dell’e-shop sul nostro sito. Penso che sia il futuro e anche un servizio importante.

Fotografie per gentile concessione di Toi et Moi