venerdì 4 luglio 2014

Intervista con Carola Pennacchiotti


La cosa più difficile nella preparazione per l’incontro con Carola Pennacchiotti è stata la scelta della borsa. Perché Carola è una designer di borse ed era ovvio che avrebbe dato un’occhiata critica alla mia scelta.

Ho conosciuto Carola ed il suo brand Carola Roma attraverso Instagram ed ha subito suscitato grande interesse in me. Ed eccomi ad incontrarla in un caffè in pieno centro a Roma, per parlare del suo brand, dei suoi progetti e di Roma.

Raccontami della tua attività: quando e come è nata l'idea di creare questo brand? Le tue esperienze professionali precedenti?
Quando ero piccola mi piaceva la moda in generale, facevo sempre degli schizzi, etc. Poi crescendo mi sono autocensurata, da sola, in modo spontaneo. Mi è venuto un rigore negli studi. Non ho mai dato grande credito alle mie doti artistiche. Pensavo di lavorare nella moda, ma a livello gestionale. Così dopo il Liceo linguistico ho conseguito la laurea specialistica in Economia e Management seguita da un’esperienza lavorativa nel marketing e dal Dottorato in Innovazione e Tutela dei Consumatori all’Università Roma Tre.

Poi ad un certo momento, quasi per gioco ho iniziato a fare le borse. In realtà sono la mia ossessione, oltre che la mia passione. È un accessorio fondamentale, con cui ci si può sbizzarrire. Così ho iniziato a farle io, curare la creazione e lo sviluppo dei prototipi di borse prevalentemente di stoffa e di plastica usando materiali di recupero e seguendo così le mie idee riguardo la tutela dei consumatori, l’ambiente e l’innovazione. Poi ho conosciuto un laboratorio e così ho cominciato a fare le borse in pelle. Infine tutto questo mi ha portato a lanciare il mio brand di borse e accessori, Carola Roma, nel gennaio 2014, meno di un anno fa.


Certo, è un momento particolare, difficile per lanciare una nuova attività. C’è la crisi, ci sono delle difficoltà al livello di mercato, perché siamo tanti, ci sono tante persone brave che si impegnano come giusto che sia. Ma il problema vero qui in Italia sono le tasse e il poco aiuto, soprattutto ai giovani che vogliono lanciare le proprie imprese. Gran parte delle uscite vanno allo stato e all’INPS. Poi per fortuna ci sono dei momenti di soddisfazione, così grandi da compensare le difficoltà. Secondo me devi almeno provare a seguire le proprie passioni, soprattutto se hai ancora meno di 30 anni (Carola ne ha appena compiuti 28).

Che cosa definisce e distingue il tuo brand dagli altri?
L’artigianalità, ogni modello è Made in Italy, interamente sagomato a mano in un laboratorio nel centro di Roma. La ricerca di materiali, pellami, tessuti ecologici, innovativi e tecnici. La cura per i dettagli inaspettati. La qualità. La voglia di superare la monotonia dell’omologazione.

Come si crea una borsa? Da che cosa si parte, da un'idea, una storia, un'emozione? Quali sono le cose che ti ispirano? 
Come brand e come persona sono molto flessibile. Quindi creo a secondo del momento, della necessità, delle esigenze.

Io sono una pagina bianca, non ho studiato moda o design a livello di storia. Ovviamente ho il mio bagaglio culturale, però ho studiato tutt’altro. Ne sono comunque contenta, perché mi permette di fare tante cose anche da sola in questo momento. E sono molto concreta. Mi definisco una creativa pragmatica.

L’ispirazione per la collezione estiva nasce dalla mia città, Roma, dalle cose che mi da. In primavera-estate a Roma ci sono degli odori, dei colori che ispirano tantissimo. Ho viaggiato molto, spero di viaggiare ancora di più, ogni città ha la sua peculiarità e Roma ha queste cose.


E la strada, i trend che girano in strada ti influenzano in qualche modo?
Questo un po’ meno, perché comunque chi osa in strada osa sempre in modo omologato. Anche chi vuole essere diverso lo fa come lo fanno a New York piuttosto che a Londra, basta vedere Instagram per notarlo.

Mi ispiro molto dalla praticità che devono avere le mie creazioni. Ad esempio, sono sempre sul motorino, ho proprio necessità pratiche della tasca, dell’apertura, dei manici. Il mio zaino Amanda ha quattro moschettoni che permettono di spostarne i manici e utilizzarlo sia come borsa a spalla sia come tracolla. Le mie borse hanno vari utilizzi e sono molto leggere.

Più che la strada sono le mie amiche che mi suggeriscono delle idee, magari mi dicono “mi servirebbe questa cosa” oppure “ho sempre desiderato questo modello”. Insomma, creando cerco di combinare tutte queste ispirazioni e così nasce qualcosa solo mio.
 
Usi anche dei materiali di riciclo?
Sì, ad esempio uso le sacche del caffè di iuta. Le tratto personalmente, le lavo, le faccio asciugare ed essiccare due volte. È un processo per togliere l’odore e irrigidire la iuta. E poi le cucio e ne faccio degli accessori. Così le sacche del caffè si trasformano in accessori, lo trovo bellissimo e una idea contemporanea. Tra l’altro anche il prezzo è facilmente accessibile.

Un altro esempio: con le parti che rimangono dalla produzione delle borse e dai così detti scarti di pelle (anche se, a dir la verità, chiamarli scarti è davvero diminutivo) faccio dei bracciali di pelle. Insomma, mi ingegno sempre con nuove idee per poter sprecare meno possibile.   

Che altro entra nella tua linea di accessori?
A parte i bracciali adesso sto facendo anche collane, portafogli, portachiavi, agende, di vario tipo. Tutto in pelle. C’è anche il prodotto uomo. Ad esempio, c’è una borsa nella nuova collezione, una borsa da lavoro, da giorno che è unisex.

Crei anche su ordinazione, prodotti custom-made?
Sì, certo. Ad esempio, una ragazza mi ha contattato, voleva un secchiello senza frange. Altri mi chiedono magari un colore particolare. Vado sempre incontro a queste richieste.

Credo tantissimo nella personalizzazione come il futuro del lusso. Secondo me il vero lusso, al di là del costo, è l’unicità. Avere qualcosa che hai solo tu. È una cosa davvero impagabile. Purtroppo siamo nel periodo della globalizzazione totale, quello che vendono a Roma lo vendono anche a New York o Barcellona. Si perdono i prodotti e i posti particolari. Questo va bene al livello economico, ma va male per quanto riguarda l'artigianalità. Anche se devo dire che in Italia con la crisi si è riscoperto tanto il lato artigianale, le persone si sono messe molto in discussione per tornare a fare cose che non faceva più nessuno. La gente vuole avere le cose uniche.

La fascia dei prezzi delle tue borse?
Partiamo dai 190 euro fino al massimo 350 euro. Spesso quando mi contatta un cliente fisso c’è anche un prezzo particolare, con lo sconto, perché preferisco incentivare le persone con cui comunque nasce un rapporto diretto.

Dove si possono acquistare i tuoi prodotti? 
Da Bagheera (in via Antonelli, 26 ai Parioli) e sullo shop online appena lanciato sul mio sito. Anche da Facebook si potrà accedere all’e-shop.

Comunque sto puntando tanto all’estero con il mio prodotto. Mi interessa molto anche il mercato russo, spero di trovare presto un partner valido.

Quale è il tuo modello di sviluppo?
Diciamo che la mia ambizione, forse anche da economista, è crescere, sviluppare  produzioni più grandi a livello di numeri. Questo sicuramente richiede una organizzazione a livello di business diversa, investimenti diversi. Certo, l’andamento dipende da tante cose, anche dalla mia vita personale. Per il momento per andare in questa direzione ho già fatto alcuni passi: ho l’ufficio stampa a Milano, spero di partecipare a fiere importanti l’anno prossimo. Comunque il passo dall’artigianalità alla grande produzione è molto complicato. Anche la distribuzione ha un suo ruolo. Posso aumentare la produzione, ma poi devo sapere dove vendere i miei pezzi. Insomma, a volte è davvero difficile, perché non sai quale passo fare prima: devo prima produrre o devo prima distribuire? Vediamo come vanno le cose, ma comunque la volontà è tanta.

Hai mai avuto qualche brand come punto di riferimento? 
Sicuramente uno dei brand che ho amato più di tutti, soprattutto da acquirente, è stata Prada al livello di accessori. Mi piace molto il suo stile. Giocano molto sui dettagli, sui colori o sulle fantasie più che sulla forma. Adesso ovviamente non porto più le sue borse perché devo promuovere le mie (ride), ma mi sono sempre piaciute.

Dovendo scegliere un solo prodotto o modello di Carola Roma, quale mi consiglieresti?
Tutto è partito dal modello con il manico di frange, la Colette, che adoro. Però poi nell'uso di tutti i giorni non posso fare a meno dello zaino, il modello Amanda, e vedo che molti dei miei clienti si affezionano proprio a questo modello, ricevo tantissimi feedback positivi. È buffo perché quando andavo al liceo boicottavo lo zaino ed erano anni che non lo usavo ed anzi lo trovavo una cosa poco fashion. Ma poi ho scoperto che è comodissimo. Ormai sono legata a questo modello e non riesco a farne a meno.  

Amanda
Due parole sulla collezione AI 2014-15 di Carola Roma.
Si chiama Gravity ed è dedicata allo spazio ed al movimento e presenta borse e accessori dalle forme armoniche e innovative, versatili e ricercate. La collezione racconta la leggerezza e l’assenza di forza gravitazionale dell’oggetto, ma nello stesso tempo la forte attrazione che esso esercita. Gravity è qualità, forme e dettagli per appassionare e stupire. 


In gennaio hai partecipato in AltaRomAltaModa. Le tue impressioni?
Ho presentato la collezione a Simonetta Gianfelici (ideatrice e curatrice del progetto Room Service) a ridosso di novembre e mi hanno incluso tra i dodici designer partecipanti alla loro iniziativa Room Service dell’edizione gennaio 2014 che si svolge nell’ambito di AltaRomAltaModa.

Durante questo evento, che durava 3 giorni, venivano presentate le preview delle collezioni AI 2014-15 seguite dai private sale. È stata un’ottima vetrina, laboratorio di idee e la possibilità di incontrarsi direttamente con la stampa ed i compratori, avere il loro riscontro diretto.

È stata la mia prima esperienza nella presentazione della mia collezione ad un pubblico allargato. L’esperienza è stata molto bella e positiva. La partecipazione in AltaRomAltaModa è stata un biglietto da visita importante. Ti dà un’affidabilità maggiore, un sigillo di una qualità selezionata da AltaRoma. Ho avuto un buon riscontro del pubblico. Sono stata molto contenta.

So che collabori anche con Antonello Colonna Vallefredda resort.
Sì, per loro ho fatto alcune cose, tra cui una borsa che sta nella suite e che l'ospite può portare nella spa, in piscina. Ho fatto anche i portachiavi per loro. Loro stanno sviluppando un corner dove probabilmente ci sarà anche il mio marchio.

Il tuo rapporto con Roma?
Roma è la città dove sono nata, dove ho vissuto anche se ho avuto un po’ di spostamenti, ma qui ho voluto tornare nonostante ho vissuto in posti bellissimi, prima a Barcellona, poi a Stoccolma.

Diciamo un po’ per il mio family background (mia mamma è insegnante di inglese ed è filoanglo-sassone) ho un forte senso critico nei confronti di questa città. Con Roma è un rapporto amore-odio, dove l’amore vince quasi sempre. Magari sei stressato dal traffico ma poi giri l’angolo e vedi un tramonto talmente bello che dimentichi tutto. L’atmosfera di Roma è davvero speciale.

Qualche tuo indirizzo o posto preferito a Roma?
Vivo il centro storico di Roma tutti i giorni, vivendo a Monti e avendo il laboratorio vicino a Campo dè Fiori. Il centro è molto bello, ma è anche molto caotico.

Il posto dove mi rilasso davvero è Villa Borghese, vado spesso lì con il mio ragazzo, lui va a correre ed io approfitto e vado con lui, magari sedendomi con un libro in uno dei caffè.

Come musei mi piacciono moltissimo il Palazzo delle Esposizioni e Ara Pacis, anche come strutture architettoniche.

Fotografie per gentile concessione di Carola Roma