martedì 14 marzo 2017

The Other Side of the Ink, female artists tattoo convention 2017 a Roma

Nel weekend passato Roma ha ospitato un importante evento - la quinta edizione della convention di tatuaggi dedicata alle sole artiste donne, The Other Side of the Ink, in cui hanno partecipato più di cento tatuatrici da tutta Italia e dal mondo.




La bravura e l'autorità delle tatuatrici donne sono ormai fuori discussione e vanno alla pari con quelle degli uomini. Anzi, gli uomini stessi scelgono spesso e volentieri proprio le donne per farsi tatuare.



Tra le più importanti tatuatrici presenti in questa edizione c'erano Debora Visco, Marina Avtonomova, Dalila, Noemi Sorrentino, Paula Alarcon Fernandez e molte altre. 










La particolarità di questo evento è che si poteva non solo osservare le artiste all'opera, ma anche diventare "l'opera" scegliendo tra le più importanti tatuatrici. Ci sono addirittura dei collezionisti di tattoo che fanno una serie di tatuaggi tematici eseguiti da diversi artisti.





Così ho colto l'occasione per chiedere ad alcuni dei visitatori perché farsi tatuare da una donna. Ecco che cosa mi hanno risposto:

Cliente uomo: "Ho scelto in base allo stile, ho conosciuto la tatuatrice lo scorso anno nella stessa manifestazione, ho provato e mi sono trovato bene quindi sono tornato."


Cliente donna: "Ho conosciuto questa tatuatrice 4 anni fa in questa convention, mi è piaciuto il suo stile e sono tornata per lei."


Cliente uomo: "Ho scelto lei perché è brava, ovviamente già la conoscevo visto la grandezza del tatuaggio (metà busto e tutto braccio destro)."

Cliente donna: "Ho scelto lei perché siamo amiche da sempre e visto che questo è il mio primo tatuaggio volevo fosse lei a farlo a ben 34 anni (sorride). Poi mi piace molto il suo stile, non amo disegni molto realistici. Ho scelto la farfalla perché per me ha anche un significato che va oltre il disegno."

Cliente uomo: "Ho scelto lei perché è molto brava, non è il mio primo tatuaggio con lei, tutti i miei tatuaggi li ha fatti lei! I miei tatuaggi sono diversi tra loro ma hanno un filo conduttore unico, sono legati tra loro."


Qualunque sia il motivo della scelta, che sia lo stile, la bravura o la reciproca simpatia, una cosa certa è che nel mondo dei tatuaggi non si può negare un enorme potenziale e lato artistico. Ci sono diversi stili cha vanno dal gotico al fantasy passando magari per i tattoo più classici, da quelli coloratissimi a quelli solo in nero. A questo si aggiunge il lato tecnico, ossia l'abilità del tatuatore, un vero artista, nel ricreare sulla pelle il disegno scelto da chi vuole fissare proprio quel disegno sulla sua pelle. Una abilità e sensibilità che va oltre il semplice ricopiare, specie per i disegni sfumati sia a colori che in nero con tratti punteggiati.




È stato molto interessante osservare le artiste al lavoro, preparare la "macchinetta" per il prossimo lavoro, parlare con il cliente, nella scelta del disegno. Poi si parte, il rumore vibrato, lo sguardo concentratissimo, la mano che segue il disegno, ogni tanto si pulisce la pelle dalle sbavature di inchiostro e un po' di sangue, nella più totale rilassatezza dei due. Certo a volte il tatuato ha qualche smorfia, ma probabilmente dipende più dalla sensibilità del punto dove si sta tatuando che da vero dolore.





Durante la manifestazione ai visitatori sono stati offerti degli eventi paralleli sul palcoscenico legati al mondo dell'arte: performance di danza, freakshow, body painting.


E ovviamente tanti stand che offrivano i vari prodotti per gli esperti del settore e clienti: le macchine, i colori, le creme, T-shirts, gadget, le tavolozze per disegnare, le matite, etc.




Alcune ore passate in quell'ambiente hanno suscitato tante domande in me. Una volta il tatuaggio rappresentava l'appartenenza a un clan, segnava un evento, raccontava la storia personale, era una specie di iniziazione. E oggi che cosa sono gli tatuaggi? Cosa rappresentano per quelli che si tatuano? Perché li fanno? Hanno paura del dolore? O forse lo cercano? E se qualcosa andrà storto? Non pensano a come saranno questi tatuaggi sui loro corpi da anziani? E se un giorno non vorranno più questi tatuaggi? Sarebbe interessante sentire le opinioni e le risposte. Infine, me l'avrei fatto uno anche io? Chi lo sa, mai dire mai...


Testo - Iana Nekrassova e Antonio De Paolis
Fotografie - Antonio De Paolis

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