giovedì 9 giugno 2016

La serata da ZouZou dedicata a Betony Vernon

Recentemente a Roma è passata Betony Vernon, famosa designer di gioielli. Per quelli che non sanno: Betony Vernon è la fondatrice della linea di gioielli erotici Paradise Found Fine Erotic Jewelry e Noble Knots, autrice del libro The Boudoir Bible - The Uninhibited Sex Guide for Today, antropologa del sesso, una persona con le idee precise sul mondo, attivista, musa e semplicemente una bella donna. 

Betony Vernon

Io conoscevo questo nome grazie alla boutique ZouZou dove si vendono le sue creazioni. I suoi gioielli sono qualcosa di unico. A prima vista hanno delle forme molto classiche, lisce, arrotondate, piacevoli al tatto. Poi, quando li guardi meglio, improvvisamente vedi anche il loro lato diverso, sessuale, visto che sono anche dei giocatoli erotici. Betony stessa li chiama jewel-tools. Quando lo scopri l'effetto è ancora più sorprendente! Non a caso Betony ha un intero esercito di ammiratori in tutto il mondo, incluse alcune star, che collezionano le sue creazioni.

Questa visita a Roma non era casuale. In questa occasione da ZouZou è stata organizzata la presentazione della sua collezione Noble Knots e cocktail Reinventing pleasure with Noble Knots. È stata una bellissima serata. L'atmosfera giusta era creata grazie alla DJ e allo champagne con gustosissime fragole. C'erano più ospiti di quanto ci si aspettava.

Betony, bellissima nel suo abito color rosso rubino che sottolineava la sua perfetta pelle lattea, non ha trascurato nessuno e ha dedicato tempo e attenzione a tutti gli ospiti che volevano parlare con lei, provare i suoi gioielli o avere una copia firmata del suo libro. Ero colpita dalla facilità con la quale lei riusciva a trovare i gioielli giusti per ogni ospite, che sia un anello, una collana o un braccialetto, riuscendo a completare il suo look e addirittura a percepire la sua natura. E ancora più sorprendente era notare come le persone reagivano a questo contatto quasi sciogliendosi alla sua presenza.



Ovviamente non potevo perdere questa occasione e non fare un'intervista con Betony per il mio blog. Confesso che ero leggermente nervosa prima, una cosa che non mi capita quasi mai. Ero impressionata dalla grandezza di questo personaggio internazionale. Potete allora immaginare il senso di sollievo e di piacere quando, appena ci hanno presentate, ho scoperto che Betony parla benissimo italiano ed ha una leggerezza e abilità incredibili nel comunicare con le persone.


Appena mi ha visto, ha subito scelto per me una collana (Lovelock collier) della sua collezione e devo ammettere che a fine serata non volevo separarmene per quanto stavo bene. C'era una bellissima e calda serata romana e così ci siamo accomodate fuori dalla boutique circondate da candele accese e petali di rosa sparsi dappertutto, mentre si facevano gli ultimi ritocchi per la serata, e abbiamo cominciato la nostra conversazione. 


Betony, parliamo di Noble Knots collection, l’ultima arrivata. Come è nata l’idea di questa collezione?
Nasce dal nuovo rapporto con un artigiano italiano. Era il momento di disegnare qualcosa di nuovo. In pratica si integra con la base, si chiama Noble Knots ma in realtà fa parte della collezione Paradise Found Fine Erotic Jewelry. All’interno di quella collezione c’è anche Sado-Chic che era la prima che ho realizzato nel 1992, oh la la, tanto tempo fa! A volte faccio fatica a crederci! L’anno prossimo celebreremo i 25 anni di questi gioielli. 

Dunque Noble Knots è nato quando ho visto dal mio nuovo produttore, che si trova ad Arezzo, una macchina che tesse le microfibre di metallo come fossero un tessuto, una cosa pazzesca! Queste cose esistono solo in Italia. Non posso produrre le mie cose altrove, non funzionerebbe! Gli italiani sono i migliori. 


Pensavo fosse il Giappone ad ispirarLa?
Il Giappone chiaramente contribuisce. Il mio lavoro spesso viene associato con le tradizioni giapponesi e Noble Knots è ispirato al bondage erotico. Ho preso l’idea del kinbaku.

Guardando i Suoi gioielli non si può non notare un lavoro pazzesco dal punto di vista tecnico.
Sì, c’è tantissimo studio tecnico nel fare un gioiello così, non lo puoi fare se non l’hai studiato. Io sono un tecnico. Tra handmade e design c’è tantissima differenza. Per me il design fa parte del mio quotidiano. 

A parte il ruolo di designer Lei è anche autrice di libri.
Il primo libro che ho scritto, The Boudoir Bible, pubblicato da Rizzoli International, era un libro che mancava in quel momento, in uno scenario dove tutti usano gli strumenti per un amore diverso: bondage, fruste, corde, senza pensare alle difficoltà che tutto questo comporta. Se uno ad esempio, non sa usare la corda, può far male. Bisogna saper usare queste tecniche. Questo libro mancava, io ho preso la responsabilità di scriverlo. Ormai il libro è uscito in 6 lingue e spero che presto esca anche in italiano! In questo momento è la cosa che mi sta più a cuore, perché per me l’Italia è la casa, ho passato qui più della metà della mia vita da adulta. Secondo me gli italiani sono più che pronti per questo libro e hanno bisogno di una risposta a tutto quello che è legato all’amore e la sessualità. Gli italiani sono esteti e bon vivant, dunque un libro così sarebbe una cosa naturale. 


Ora sto preparando il libro dedicato ai 25 anni del Paradise Found che racconta il percorso di questa collezione che continuerà ad evolversi. Infatti adesso sto lavorando ad una serie di oggetti couture che sono fatti con la calza di metallo e saranno dei pezzi unici che vengono costruiti sul corpo, un po’ come il couturier fa con gli abiti. 

A proposito, ha anche una esperienza lavorativa con le case di moda.
Sì, ho lavorato con Missoni, Alexander Wang, Gianfranco Ferrè, ho fatto una collezione di Fine Jewelry con i diamanti per Ferrè. Ho fatto anche la modella, ho sfilato per Jean Paul Gaultier. Io credo che la moda ci aiuti ad esprimerci. Tra l’altro i tessuti sono uno dei miei feticci. Mi piace andare a comprarli. Adoro la pelle, la seta, ad esempio questo abito che indosso è fatto su misura.


In quale ruolo si vede di più?
Il lavoro di designer mi ha fatto fare un percorso inaspettato. Quando ho iniziato con la Sado-Chic collection non sapevo dove mi avrebbe portato. Poi ho cominciato a disegnare oggetti sempre più legati al corpo, alla coppia, al piacere. Pensavo che tutti cercassero il benessere sessuale come me. Poi mi sono trovata davanti ai problemi, alle chiusure, alla non comprensione, ai tabù in generale. Infatti in Boudoir Bible parlo del fatto che il vero tabù oggi non è il sesso, anzi c’è l’esplosione della sessualità, che non rispetta sempre la donna, c’è una immagine piuttosto guidata dalla pornografia che trovo preoccupante. Sono passati 40-45 anni dall’inizio della rivoluzione sessuale e ci ritroviamo ancora con questa immagine di una donna oggetto. Invece lei non è un oggetto, è una persona che controlla il suo corpo ed il suo piacere. Abbiamo lottato per 45 anni per essere padrone del nostro corpo, del nostro piacere, delle nostre vite e ora credo si rischi di tornare indietro. Siamo fermi.

Lo scopo del mio lavoro di designer è quello di far sentire forte la donna che indossa un mio gioiello, non so se questo è intenzionale o semplicemente un riflesso della donna che sono. Lavoro con un gioiello che dà l’empowerment, rinforza, dà potere, autostima, più sicurezza in se stessa. A proposito, come ti senti con il gioiello che ho scelto per te?

Benissimo, in effetti mi fa sentire forte, attraente, è abbastanza pesante, ma in maniera giusta, aderisce bene al corpo, lo senti, sei cosciente di lui, è un pezzo che fa una linea al centro del corpo e che ti fa stare dritta. E poi Betony, Lei ha occhio, appena vede una persona, come è vestita, subito riesce a scegliere un pezzo giusto!


Sono un’esteta, ecco perché. Creo il bello, ho bisogno del bello, di poesia, dell’amore. L’altro giorno ho letto una frase di Martin Luther King, l’ha detta 40 anni fa, il problema della nostra società non è la scienza che non è avanzata velocemente, ma il lato spirituale che è offuscato. Per cui non conduciamo le nostre vite con amore, con gentilezza, con aiuto verso l’altro. Questo è il problema. E allora io cerco di contribuire e lavorare con amore, contribuendo e il risultato lo vedo. I miei collezionisti mi trovano, mi parlano.

I Suoi compratori li chiama i collezionisti?
I miei pezzi sono gli oggetti per la vita la gente li colleziona. Quando ho fatto il lancio della collezione Noble Knots a Parigi da Colette Sarah (Sarah Lerfel, proprietaria del famoso concept store Colette a Parigi – nda) mi ha detto: “Betony, ti devo dire una cosa. Il tuo lavoro non invecchia.” Forse è il bello del lavoro del designer di gioielli - fa cose atemporali. Se uno fa un investimento in un gioiello, deve essere eterno. Basti pensare all’anello Trinity di Cartier, è stato disegnato negli anni 20 del secolo scorso ed è ancora attuale. La durevolezza per me è una cosa fondamentale.

Nei primi anni 90, quando ho iniziato, non c’era un negozio come ZouZou, non esisteva. Le donne non avevano un luogo dove poter acquistare un oggetto erotico, era anche malvisto. Dopo l’11 settembre 2001, mi sono detta “Basta, manca qualcosa qui! Manca l’amore. E allora mi espongo.” Così tutto il lavoro che io facevo per i privati decisi di proporlo al pubblico. Avevo coltivato i collezionisti privati per anni, però poi mi sono detta basta, non avrei avuto la coscienza pulita. Non potevo continuare in quello scenario di odio diffuso, a fare qualcosa di fine a se stesso, in quel periodo persi 21 clienti. Ma era un rischio di cui ero consapevole.

Il lato erotico delle cose cha fa, è pensato, è voluto o è naturale ed esce fuori da solo, inconsapevolmente e Lei se ne rende conto dopo?
Sono una persona che tocca, tocca tanto, per me è naturale. Faccio gioielli che sono utili, hanno una funzione ornamentale, ma anche dare una sensazione di benessere, sia per la persona che li porta sia per il partner di questa persona.

Comunque spesso il mio lavoro è legato alle esperienze personali, ecco perché mi dicono che il mio lavoro è autentico.


Lei è una persona molto attiva. Dipende in qualche modo dalla Sua famiglia, da Sua mamma?
Sicuramente. Credo che la lezione che mia mamma mi ha insegnato, indirettamente, è stata importantissima per me: a causa della sua attività a lei fu negato il diritto di avermi, di vedermi fino a che non avessi compiuto 16 anni. Lei proteggeva e sosteneva i neri in USA, ha dato ossigeno al movimento per i diritti civili. Quello che hanno fatto a lei è stata per me la dimostrazione del male che fa il razzismo.

Voglio scrivere un libro che parli di lei perché trovo che il messaggio di lotta contro il razzismo e per i diritti civili che porta lei è molto attuale. E che comunque una donna che ha coraggio, che è molto forte e che non ha paura di fare la cosa giusta può cambiare il mondo. Lei aveva 20 anni, semplicemente seguiva il cuore. Oggi la gente dice che non possiamo più fare niente, ma non è vero. Non bisogna mai sottovalutare il potere di fare la cosa giusta e di non aver paura di farla.

Quando avevo cominciato a disegnare i miei gioielli erotici rischiavo di non essere capita, di essere emarginata, ma oggi non mi pento per niente, anzi. Devo ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuta apertamente. Era il momento di combattere i tabù del piacere, e anche oggi, basti pensare ai socials dove cancellano le foto solo perché si vedono i capezzoli femminili. 

Lei è per metà inglese e per metà americana, ha studiato in Italia, vive a Parigi. Si sente di appartenere ad un popolo? O è una cittadina del mondo?
Mi sento molto legata all’Italia, l’Italia per me è stata come una mamma, una protezione. É un grande amore. Oggi anche se vivo a Parigi mi piace promuovere l’artigianato italiano, fare il lavoro qui. Ho lavorato sia con il metallo che con il marmo qui, con il legno e il vetro. La mia casa a Parigi l’ho disegnata e realizzata con gli artigiani italiani, sono i migliori. Li metto sul piedistallo. E spero che anche il sistema italiano li comincerà a mettere sul piedistallo perché sono in pericolo. Facendo il mio lavoro qui posso fare del bene. 

É mai stata in Russia? 
Sono stata a Mosca, ho dei collezionisti russi. Ora cerco di riavviare la mia collaborazione con le boutique là.

Che cosa è il lusso per Lei?
Per me il lusso non è andare a comprare una cosa nella boutique costosa, ma da un artigiano che te la fa su misura. E poi la durevolezza delle cose. La moda non è duratura, le cose su misura sì, quelle non finiscono mai. 


Qualche parola sulla collaborazione con ZouZou.
Per me ZouZou è il go-to in Italia! Ormai cominciano ad essere un po’ di anni da quando ci siamo conosciute con Tiziana (Tiziana Russo, la proprietarie della boutique – nda) e sono molto fiera di lei. So che non è stato facile mettere il negozio qui, ma tutte le volte che vengo qui vedo sia uomini che donne, ma c’è un flusso di donne alle quali lei con ZouZou ha cambiato le vite. É diventata il loro punto di riferimento. Tiziana tratta quello che per me è la parte più importante, legata al benessere sessuale e al piacere. Nella mia missione contro i tabù del sesso ho bisogno di una ala come lei. 

Tiziana Russo
Il Suo rapporto con Roma? Qualche Suo posto o indirizzo preferito qui? 
Vengo a Roma abbastanza spesso perché sono legata a ZouZou e poi a Roma ho amici molto cari. Mi piace molto Roma. C’è un legame anche grazie alla moda: sono una grande fan di Valentino. E trovo che Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli sono fra gli ultimi che fanno il grande lavoro di tradizione e di sartorialità, li rispetto tantissimo. 

A Roma mi piace la Fontana delle Tartarughe, mi piace il Foro. Mi piace tutta la parte antica. Di Roma mi piace che è piena di sorprese, di strati di storia. Quando sono qui penso sempre agli antichi romani. E trovo difficile capire come è possibile che questo non sia stato il nostro riferimento per andare avanti?!


Fotografie - Antonio De Paolis