mercoledì 7 ottobre 2020

Corrado Veneziano omaggia la Commedia di Dante

La settimana scorsa è stato presentato a Roma presso lo Spazio Veneziano il nuovo progetto artistico del pittore Corrado Veneziano "Aspettando Dante 2021", a cura di Francesca Barbi Marinetti, Niccolò Lucarelli e Raffaella Salato, con cui omaggia Dante nel 700° della scomparsa.

 

"Aspettando Dante 2021" è l’anteprima di un più ampio progetto ispirato alla celebre Commedia. Dopo il successo, anche internazionale, di Leonardo Atlantico (ospitato ad Amboise nel 2019, con il patrocinio e il sostegno del Museo del Louvre e della Presidenza della Repubblica Francese), Corrado Veneziano concentra la sua attenzione pittorica su Dante Alighieri con un ampio progetto che sarà strutturato su 33 dipinti di medio e grande formato e sarà esposto nel corso del prossimo anno presso altre importanti istituzioni culturali italiane e straniere, all’interno di un fittissimo calendario di manifestazioni per celebrare la figura del grande poeta. Già prevista una tappa a Parigi nell’aprile 2021 presso la Galleria Civica Espace en Cours.

Attraverso incipit, codici a barre letterari, trascrizioni in Alfabeto Morse dei versi più noti della Commedia, l’artista dà corpo alle complesse suggestioni dell’opera del poeta fiorentino, di cui nel 2021 cadrà il 700° anniversario della morte. Nell'anteprima romana è stata presentata una selezione delle 33 opere.




 

Il progetto vuole anche essere un omaggio alla colta tradizione della lingua italiana, che ebbe appunto in Dante, prima ancora che in Manzoni, il suo “padre spirituale”. Inoltre, l’incontro fra parola e immagine amplia la potenza espressiva dell’opera finale e presenta i versi danteschi contornati da un’ideale cornice che ne interpreta il senso e la valenza. L’inserimento di “traduzioni” in codice Morse di alcuni versi, oltre ad aggiungere un elemento di astrattismo kandinskiano, richiama la musicalità della poesia dantesca. Durante la presentazione l’attrice Paola Ricci ha interpretato una scelta di canti tratti dall’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. 


 

Cogliendo l'occasione ho fatto qualche domanda al pittore per parlare di questo suo nuovo progetto e non solo. 

Qualche parola su questo Suo nuovo progetto. Com'è nato? 

Il progetto era già in embrione nel 2015, 750mo anniversario della nascita di Dante. Avevo lavorato recuperando le frasi più belle, evocatrici e "visive" di Dante, legandole alla mia personale reinterpretazione dei Codici a Barre letterari, i famosi ISBN. Mi ero immerso nel testo di Dante, con una forte attenzione nei confronti del colore, delle ombre, della luce. E dunque sfondi di volta in volta neri, rosso cupi, e poi rosa, bianchi, dorati, celesti... tutte le varie gamme che permettessero poi di accogliere le parole della Divina Commedia. La mostra è stata ospitata in una importantissima Galleria comunale di Parigi a settembre del 2015. 

Invece, in questo caso, (per il lavoro 2021), il lavoro è stato più sistematico e completo. Ho selezionato 33 Canti (11 per ogni Cantica) quasi a trovare un percorso che restituisse le pagine più note e amate del Poeta. E le parole sono diventate per certi versi desemantizzate, piccole stelle e segnali di orientamento celesti per offrire una traiettoria poetica, ma anche spirituale. Alla fine saranno 33 opere di grandi dimensioni e a olio, con frasi scritte in lingua italiana, la lingua di Dante, ma anche con il codice Morse, fatto di linee e di punti, a riprendere la lezione di Kandinskij.
 
In generale come crea, da dove trae l'ispirazione?
 
Traggo l'ispirazione leggendo. Ho una abitudine alta nei confronti dei libri: leggo saggi e poesie, studi di arte e anche di antropologia, psicologia e sociologia. Le parole mi catturano nel loro significato più concreto ma anche nei rimandi immaginifici. Faccio accostamenti tra parole, avvicino concetti, saldo contenuti e così a un certo punto i contenuti delle frasi diventano suggestioni visive. Poi lavoro molto negli schizzi; preparo bozzetti, mi concentro sul tratto da privilegiare, sui colori, anche sulla ampiezza della tela da usare. Creo il luogo in cui inserire le mie parole-concetti-immagini. E lavoro correggendo, non accontentandomi della prima stesura.
 

Come è stato il Suo 2020, come l'ha vissuto?

Ho lavorato veramente molto, a casa nel mio studio. Ho purtroppo dovuto annullare due importanti mostre (tra cui quella conclusiva su Leonardo da Vinci) ma ho dipinto numerosi quadri. Per coerenza, o per esorcizzare il momento, ho concentrato le mie opere sull'"Ulivo", una pianta che è segno di rinascita e riappacificazione, ed è una pianta tipicamente mediterranea, straordinariamente presente nei nostri miti e nelle nostre culture più antiche, da Omero a Metastasio, per non parlare dei tre testi fondativi delle nostre religioni: l'Antico Testamento, il Tanakh, il Corano. I quadri dell'ulivo, spesso accompagnati dai miei codici a barre e dalle parole tratte dai libri di riferimento, sono poi diventati una mostra online. Si trattava di "Iridescente Ulivo", a cura di Niccolò Lucarelli, e che ogni giorno, dal 9 aprile al 10 maggio, è stata accompagnata da riprese facebook e dirette video, con un seguito altissimo di presenze e di pubblico. Insomma, il lavoro è continuato, e per fortuna ha prodotto altre opere da presentare al mio pubblico.

Ha paura del futuro? Riesce a pensarci, a progettare cose nuove?

Non ho paura per me. Mi sento sufficientemente padrone delle mie esperienze e anche soddisfatto delle cose che ho finora realizzato, e che sto continuando a realizzare. Ho paura invece per le nuove generazioni e per i più piccoli, per i giovani che devono progettarlo il futuro e che questo senso di precarietà e di incertezze impedisce la prospettiva, l'orizzonte. Credo che ci sia una forte sottovalutazione dei problemi ecologici e ambientali, e che in assenza di interventi adeguati sia fatale che arrivino malattie, impoverimenti dell'ecosistema, povertà.

Infine qualche parola sul Suo rapporto con Roma.

Con Roma allo stato attuale non è scattato l'amore, né il feeling, né la collaborazione che auspicavo. E' una città meravigliosa, e però nella sua articolazione - per motivi che ancora mi sfuggono - diventa tortuoso anche il più semplice progetto: tutto appare già bloccato, oppure scattano labirinti amministrativi e burocratici. Alla fine, spesso bisogna rinunciare per colpa di ostacoli di volta in volta banali ma che alla fine  non garantiscono il risultato. Credo che attualmente Roma tradisca e manifesti i limiti più forti della nazione, della sua sottovalutazione della dimensione artistica e creativa, e talora il clientelismo e l'assenza di trasparenza. Confido ovviamente che le cose possano cambiare, anche perché ho di persona conosciuto colleghi, galleristi, critici eccezionali. Un dialogo migliore con le Amministrazioni deve però realizzarsi.

 

Fotografie - Antonio De Paolis


Spazio Veneziano - Via Reno 18A, Roma

www.spazioveneziano.it