martedì 1 ottobre 2013

Ristorante Fish Market

È da un bel po’ che volevo visitare il ristorante Fish Market che si trova in via di Pietralata (a proposito, questa zona, un tempo esclusivamente industriale, ultimamente sta diventando molto alla moda e sta vivendo un boom di aperture tra locali e ristoranti). Ed ecco che la settimana scorsa ho avuto occasione per farlo. 

Di solito quando vado in un ristorante prenoto sempre un tavolo in anticipo, per evitare delle brutte sorprese. Quando ho chiamato al Fish Market, la telefonata è stata chiusa dopo un paio di squilli e subito dopo mi è arrivato un sms che chiedeva di inviare un sms con la prenotazione. “Un modo insolito per prenotare il tavolo”, ho pensato, ma ho seguito le istruzioni. Risposta – zero, niente conferma.

Prima della cena, in mattinata, mi è finalmente arrivato un sms dal ristorante con la conferma della prenotazione, anche se l’ora era spostata mezz’ora in avanti, per le 20.00, ma per me comunque andava bene.

Sono arrivata alle 19.55 e con grande sorpresa ho scoperto che… il ristorante era ancora chiuso. Un grande cancello di ferro, dietro il quale si vedeva l’insegna illuminata con il nome del ristorante, era proprio serrato.  Davanti all’ingresso c’era già un gruppetto di ragazze che stavano fumando. “Interessante”, - ho pensato. A questo punto volevo proprio vedere che cosa sarebbe accaduto. Era già chiaro che da Fish Market è tutto diverso, non come dagli altri.

Alle 20.00 le porte erano ancora chiuse, e la quantità di gente nel frattempo aumentava. Gli innamorati (al secondo o terzo appuntamento, visto il loro entusiasmo), gruppi di amici (o tutti uomini o tutte donne), le coppie di lunga data (per capirlo bastava vedere le loro facce annoiate, ciascuno tête-à-tête con il proprio cellulare). Alcuni camminavano avanti-indietro nervosamente, qualcuno ha addirittura tirato la maniglia sperando si aprisse. Finalmente, alle 20.10 il cancello si è aperto e ci hanno fatto entrare nel grande spazio aperto, che mi ha ricordato il palcoscenico di un teatro. Tra il cortile e la sala ristorante non c’era nessun divisorio, solo il tetto (interessante, come questa idea funzionerà d’inverno?). I tavolini e le sedie di vari colori, forme e materiali, sparsi un po’ in modo libero. I camerieri incontravano gli ospiti con sorrisi invitando di accomodarsi scegliendo il tavolo al proprio piacere e poi consegnavano il menu.


Penso che ormai non sarete sorpresi se vi dico che il menu e la procedura di ordinazione sono completamente diverse da altri ristoranti? Nell’elenco dei piatti i clienti indicano con la matita la quantità delle porzioni. Poi vanno con questo menu alla cassa vicino alla quale c’è il bancone del pesce esattamente come al mercato. Lì si può scegliere il tipo di pesce e il peso della porzione. Dopodiché si paga. Infine si va al bar per prendere le bevande. Finito questo breve tour, si torna al proprio tavolino e si gusta un bicchiere di vino o un cocktail aspettando i piatti ordinati. 15-20 minuti ed è tutto pronto.


Probabilmente tutta questa procedura vi sembrerà complicata, ma in realtà tutto è molto semplice, inoltre il personale è sempre pronto di aiutare e spiegare se qualcosa non è chiaro. E comunque è divertentissimo, sembra un gioco.

La cucina è stata all’altezza. Abbiamo ordinato i cartocci con fritto misto (fantastico!), supplì all’astice (inaspettato!), carpaccio di pesce spada (freschissimo!), tagliolini all’astice (ottimi!), tutto accompagnato da Falanghina, e per il dessert tiramisù e un bicchiere di amaro. I prezzi più che accetabili. Come dicono loro stessi “qui il pesce ha un prezzo pari a quello di una pizza”.