martedì 17 ottobre 2017

Mostre in corso a Roma

Tra le numerose mostre che hanno inaugurato la nuova stagione a Roma vorrei soffermarmi su due in particolare, importanti per il loro valore e particolarmente interessanti per me. Sono assolutamente da visitare perché permettono di conoscere meglio la cultura di due paesi grandi come la Russia e il Giappone, per i quali l'Italia ha sempre avuto un interesse particolare. E, come succede spesso, queste esposizioni dimostrano ancora una volta che anche le culture e mentalità più diverse infine sono molto più vicine una all'altra di quanto può sembrare inizialmente. E che l'arte era e rimane un elemento che lega i popoli, apre tante porte e in fin dei conti può salvare il nostro pazzo mondo. 


L'icona russa. Preghiera e Misericordia
Museo di Roma Palazzo Braschi
Piazza San Pantaleo, 10
www.museodiroma.it
Fino al 3 dicembre 2017


Madre di Dio Odigitria (di Šuja) con santi sullo sfondo
Seconda metà del XVII secolo
70 × 59 cm
Legno, tempera
Museo dell’icona russa
Opera ripulita da M. Rudina e I. Lozinskaja nel 1992, nuovamente da D. I. Nagaev nel 2007
Ovviamente questa mostra suscitava in me un interesse particolare considerando le mie origini russe. E devo ammettere che pur non essendo una credente, ero toccata da queste icone, dalla loro quasi ingenuità, l'imperfezione delle proporzioni e delle linee, del disegno che sembra creato dalla mano di un bambino, e allo stesso tempo dalla loro ricchezza bizantina nei particolari e nell'uso abbondante dell'oro e sopratutto dalla profondità degli sguardi e dal rigore dei gesti. Come si dice, le cose importanti si vedono a distanza, ed oggi queste icone per me hanno più significato che prima quando vivevo in Russia. Riflettono la parte migliore del popolo russo che purtroppo spesso si perde o non si nota nella quotidianità delle nostre giornate.

Venerato Niphon di Cipro e pio Artemij di Verkola
Fine XVII secolo
67,8 × 51,3 cm
Legno, tempera
Regione di Prikam’e Museo dell’icona russa
Opera ripulita da V. M. Momot prima dell’acquisizione del museo, e successivamente da D. I. Pejčev nel 2008
San Michele Arcangelo
Inizio XVIII secolo
87,4 × 61 cm
Legno, tempera
Regione della Volga
Museo dell’icona russa
Opera ripulita prima dell’acquisizione
da parte del museo
La mostra presenta al pubblico 36 icone del XVII-XVIII secolo provenienti dalle collezioni dei due musei russi - Museo Centrale di arte e cultura russa antica Andrey Rublev e Museo Privato dell'Icona Russa fondato dal mecenate Mikhail Abramov. Inoltre sono esposte un'opera di Vladimir Tatlin del 1916, il periodo dell'avanguardia russa, mai esposta finora, oltre a una scultura contemporanea di Dmitrij Gutov del 2012, entrambe appartenenti a collezioni private. 

Questa mostra è una possibilità unica per Roma e per i romani di conoscere l'arte russa (che in realtà si ispirava molto anche al cattolicesimo visto lo scambio culturale e commerciale attivo tra la Russia ed Europa in quel periodo) nella sua espressione più intima, profonda, spirituale che svela la vera anima russa.

Cristo Pantocratore
Seconda metà del XVII secolo
105,5 × 100,5 cm
Legno, tempera
Regione della Volga
Museo dell’icona russa
Opera ripulita prima dell’acquisizione da parte del museo, poi nuovamente da V. M. Mamot nel 2008
Ed è proprio il nome - Preghiera e Misericordia - che contiene il significato principale di questa esposizione: un tentativo di ricordarci l'importanza di fare buone cose, tutti insieme, al di là del credo e della religione, perché ogni religione infine insegna la gentilezza del cuore, il prendersi cura uno dell'altro, la capacità di perdonare. 

Cristo Pantocratore
Seconda metà del XVII secolo
105,5 × 100,5 cm
Legno, tempera
Regione della Volga
Museo dell’icona russa
Opera ripulita prima dell’acquisizione da parte del museo, poi nuovamente da V. M. Mamot nel 2008

Hokusai. Sulle orme del Maestro
Museo dell'Ara Pacis
Lungotevere in Augusta
Fino al 14 gennaio 2018

Questa mostra ci trasporta nel mondo e in un mood completamente diversi - nel Giappone e nell'arte di Katsushika Hokusai (1760-1849), uno dei più famosi ed importanti artisti del paese del Sol Levante, che visse fino a quasi 90 anni, cambiò tanti pseudonimi e vide tante vicissitudini. La sua arte ha influenzato tanti non solo in Giappone (basti pensare che fu propio lui a creare i primi manga), ma anche in Europa, sopratutto gli impressionisti tra i quali Manet, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Monet.

Katsushika Hokusai
Il Fuji da Gotenyama presso Shinagawa sul Tōkaidō, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa
Silografia policroma
Kawasaki Isago no Sato Museum
Sono presentate circa 200 opere in stile dell'ukiyoe (letteralmente "immagini del Mondo Fluttuante") tra silografie policrome e dipinti su rotolo appartenenti non solo a Hokusai ma anche a Keisan Eisen, un altro rappresentante importante dell'arte giapponese del XIX secolo, che tra l'altro si ispirava a Hokusai, e di alcuni altri allievi del Maestro. Le opere esposte sono provenienti dal Chiba City Museum of Art, Kawasaki Isago no Sato Museum, Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova.

Keisai Eisen
Cortigiane e loro assistenti presso un accampamento temporaneo, 1836
Silografia policroma, trittico,
38.7×26.2 cm; 38.8×26.5 cm; 38.7×25.8 Chiba City Museum of Art
Hokusai ha esplorato soggetti di ogni tipo: il paesaggio, la natura, gli animali e i fiori, i ritratti di attori kabuki, di beltà femminile e l'erotismo, immagini di guerrieri e anche di fantasmi, di spiriti, di esseri e animali semileggendari. Era sperimentatore anche di formati e tecniche: dai dipinti a inchiostro e colore su rotolo verticale e orizzontale, alle silografie policrome di ogni misura, fino ai più raffinati surimono utilizzati come biglietti augurali, calendari per eventi, incontri, cerimonie del tè, inviti.

Katsushika Hokusai
Carpa e tartaruga, 1839
Dipinto su rotolo, 99x35.5 cm
(
127.1 × 53.3 cm dimensioni totali)
Collezione privata
Tra le sue opere più importanti e ammirati sono i disegni della serie "Trentasei vedute del monte Fuji" tra cui la Grande Onda.

Katsushika Hokusai
La [grande] onda presso la costa di Kanagawa, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa
Silografia policroma
Kawasaki Isago no Sato Museum
Le opere dei maestri giapponesi di quel periodo conquistano non solo con la loro raffinatezza, l'attenzione ai particolari, le sfumature meravigliose del blu e del rosso, ma anche con la loro semplicità delle storie che elimina tutto il superfluo, complicato, inutile.

Katsushika Hokusai
Giornata limpida col vento del sud (o Fuji Rosso), dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa
Silografia policroma
Kawasaki Isago no Sato Museum