giovedì 5 giugno 2014

Casina delle Civette


Volete un'idea per il weekend a Roma? Una visita alla Casina delle Civette. È un posto semplicemente magico! Consiglio di visitarlo nella bella stagione, approfittando così del sole e della sua luce che riempie la casa entrando dalle sue vetrate liberty policrome, colorando e riscaldando tutto: le pareti, il parquet di legno, i mobili.



Una volta questo museo era la dimora del principe Giovanni Torlonia junior (1873-1938), dove lui ha vissuto fino alla sua morte. La casa è una vera e propria fusione di architettura e decorazione eclettica. Fu ideata dall'architetto Giuseppe Jappelli e costruita tra Otto e Novecento nel cuore del parco all'inglese di Villa Torlonia, sulla via Nomentana. La civetta era limmagine preferita di Giovanni, moltiplicata in ogni angolo della casa. Da qui il nome della Casina.




Dopo la sua morte il villino è finito nel vortice della storia ed è un vero miracolo che sia arrivata fino ai tempi nostri. Ha passato un periodo drammatico durante la seconda guerra Mondiale, quando dal 1944 al 1947 è stata occupata dal Comando alleato e saccheggiata dai soldati. Nel 1948 la Villa è stata riconsegnata ai proprietari, ma non restaurata. Nel 1978 fu acquistata dal Comune di Roma che tuttavia non ha assegnato nessun tipo di sorveglianza degli edifici. È stata saccheggiata dai ladri, dai vandali e dai curiosi in caccia dei souvenir. Infine nell'estate del 1991 è stata devastata da un incendio. Così la Casina è stata ridotta ad uno scheletro desolato. Dopo un lungo e costoso restauro, finanziato dal Comune, nel 1997 il Museo è stato finalmente aperto al pubblico.



Sembra un castello stravagante di qualche fiaba. Un miscuglio di stili, dal medievale al liberty. Un pittoresco collage di materiali: mattoni a vista e legno, pietra e rame, vetro e ferro battuto, marmo travertino e peperino. Un'esplosione di elementi architettonici: logge e balaustre, parapetti e comignoli, mensole e capitelli, colonnine e terrazzini. Una sequenza di stanze ricche di stucchi e mosaici, maioliche e ferri battuti, boiseries e vetrate. 


L'artigiano Cesare Picchiarini, detto Mastro Picchio, realizzò le meravigliose vetrate della casa su disegni di Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi e Paolo Paschetto. Erano un centinaio, ma molte furono rovinate o distrutte. Per fortuna, presso una vetreria romana che aveva ereditato l'archivio di Mastro Picchio sono stati ritrovati i disegni originali, utilizzati per il restauro.

Ora all'interno della Casina è stato collocato il Museo della Vetrata, la sua collezione contiene la collezione originaria della Casina, le vetrate, i disegni, i bozzetti e i cartoni preparatori.


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Fotografie - Antonio De Paolis