mercoledì 10 aprile 2013

Intervista con Andrea Moraes di Candle Store

Andrea Moraes appartiene a quel tipo di donne che affascinano e ispirano. E non fatevi ingannare dal suo nome “maschile”! Brasiliana di Rio de Janeiro, è bellissima, positiva e piena di energia contagiosa.


Andrea è ideatrice e proprietaria del negozio-laboratorio Candle Store situato in pieno centro a Roma, nel Rione Monti. Si è trasferita in Italia con la sua famiglia 23 anni fa e ora si può dire che è romana d’adozione a tutti gli effetti. Fra pochi giorni Candle Store ospiterà la mostra fotografica HANDMADE, così abbiamo parlato con Andrea di questo evento, di candele, di Roma e di tante altre cose.

Andrea, mi racconti del Suo mestiere: quando e come è nata l'idea di fare candele?
Questo viene da tempi lontani, le candele hanno sempre fatto parte della mia vita. Quando ero piccola, vivevo con la mia famiglia in un posto dove non c’era luce elettrica. Quindi vivevamo alla lume di candele. Da lì è nato tutto. Più tardi, quando ci siamo trasferiti e avevamo già la luce ci è rimasta comunque l’abitudine di avere sempre delle candele in casa che creavano una atmosfera  particolare. Da allora sino ad oggi a casa mia non è mai mancata una candela.


Poi un giorno ho detto a mio fratello “Perché non cominciamo a fare candele?”. Però non volevamo fare le solite candele, banali, che si facevano una volta, volevamo fare una cosa artistica. Non  avevamo idea di come farle, di come lavorare la cera, è sempre stato tutto a livello intuitivo per noi, dai tempi in cui riciclavamo la cera delle candele consumate, nelle formine di fortuna, tipo la busta  di latte, le ciotole di IKEA, i pentolini ritrovati a casa che non usavamo più. Solo con il tempo abbiamo imparato a capire come e quando la cera e la candela cambia la luce, che tipi di tagli e ritagli  decorativi esistono, la colatura di cera ed altri trucchi di questo mestiere, facendo e rifacendo le candele, provando e riprovando, sperimentando.

Quali sono le cose che La ispirano quando fa delle candele? Come si crea una candela, da che cosa si parte?
L’ispirazione principale per me è la vita. Qualsiasi cosa può diventare l’ispirazione, l’erba, il tramonto, le conchiglie. Mi ispirano molto i miei viaggi. Ad esempio, la serie con i volti nasce dal mio  viaggio in Marocco dove ho visto un accampamento tuareg. Dopo l’India ho lavorato tantissimo con i colori, morbidi e trasparenti, come i loro tessuti. Anche i profumi sono fondamentali. Abbiamo  dei clienti che ci seguono da anni perché si affezionano agli aromi che lasciano le nostre candele. Dicono che sono buoni, riescono a trasmettere qualcosa di piacevole. 



Sono convinta che la cera  abbia anche capacità terapeutiche, sulla cera puoi sfogare tutto, il bello e il brutto, lo stress. Alcune delle nostre lavorazioni ad esempio sono frutto della rabbia. In altri casi ci vuole tanta calma,  pazienza. Insomma le emozioni che abbiamo dentro escono sempre fuori quando lavori la cera e influenzano il risultato finale.
Le nostre candele sono opere d’arte, vere e proprie. E anche pezzi unici, perché non ne esistono due uguali. Ho partecipato a varie fiere, con i migliori espositori da tutto il mondo che presentavano candele molto belle, ma devo dire onestamente che le nostre candele sono sempre state diverse. Forse perché la nostra manualità non era influenzata dai corsi, seguivamo solo il nostro intuito e  soprattutto trasferivamo sulla cera la nostra passione. Ho sempre pensato che la passione che ci metti ti distingue dagli altri.


Nel fare una candela ci sono tanti passaggi, perciò a volte ci vuole tanto tempo. Altre magari richiedono un po’ meno tempo. Ma passione, esperienza, curiosità e tante prove aiutano molto.  Cerchiamo sempre nuove tecniche e lavorazioni che permettano alle candele di durare molto di più nel tempo, senza distruggere il disegno. Una candela è quasi viva, vive con il suo proprietario e si  adatta al suo modo di vivere. Ha un senso quasi filosofico. Ad esempio le nostre ciotole a forma concava rappresentano la donna, la candelina interna – l’uomo che brucia di passione e l’acqua  interna - il buonsenso. Alleghiamo le istruzioni d’uso alla candela per permettere ai nostri clienti di avere un oggetto di luce e d’arredo che può regalare oltre a tutto tante emozioni. Quando lavori con la cera non esistono sbagli, qualsiasi errore si può recuperare, e anche questo è molto filosofico.



Roma La ispira in qualche modo?
Roma è piena di ispirazione, ma non tutti i suoi quartieri. Per me è importante respirare l’aria dell’artigianato, vivere un piccolo paese in una grande città. Rione Monti possiede questa atmosfera. Qui c’è gente che lavora pellame, vetro, legno, ci sono ancora degli artigiani che lavorano; vivono di questa passione. Soprattutto qui, in via Urbana. Infatti abbiamo creato l’associazione Via Urbana che unisce artigiani e commercianti per cercare di tirare fuori il valore aggiunto che ha questo posto.


Vogliamo migliorare la via, sia per chi ci lavora sia per chi ci vive. Ad esempio, abbiamo organizzato l’evento Urbanissima. La prima edizione è stata lo scorso dicembre, è stato un bellissimo evento con la musica e tante iniziative dove la gente si è divertita. La prossima edizione ci sarà  il 15 maggio con vari laboratori didattici dove la gente potrà imparare vari mestieri. Anche questa volta sarà molto divertente, la sera ci sarà il concerto jazz perché la musica è importante, attira e unisce.

So che Candle Store fa anche dei corsi…
Sì, vero, facciamo dei corsi di lavorazione della cera. Naturalmente noi insegniamo e trasmettiamo solo le tecniche di lavorazione. Poi dipende da chi farà questo lavoro che cosa riuscirà a creare. Dipende dalla sua fantasia e cultura. Alcuni lo vedono più come un business che una forma d’arte. Io ad esempio se prendo la mia prima candela e la paragono a quelle che faccio oggi vedo  tantissima differenza, sviluppo. Perché ho messo e trasmesso tutto ciò che ho vissuto, l’ho elaborato facendo le candele. Altri magari non cambiano molto puntando di più sul sicuro, su quello che si  vende bene. Insomma, dipende dalle proprie aspirazioni. Ma va bene qualsiasi approccio.
Facciamo dei corsi anche  per i bambini. Adoro lavorare con i bambini perché lavorare con loro è una grande gioia, a dir la verità mi diverto molto di più con loro che con i grandi. I bambini hanno la creatività, non hanno paura di sbagliare, non hanno dei filtri, sono spontanei. Le informazioni sui corsi si possono trovare sulla nostra pagina FB.

È difficile gestire il negozio nel centro di Roma? Quali sono le difficoltà? E i vantaggi?
Ci sono pro e contro. È una bella zona, ci sono tanti turisti. Ma poi c’è il problema del parcheggio, dei marciapiedi che mancano, le strade disastrate. E le istituzione purtroppo non aiutano molto. Roma è una città antica, difficile da gestire, da curare, ma forse il problema è che non ha ancora trovato la sua amministrazione. E c’è tanta burocrazia. Purtroppo spesso anche la gente non collabora, e invece di unirsi ragiona ancora pensando solo a se, in modo distaccato. Così i problemi non saranno mai risolti. Invece si potrebbe provare a convivere. 
Ad esempio, Candle Store fa  anche dei laboratori gratuiti con i bambini permettendo ai bambini di fare qualcosa di creativo in uno spazio sicuro e ai genitori di avere 1-2 ore libere per fare delle commissioni senza la necessità di  cercare e pagare una baby-sitter. Questo è un esempio di collaborazione, di sinergia con gli abitanti di questa via. Solo così possiamo andare avanti. Il mio pensiero è semplice: se io creo qualcosa  di bello che mi fa star bene, allora creo qualcosa di bello anche per gli altri che a loro volta ne parleranno con gli altri in modo positivo spargendo la voce.
Comunque la scelta di gestire questo negozio qui non è casuale, perché solo così possiamo trasmettere la nostra passione, installare un rapporto con i nostri clienti, di raccontare la storia della  creazione di questa o quella candela, di inventare un disegno su misura. Qui gira gente particolare, con la quale può nascere uno scambio di idee. Ad esempio, ora ospiteremo la mostra HANDMADE di un artista, fotografo Antonio De Paolis che presenterà un progetto fatto e studiato nell’arco di più di 30 anni, dedicato agli artigiani. L’idea di fare questa mostra è nata quasi per  caso, il fotografo passava qui, ha visto Fabrizio, il giovane artigiano che lavora qui con me, lavorare ad una candela, gli ha chiesto di poter fare delle fotografie, e da lì abbiamo deciso di fare la  mostra insieme. Si sono incontrate e intrecciate due creatività, due idee, due energie.


Attraverso il progetto di Antonio uniremo vari artigiani che per una curiosa coincidenza si uniscono anche nel lavoro a cera, perché per il nostro lavoro utilizziamo tantissimi strumenti che provengono  dai vari mestieri. E poi è molto bella anche la scelta di fare le fotografie in bianco-nero che dà la sensazione di tempo perduto, ci riporta alle cose semplici ed essenziali. Siamo diventati dei  consumisti, ormai buttiamo via le cose che si rompono, invece di ripararle, dimenticando che le cose hanno e mantengono il loro e anche il nostro passato. Ed è brutto. Forse con la crisi torneremo  ad apprezzare le cose, torneremo ad una dimensione di vita più umana. E poi la crisi può essere anche positiva, può spingere a pensare e a partorire delle nuove idee. 
Per noi questa mostra è un  valore aggiunto. Trovo bellissimo dare lo spazio agli artisti e in modo particolare alla fotografia che amo molto e che coglie l’attimo per sempre. Credo che questa passione, questa sinergia tra noi e  il fotografo saranno trasmesse al pubblico.

Il Suo legame con Roma? Potrebbe vivere lontano da Roma?
Amo molto questa città, Roma è meravigliosa, è davvero la culla della civiltà, qui respiri arte dappertutto. Non sono nata qui, ma ho scelto di trasferirmi a vivere qui proprio perché la amo come  nessun romano potrà mai amarla, in modo assoluto, la amo per scelta mia. Secondo me però bisogna far crescere il livello di cultura degli abitanti di Roma, la comprensione del fatto di avere un gioiello di città, se la gente non se ne renderà conto sarà sempre più difficile viverci e mantenere questo gioiello. Roma secondo me potrebbe vivere di solo turismo, dando lavoro a tanti, ma bisogna organizzarsi bene, essere professionali, liberarsi dalla burocrazia, avere cultura generale. 
Sono nata in Brasile, un paese in pieno sviluppo che oggi probabilmente mi potrebbe dare molte più possibilità dell’Italia, dove potrei tornare e mettere a frutto tutto ciò che ho imparato qui, però devo dire onestamente che nonostante tanti problemi non riesco ormai a stare lontana da Roma. 
E poi Roma è fantastica anche dal punto di vista geografico. Da qui posso viaggiare in tutta Europa, in Africa nel giro di poche ore e in pochi giorni. Invece se voglio visitare gli stessi posti partendo dal Brasile o semplicemente girare anche all’interno dello stesso Brasile, devo programmare viaggi lunghi e molto in anticipo spendendo molto di più.

Quale è il Suo indirizzo o posto preferito a Roma?
Ci sono tantissimi posti che io adoro a Roma, ma come risposta a questa domanda scelgo la terrazza sopra al Colosseo da dove si apre il panorama su questo monumento. Il Colosseo mi piace  tantissimo, è un posto così particolare, un simbolo della riunione del popolo, era un luogo della vita e della morte, dove regnava una energia pazzesca. Mi piace fare tutto il viale dei Fori Imperiali,  guardare le mappe in marmo che mostrano la crescita dell’Impero romano, osservare le rovine dei palazzi straordinari e poi arrivare al Colosseo. Mi piace fare questa passeggiata anche di notte, poi salire sulla terrazza, sedersi e osservare il Colosseo pensando a come erano le case di quel epoca, la gente, i mercati, lo trovo straordinario. È uno dei miei posti preferiti a Roma in assoluto.


Fotografie - Antonio De Paolis

Candle Store - via Urbana, 21