lunedì 2 marzo 2020

La mostra "Elliott Erwitt. Icons"

Il nome di Elliott Erwitt lo conosco da tanto tempo. È uno dei miei fotografi preferiti in assoluto, alla pari con gli altri grandissimi come Henri Cartier Bresson, Robert Doisneau, Vivian Maier. Le sue fotografie in bianco e nero, a prima vista così semplici e spontanee, in realtà dimostrano l'altissima padronanza tecnica e conoscenza della macchina fotografica, la consapevolezza e lo studio di ogni scatto, il senso innato delle proporzioni e della bellezza. Non dimentichiamo che Erwitt fotografava su pellicola e prima di scattare doveva già avere in mente l'immagine finale. Oggi, quando tutti credono di essere dei fotografi e fotografano con i cellulari qualsiasi cosa, gli scatti di Erwitt sono un vero toccasana per gli occhi e l'anima, un vero piacere. Ogni sua fotografia è una storia, un racconto.

USA. New York. 1974 © Elliott Erwitt
Perciò, appena ricevuto l'invito alla mostra "Elliott Erwitt. Icons", a cura di Biba Giacchetti, già curatrice di un'altra bellissima mostra dedicata a Steve McCurry, ci sono andata subito, senza esitazioni. La mostra è allestita a WeGil, l'hub culturale della Regione Lazio a Trastevere, uno spazio multidisciplinare, particolarmente predisposto per le mostre fotografiche. La selezione delle fotografie per questa mostra, apprezzata da Erwitt stesso, è "the best of the best", include alcuni tra gli scatti più celebri del rinomato fotografo.

FRANCE. Provence. 1955 © Elliott Erwitt
Elliott Erwitt è nato a Parigi nel 1928 in una famiglia di emigrati russi e ormai è l'ultimo tra i giganti della fotografia ancora in vita. Passa i suoi primi anni in Italia a Milano, a 10 anni si trasferisce in Francia con la sua famiglia e da lì nel 1939 negli Stati Uniti, prima a New York e due anni dopo a Los Angeles. Durante i suoi studi alla Hollywood High School lavora in un laboratorio di fotografia, ma la grande opportunità gli viene offerta dall'incontro in uno dei suoi viaggi a New York con personaggi come Robert Capa e Edward Steichen che amano le sue fotografie al punto di diventare suoi mentori. Nel 1949 torna in Europa, viaggiando e immortalando realtà e volti in Italia e Francia. È l'inizio della sua carriera di fotografo professionista. Nel 1953 viene invitato da Robert Capa a unirsi a Magnum Photos in qualità di membro fino a diventare presidente nel 1968 per tre mandati. Oggi Erwitt è riconosciuto come uno dei più grandi maestri della fotografia di tutti i tempi e ancora continua a svolgere un'intensa vita professionale che tocca gli aspetti più disparati della fotografia, le campagne pubblicitari e le illustrazioni, la produzione di film documentari e la pubblicazione di libri di fotografia. I suoi lavori sono stati presentati nelle sedi espositive più prestigiose del mondo e in numerose gallerie.

La mostra "Elliott Erwitt. Icons" racconta attraverso 50 immagini uno spaccato della storia e del costume del Novecento con lo sguardo tipicamente ironico del fotografo, specchio della sua vena surreale e romantica. L'obbiettivo di Erwitt ha catturato alcuni degli istanti fondamentali della storia del secolo scorso che, grazie alle sue fotografie, sono rimasti impressi nell'immaginario collettivo. Ma anche le foto più intime e familiari e la collezione di autoritratti che raccontano la sua capacità innata di prendersi gioco non solo della realtà esterna, ma anche di sé stesso.


USA. New York. 1956 © Elliott Erwitt
Erwitt è stato fortunato di aver visto e conosciuto tutti i grandi durante gli anni della sua attività, da Marilyn Monroe a Grace Kelly, da Che Guevara a Nikita Khrushchev. Alcuni dei suoi scatti sono dei veri capolavori entrati negli annali del XX secolo. Ma Erwitt amava fotografare anche le piccole scene della vita quotidiana, preferendo bambini e cani, e proprio per queste fotografie lo amo particolarmente.


USA. New York. 1999 © Elliott Erwitt
"Elliott Erwitt. Icons è il concentrato della genialità di Elliott Erwitt, del senso della sua lunga vita professionale e delle sue fotografie, non solo le più celebri, ma quelle che lui stesso predilige... Elliott Erwitt non è solo l'autore delle immagini, ma anche il curatore della collezione esposta, che ha scelto pezzo per pezzo insieme a me, al fine di creare un percorso sintetico e completo della sua genialità, del suo sguardo sul mondo, dai suoi cani antropomorfi ai potenti della terra, dalle grandi star del cinema, una su tutte Marilyn, ai suoi bambini. Un compendio unico di umanità, leggerezza e profondità... Le immagini raccontano la vita, le miserie e le passioni che la scandiscono, narrata come solo lui sa fare, con il suo tocco magico, la grande capacità compositiva, il suo omaggio all'assurdo e a ciò che può apparire ambiguo. Le immagini di Elliott vi avvicineranno con leggerezza per lasciarvi poi tracce profonde", - racconta Biba Giacchetti.

Questa mostra è anche un omaggio augurale per i 92 anni che Erwitt compirà nel luglio di quest'anno.


USA. California. 1956 © Elliott Erwitt
Dopo aver visto la mostra mi sono chiesta, quale è il segreto di Erwitt e di altri geni della fotografia del XX secolo? Erano davvero così geniali oppure semplicemente fortunati perché erano i primi? Avrebbero avuto il successo anche oggi?

All'epoca erano in pochi e potevano fotografare qualsiasi cosa, muoversi in qualsiasi direzione, sperimentare. Tutto sembrava innovativo e interessante, inesplorato. Non come oggi, quando centinaia, migliaia di immagini passano davanti ai nostri occhi ogni giorno. Chiunque può scattare e elaborare una foto con il proprio cellulare in pochi minuti e presentarla al pubblico. Ma proprio per questo motivo, per la popolarizzazione della fotografia, raggiungere successo in questa forma d'arte e sopratutto sorprendere e attirare l'attenzione è diventato quasi impossibile. Ci sono troppi fotografi e troppe fotografie. Sembra che abbiamo già visto tutto, tutto sembra solo una ripetizione. Lo stesso discorso riguarda anche la letteratura, sembra che oggi abbiamo più scrittori che lettori, ma lasciamo questo tema per un'altra volta. E mentre cerchiamo la risposta a queste domande, ammiriamo ancora una volta la classica del genere, che non delude, ancora tocca l'anima, provoca le emozioni e lascia il segno.


USA. New York. 1955 © Elliott Erwitt

Elliott Erwitt. Icons
WeGil - largo Ascianghi, 5
Tutti i giorni ore 10.00 - 19.00
Fino al 17 maggio 2020
www.wegil.it