martedì 18 luglio 2017

Wisdomless: studio tattoo e progetto lifestyle

Wisdomless l'ho scoperto durante l'International Tattoo Expo tenutosi a Roma nel maggio di quest'anno. Il loro box, con lo stile un po' boudoir, un po' English club, non poteva non attirare la mia attenzione. E anche il tatuaggio che stava facendo uno dei loro tatuatori era meraviglioso: pizzo nero con delle rose rosse sulla schiena di una ragazza.




Avevo subito pensato che sarebbe interessante scoprire di più su di loro e così deciso di visitare il loro studio in centro di Roma, in una delle traverse di via del Governo Vecchio. Anche perché era già da un bel po' che volevo raccontare il mondo dei tattoo club da vicino. Così ho conosciuto Fabrizio Ghilardi, uno dei soci fondatori di Wisdomless, con il quale abbiamo fissato l'appuntamento in una calda mattinata di giugno.



Mentre stavo andando all’incontro non potevo neanche immaginare che mi aspettava molto ma molto di più di un semplice studio di tatuaggi. Con Fabrizio ci siamo incontrati davanti all'ingresso dello studio. Mi ha subito detto che in questi giorni stavano lavorando su una nuova sede, giusto qualche metro più in là. Ha proposto di dare un'occhiata spiegando che in realtà si tratta non solo di studio di tatuaggi, ma di tante altre cose.


Fabrizio Ghilardi

E così, inaspettatamente, mi si è aperto un mondo intero dietro una porta antica, che solo Roma può regalare a chi è curioso. Uno spazio multilivello consistente di vari locali, piccoli e grandi, e addirittura un cortile interno. Alcuni ragazzoni con barba coperti di tatuaggi stavano trapanando, misurando, martellando, segando qualcosa. Tutto lo spazio era ancora spoglio e appena cominciava a prendere forma. Ma Fabrizio riuscì a raccontare in modo così realistico della nuova idea ("Qui ci sarà un piccolo cinema e qui la mia stanza segreta, dietro lo scaffale con i libri") che era già facilissimo immaginare quanto bello e raffinato diventerà tutto questo!


Si tratta di un concetto completamente nuovo che va oltre al semplice tattoo studio. Sarà un vero e proprio club privato Wisdomless. Wisdomless come lifestyle, come modo di vivere. Mentre mi stava mostrando lo spazio, salendo e scendendo le scale, Fabrizio raccontava:

- Questo spazio è importante perché prima dello sventramento fatto dai piemontesi quando hanno occupato Roma questa era un’insula della famiglia Boncompagni che sono Duchi di Sora nel Frosinate, e questa infatti è via Sora. I Boncompagni avevano qui il loro palazzo. Dove siamo adesso c’è stata l‘Accademia dei Quirini, era un’accademia pontificia, che si era scissa dall’Arcadia nel ‘700. Nel ‘800 c’è stata la fanteria pontificia, quindi ha mantenuto una certa importanza. Oggi cerchiamo di riattivare l’Accademia dei Quirini.

Per noi questo spazio è stato determinante, ha riportato alla luce la nostra vocazione, quella di essere un po’ flâneur, un po’ surrealisti che girano per Roma importando bellezza ed eleganza. Faremo delle passeggiate “disorientanti, estetiche e banali”, come facevano a Parigi negli anni 20 i surrealisti. Sarà il modo di portare la nostra eleganza in un contesto difficile. Oggi l’eleganza non ha grande attenzione, grande interesse. Però quasi come prima, mentre tutti andavano vestiti bene e i punk erano degli elementi di rottura, oggi siamo noi i punk perché siamo elementi di rottura rispetto al brutto. Su questo abbiamo innestato anche il nostro stile di vita. 

Quindi, il piccolo studio che abbiamo 20 metri più in la, che è un luogo elegante per parlare di tatuaggi, qui viene esteso e allargato e diventa il club, come fosse un circolo di scacchi o di caccia. Un po’ stile British, un po’ coloniale. Oppure immagina “Il giro del mondo in 80 giorni" di Jules Verne, quando i protagonisti al ritorno raccontano le loro esperienze. Un po’ come al National Geographic: dopo un viaggio di scoperta devi relazionare. Vogliamo fare un posto del genere. Svilupperemo una serie di temi e attività culturali.

- Allora è un progettone, non un semplice trasferimento!
- Sì, è un grande progetto, perché Wisdomless in se nasce come un progetto più ampio, come stile di vita. Ci sono 3 filoni principali. Uno è quello del tatuaggio, Wisdomless Ink, perché avevamo dei bravi tatuatori, e continuerà ad andare perché è comunque di successo, anche dal punto di vista economico.




L’altro è Wisdomless & Hungry che ha accolto e sviluppato tutto quello che è il tema food & beverage, clubbing, ristorante, la parte dello stile di vita del gentiluomo che sa che cosa bere e mangiare e dove andare, come comportarsi a tavola.

Nel club ci sarà un dress code, molto dandy. E così la terza direzione è proprio quella dell’abbigliamento. Da una parte abbiamo una passione per il vintage, verso il recupero, il passato, abbiamo una grossa collezione di vestiti anni 20-30-40. Dall’altra parte abbiamo una selezione di fashion designers che creeranno qualcosa di nuovo però sempre con un occhio verso il passato.

- Torniamo un po’ indietro: com'è nata l'idea di Wisdomless? E perchè questo nome, Wisdomless?
- E’ nato qualche anno fa e si è innestato su quello che era già il nostro studio di tatuaggi con un altro nome ma sempre seguendo alcuni temi che abbiamo recuperato con questo marchio. Il nome “Wisdomless” è un po’ per giocare sul fatto di essere senza giudizio, ed infatti il simbolo è il dente del giudizio. Tra l’altro l’hanno tatuato ormai qualche centinaio di amici e seguaci, è diventato un segno di appartenenza. Oggi Wisdomless è una specie di clan.




- Avete anche uno studio a Copenhagen.
- Con la Danimarca ci sono vari collegamenti. Uno perché ho vissuto li vicino, in Svezia, per più di 20 anni, ho 2 figlie grandi per metà svedesi. Poi, la Danimarca è stato il primo paese europeo che ha avuto uno studio di tatuaggi, a Nyhavn, in quello che all’epoca era il porto nuovo, ovviamente parliamo del ‘600. Oggi si chiama ancora così, ma ormai è il porto antico della città. E proprio in una di quelle botteghe lì c’è stato il primo studio di tatuaggi in Europa, almeno secondo una serie di fonti. E a questo punto abbiamo detto “Dai, sbarchiamo anche noi in Danimarca!”, un po’ per motivi personali, un po’ per la storia.

Sai, mi sembra che a volte nella vita tutto prenda delle strane forme provvidenziali o comunque si accomoda un po’ il caos degli eventi. Sembra che ci sia una guida sottile che ci continua ad orientare, che ci spinge nella direzione che a noi sembra giusta.

- Non vi spaventa questo momento difficile per fare un passo così importante, di crescita e di ulteriore investimento? O non bisogna aspettare il momento perfetto per cominciare qualcosa perché tanto non arriverà mai e bisogna buttarsi?
- Sì, esattamente. Noi viviamo molto “Hic et Nunc” (“Qui ed ora” - ndr), stiamo vivendo adesso e in questo momento, nel presente. C’è il posto, ci sono i soldi, allora ci si butta in una nuova avventura. Certo, a Roma in questo momento stanno chiudendo molti locali storici, dei club. Per certi versi va bene, ma dall’altra parte non è una buona cosa, io sono dell’idea che sia necessaria una sana concorrenza. Credo che una città come Roma abbia necessità di tanti luoghi. Una nuova apertura genera interesse, movimento, flusso che a sua volta fa girare l’economia.

Il nostro sarà un club privato e crediamo che a Roma un posto del genere non c’è. Bisognerà iscriversi ed essere presentato da un socio. Cercheremo di proporre questo tipo di associazione su due piani. Ovvero un piano che è più profondo perché magari voi siete romani, quindi state qui e partecipate nelle attività con una certa continuità. Però magari sarà aperto anche per gli amici, ad esempio una coppia dalla Russia in vacanza a Roma. L’importante che hanno un certo tipo di stile che corrisponde ai nostri standard.

- Diciamo che anche con questo cercate di promuovere il concetto di eleganza.
- Sì, perché credo che l’eleganza sia uno dei tratti fondamentali che distingue l’uomo.


- Si può imparare l’eleganza?
- Temo sia innata, però si può migliorare molto l’aspetto esteriore. Ci sono cose che tu non sai ma le puoi apprendere, puoi lavorarci sopra. Una volta c’era il galateo che era la base, era obbligatorio. Oggi molte cose si sono perse. Invece a noi piace continuare a dar vita a queste cose, ai nostri piaceri e alle nostre necessità nel nostro spazio.

I giovani che vengono da noi vedono degli ex ragazzi, ma ancora molto briosi, con la voglia di fare, per loro è bello, si legano volentieri. E per noi è un successo personale, crescerli sperando che un giorno potranno prendere il nostro posto. Anche perché io voglio scrivere, leggere, fare altre cose, vorrei tornare in una foresta in Svezia.


- Sei un sognatore!
- La differenza dagli altri sognatori è che io non solo sogno, ma riesco anche a realizzare i miei sogni.

- Perché hai una bella dose di realismo.
- La mia dose di realismo sono i miei amici. Ho degli amici meravigliosi, tante volte i miei sogni loro li sognano prima di me e quando apro gli occhi li hanno già realizzati.

- Una bella squadra, un gruppo unito di amici è una cosa importantissima, nella vita e nel lavoro.
- Sì, assolutamente. Ti vorrei presentare Massimiliano Carli (che ci ha raggiunto in quel momento - ndr), in arte Negus, socio fondatore, il perno dal quale tutto parte, il nostro tatuatore senior, paracadutista, ha portato un suo spirito, una sua identità.

Massimiliano Carli
Avendo questa sua grande vocazione artistica, ha da sempre disegnato, lavorato molti anni nella grafica, ha iniziato a tatuare tanti anni fa ed è sul suo progetto di tatuatore che si è innestato tutto, è nato il primo piccolo studio e da lì si è sviluppato diventando il marchio Wisdomless. Se non ci fosse stato Massimiliano, probabilmente avremmo fatto altre cose, ma non con questo taglio che ha una forte vocazione per le arti, tra cui anche l’arte di vestirsi bene, essere gentili, eleganti.

- Da quando vi conoscete?
Fabrizio: da tanto, da oltre 20 anni. Massimiliano per me è un fratello, come tanti altri, ma lui è speciale.
Massimiliano: ci capiamo tra di noi un po’ meglio, un po’ di più. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda.


Fabrizio: ciascuno di noi ha portato dentro qualcosa. Allora le passioni personali si sono fuse e sono diventate un progetto vero, perché sognare è bello però poi diventi verboso, diventi chiacchierone, perdi tempo davanti ad una birra o ad un bicchiere di vino, però le cose non le fai. Io ho tante idee, sarà perché sono un po’ più grande, perché ho visto tante cose, ed è proprio in Massimiliano trovo la forza realizzativa che da solo non sarei capace di tirar fuori.

- Vi trascinate l'uno l’altro!
Massimiliano: sì, esatto, io invece in Fabrizio trovo supporto. Da solo è difficile realizzare le cose.
Fabrizio: ci aiutiamo a vicenda, siamo una bella squadra e ci compensiamo. Comunque sia la nostra è una vera amicizia. Forse l’unica vera cosa che ci separa è che uno è tifoso della Lazio, l’altro della Roma, anche se vediamo insieme anche i derby (ridono – ndr)!


- Da quando esiste tutto questo? Oggi la gente spesso vuole tutto e subito. Voi quanto ci avete messo per raggiungere il risultato?
Fabrizio: abbiamo aperto lo studio qui in centro e a Copenhagen in contemporanea nello stesso giorno 2 anni fa. Possiamo dire che abbiamo avuto una bella accelerata. Non esiste una ricetta uguale per tutti... Comunque il segreto del successo è lavorare tanto. Avere fondamenta, essere affiatati. Passiamo davvero molto tempo insieme, anche se ogni tanto bisogna staccarsi. Ci hanno proposto varie volte di entrare in società investendo dei soldi, ma noi abbiamo sempre detto “No, grazie!”.
Massimiliano: siamo molto restii al cambiamento, molto testardi. Ma sappiamo dove vogliamo andare e facciamo di tutto per arrivarci. Poi ovviamente ci sono delle difficoltà e dell’impegno da mettere. Ma tra di noi c’è armonia, forse è questo il nostro segreto.

- Prima di concludere vorrei tornare al fenomeno tattoo. Alla fine che cosa è diventato oggi, che cosa rappresenta?
Massimiliano: adesso il tattoo è completamente sdoganato, è sicuramente una moda, oggi i giovanissimi si fanno dei tatuaggi sulle parti più visibili: le mani, il collo. Non credo che passerà presto, perché oggi i bimbi vedono i loro genitori tatuati, per loro è già una cosa normale. Certo, magari qualcuno al contrario, non si farà tatuare per reazione ad un genitore molto tatuato. Ma per la maggioranza sarà una cosa naturale.



- Non pensano a come saranno questi tatuaggi sui loro corpi da anziani?
Massimiliano: i tatuaggi sul corpo vecchio è una cosa che non ci preoccupa, sarà parte di loro, di noi.

- E quando uno arriva da voi per farsi un tatuaggio date qualche consiglio?
Massimiliano: cerchiamo di capire perché lo fa, il motivo. A quel punto possiamo anche consigliare un disegno piuttosto il punto dove farlo. Abbiamo una squadra di tatuatori che copre praticamente tutti gli stili. A volte abbiamo anche dei guest-tatuatori, anche dall’estero. Comunque sfatiamo il mito che è facile fare il tatuatore e sottolineiamo che un buon tatuatore deve saper disegnare molto bene. C’è il gioco della luce, del contrasto, delle ombre. É un’arte vera e propria.


A questo punto finiamo la nostra conversazione perché Fabrizio e Massimiliano devono fare davvero tante cose. Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto, in autunno, quando i lavori saranno finiti e le idee prenderanno forma. Non ci resta che aspettare per raccontare tutto questo nel blog!

Fotografie - Antonio De Paolis

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