Già in autunno avevo sentito
che l’Auditorium Parco della Musica organizza una serie di incontri dedicati
alla letteratura russa “Vi racconto un romanzo – Dalla Russia con amore”. Otto
incontri durante tutto l’anno accademico, da ottobre a maggio.
Ovviamente l’evento mi ha
incuriosito, ma ho deciso di scegliere non la solita conosciutissima pur
amatissima letteratura classica a cui erano dedicati i primi quattro incontri (“Evgenij
Onegin” di Aleksandr Pushkin, “Le anime morte” di Nikolaj Gogol, “Delitto e
castigo” di Fedor Dostoevskij, “Anna Karenina” di Leo Tolstoj), ma la
letteratura russa del primo ‘900. Così sono venuta alla serata dedicata al
romanzo di Evgenij Zamiatin “Noi” scritto nel 1920.
Con mia grande sorpresa
la sala era quasi piena nonostante fosse lunedì sera. La serata era presentata dal
poeta Valerio Magrelli e introdotta dallo slavista Alessandro Niero, nonché
traduttore di questo romanzo per la casa editrice Voland. Gli estratti dal
romanzo erano letti dall’attrice Eleonora Brigliadori.
Come avevo sperato è stato
molto interessante ed educativo, anche se la serata è durata solo un’oretta che
è paragonabile ad una goccia nel mare quando si parla di libri e di letteratura.
Non sapevo praticamente nulla dell’autore e di questo romanzo (tutto sommato,
niente di strano, visto che in URSS il libro era proibito ed è stato pubblicato
per la prima volta solo nel 1988 dopo la Perestrojka). Inoltre, volevo sentire
direttamente dal traduttore delle difficoltà che ha riscontrato nella
traduzione del libro. Il linguaggio di Zamiatin è molto compatto, compresso,
particolare, lo scrittore trattava la lingua in modo “tecnico”, perciò si può
solo immaginare la fatica della traduzione in italiano.
Il romanzo ha avuto
un influenza enorme su George Orwell, l’autore di “1984”, ed in generale è
stato il precursore visionario che ha influenzato in seguito la letteratura e
il cinema. È stato sorprendente
scoprire quanto questo romanzo sia ancor oggi attuale, non solo in Russia, ma
anche in Italia, nonostante fosse stato scritto molto prima delle repressioni
di Stalin e le dittature in Europa e altri eventi drammatici del XX secolo. A
questo punto nasce la domanda: come poteva Zamiatin sapere tutto così in
anticipo? La risposta arriva da sola a fine serata. Il romanzo “Noi” è la conferma
del genio moltiplicato dall’istruzione solida, dallo sguardo attento a tutto ciò che accade attorno, dalla capacità di pensare e analizzare, dalla mente aperta
e dalla fantasia. Solo una combinazione così può partorire dei capolavori al di là
del tempo e dei luoghi.
I prossimi appuntamenti
saranno dedicati a Andrej Belij ed il suo romanzo “Pietroburgo”, Vassilij
Grossman e il romanzo “Vita e destino”, Venedict Erofeev ed il romanzo “Mosca-Petushki”.