Oggi voglio raccontarvi de
La Casetta, un piccolissimo bistrot-gastronomia che si trova in via Madonna dei
Monti, a pochi centinaia di metri dai Fori Imperiali. Per la prima volta ne ho
sentito parlare da Filippo Pompili Ferrari nella sua intervista per il blog.
Così, spinta dalla curiosità, sono andata a vedere questo posto.
La Casetta non può non
attirare l’attenzione. Già da lontano vedo la sua facciata completamente
ricoperta dall’edera. Mi avvicino, le luci calde e i tavolini dietro la vetrina
invitano ad entrare. E subito mi viene incontro Mimmo, il proprietario di questo
posto, sorridente e caloroso, con una certa somiglianza con Nikita Mikhalkov, il
famoso regista russo. Una volta cominciato a parlare non riesco a non rimanere
trascinata dalla sua positività, dalla sua filosofia di vita e dalle sue idee.
Ma andiamo in ordine.
Per prima cosa voglio
assolutamente assaggiare qualcosa di quanto esposto in tutta la sua
bellezza. Sono indecisa tra il cornetto con la crosticina abbrustolita e
croccante, un pezzo di torta al cioccolato e un muffin alla vaniglia. Tutta
questa roba proviene da un forno che provvede giornalmente a rifornire La
Casetta. Da bere prendo un caffè lungo, in versione self-service, perché questo
non è un bar, qui non c’è il bancone.
“Questo posto è stato
concepito come la cucina della propria casa. Non c’è il banco, ma c’è lo spazio
della cucina e il soggiorno davanti alla cucina. Quando riceviamo a casa il
nostro miglior amico dove lo portiamo di solito? In cucina, il luogo dove gli
offriamo un caffè, dove parliamo e gli confidiamo tutto. Ed è questa stata la
nostra idea, aprire uno spazio dove c’è il calore, dove il proprietario non sta
dietro il banco, ma sta insieme alle persone, le accoglie e ci parla. Certo,
se poi capisce che deve stare dietro, allora si mette da parte,” - mi spiega
Mimmo.
E poi continua: “Ogni giorno
qui arriva roba fresca ordinata da me la sera prima, tutti i prodotti che
noi proponiamo come offerta gastronomica per il pranzo, sono preparati ogni
mattina e verso l’ora di pranzo arrivano da me. Tutto è
fresco, non c’è niente di surgelato, e pronto per essere mangiato, serve giusto qualche minuto per scaldarlo un po’”.
Senza accorgermene inizio a fare le mie solite domande a Mimmo e lui si presta volentieri a raccontare:
“Io non ho mai fatto il gastronomo, sono sempre stato un manager di aziende, ho
fatto anche l’amministratore delegato di alcune aziende importanti. Quindi cerco di
mettere in qualche modo la mia esperienza imprenditoriale, manageriale e umana
in questo progetto. Perché la chiave importante di tutte le attività è
trasferire il calore, il proprio io, la naturalezza di un rapporto, senza
differenza di età.
Credo nel mio prossimo,
credo che ognuno di noi debba dare un contributo di vita e quando si trova a
svolgere un’attività, questa attività deve essere lo strumento per trasferire
al prossimo qualcosa di positivo”.
A questo punto il discorso
diventa molto interessante, ma dobbiamo interrompere perché entrano dei
clienti, un gruppo di australiani studiosi di storia antica. Subito dopo di
loro entra un altro gruppetto, questa volta di giovanissimi liceali con l’aria
di chi è scappato dalle lezioni per godersi la giornata. Mimmo è disponibile
con tutti, consiglia la scelta, versa caffè e cioccolata,
risponde alle domande, ed è sempre sorridente.
Poi segue un momento di
tregua, allora riprendiamo la conversazione: “Voglio valorizzare questa zona, questo
posto, una delle più belle piazze del quartiere Monti, e questo locale situato nel
palazzo storico. Cercando di fare sistema, cominciando a convertire, a
coinvolgere le autorità, ma non solo. Una volta valorizzato vorrei farlo diventare
un punto di aggregazione di giovani e non solo, dando al tempo stesso delle
opportunità.
Ho pensato, quale potrebbero
essere delle opportunità? Oggi vedo tanti giovani, laureati, con tante
competenze e capacità notevoli di sintesi che forse la mia generazione non
aveva. Però i ragazzi di oggi pur avendo più cultura hanno delle offerte di lavoro
precarie che non danno l’opportunità di guardare in avanti nel proprio futuro.
Allora ho pensato, e se mettendo tante competenze, tante culture insieme e
dando come punto di riferimento un’attività già esistente si possa aggregare
intorno a questa attività un punto di partenza di occupazione giovanile.
Oggi va tanto di moda il
termine “share”. E allora perché non fare uno share anche di questa attività dove molte
persone si uniscono e diventano proprietari per un periodo
all’anno o al mese o alla settimana, dipende poi come sarà il progetto, e da là creano anche delle nuove realtà in altri contesti che non
siano soltanto quelli romani, ma possano essere anche in altre città importanti
in Italia e anche all’estero. Insomma creare un progetto nuovo, una novità
basandosi sull’idea di sharing in modo che lo sharing consenta di dare una
prospettiva alla gente e di creare anche per lo stesso locale un’offerta
gastronomica e di servizio che può essere differente a secondo della
personalità del partecipante allo sharing.”
Dobbiamo interromperci di nuovo perché arriva la consegna del pranzo, poi passa un’amica, l’autrice di programmi TV, per salutarlo, poi entra una ragazza francese per prendere un caffè e chiedere alcuni informazioni, subito dopo arrivano i clienti per pranzo, alcuni fissi, altri per la prima volta. Insomma, è un via vai continuo. Mimmo si scusa, ma io lo tranquillizzo, non ho fretta, anzi, mi diverto proprio a stare nell’angoletto, con il mio caffè, ascoltare la musica jazz di sottofondo e osservare. C’è veramente una bella atmosfera qui.
Dopo un po’ riusciamo a
concludere la conversazione con un’altra bella idea: “Tornando al discorso
della cucina come punto d’incontro vorrei introdurre una serie di appuntamenti,
sui vari argomenti, la psicologia, la religione, i libri, l’integrazione degli stranieri e
i loro rapporti con gli italiani. E mentre si parla si mangia qualcosa. Ecco, il
concetto è questo. Mi piacerebbe creare un modello. Chi vuole approfondire
questo aspetto, io sono qui, pronto a parlare, condividere, approfondire. Bisogna
credere e rimanere positivi, nonostante le difficoltà.” Giusto Mimmo,
giustissimo!
La Casetta - via Madonna dei Monti, 62
tel 06 4827756