Dopo la decima vittoria consecutiva della Roma nel campionato
d'Italia ho deciso che è arrivato il momento di parlare un po' di calcio
qui sul blog. Non è che sia una fan scatenata, anzi il mio interesse
per il calcio si è abbassato parecchio proprio dopo il mio trasferimento
in Italia. Forse perché mi sono resa conto che qui calcio non è lo
sport, ma più che altro il business. Ma comunque sia vivendo in Italia,
per di più a Roma dove ci sono due grandi club, Roma e Lazio, la
febbre calcistica non può non travolgere. Basta pensare ai derby! La
gente al di fuori Roma semplicemente non riesce ad immaginare fino a
quanto possono non amarsi gli abitanti della stessa città. Un romanista
scatenato, così come un laziale convinto, preferirà perdere con l'Inter
o la Juve pur di vincere il derby. È una partita che vale l'intero
campionato!
Il calcio è un componente importantissimo
della vita italiana, in qualche modo è la fotografia della società.
Basta vedere la situazione nel mondo del calcio, per capire i costumi
del paese. Neanche la crisi è riuscita a distruggere l'interesse per il
pallone. Anzi, per molti è diventato in questo periodo duro l'unico modo
per staccarsi dai problemi, almeno per un po'. Perciò non è difficile
immaginare quanta gioia possano portare le vittorie della squadra del
cuore. Se poi la quantità delle vittorie diventa da record, la gioia si
trasforma in febbre. E anche i più
disinteressati e calmi a malapena riescono a rimanere indifferenti alla felicità
totale dei cittadini.
Per vedere meglio la
reazione e scoprire l'umore dei tifosi romanisti domenica scorsa sono
andata a Testaccio, il quartiere giallo-rosso per definizione, dal quale
proviene anche Francesco Totti, capitano e anima della squadra
degli ultimi 20 anni. Di calciatori così fedeli al proprio club per
tutta la carriera ne sono rimasti poco e niente, giusto Javier Zanetti
nell'Inter e Totti nella Roma appunto.
In
Testaccio aspettavo di vedere bandiere dappertutto, poster nei
bar, dei tifosi che parlano animatamente delle prossime partite mentre
prendono un espresso. Mal che vada qualche graffito o scritte oscene nei
confronti di altre squadre. Ma non ho trovato niente di tutto ciò. Niente
bandiere, niente poster, niente conversazioni calcistiche. Tutto calmo e
decente. Sembra che il calcio non interessi a nessuno qui.
Delusa
stavo passeggiando per le strade deserte (era l'ora di pranzo), quando improvvisamente davanti ai miei occhi è
apparsa la porta "modestamente" colorata in giallo-rosso. Un club di
romanisti! Esattamente quello che cercavo!
Ho
aperto la porta e sono entrata. All'inizio della partita mancava circa
un'ora e mezzo. Nella stanza non c'era nessuno tranne un ragazzo che
stava mettendo dei segnaposto con i nomi sulle sedie. La prima impressione
che ho avuto di questo posto è come fosse un tempio. Le fotografie ed
i poster con gli autografi, le magliette e le bandiere, i ritagli dai
giornali incorniciati, i libri. Tutta la storia della Roma era
concentrata in questo spazio!
Parlando con Maurizio (così si chiama il ragazzo), ho scoperto che è lui che gestisce questo club. Mi ha detto che tutti si uniscono qui verso l'inizio della partita. Praticamente è l'unico club di romanisti ancora aperto a Testaccio. Questa stagione va abbastanza bene, perchè la Roma sta vincendo. Ma la verità è che dei tifosi veri, fedeli o semplicemente entusiasti di calcio ne rimangono sempre di meno. Per quanto riguarda la performance straordinaria della Roma quest'anno Maurizio non ne ha parlato tanto, ancora di meno del possibile scudetto. Il campionato è lungo, è ancora troppo presto per festeggiare la vittoria... Ma io lo so benissimo che i romani sono scaramantici, perciò preferiscono trattenersi nei propri commenti.