Qualche giorno fa una mia amica mi ha raccontato di Redo Factory. Il suo entusiasmo mi ha letteralmente contagiato, così ho
deciso di non perdere tempo e scoprire di più su questo progetto.
Ed ecco che ci siamo incontrate con Simona Orlandi Posti, una
delle ideatrici di Redo, nella loro sede (che in realtà è anche l'atelier, il laboratorio, il
negozio, lo show room), situata nel quartiere Garbatella. La prima domanda è su come è nato questo progetto:
Redo è un
progetto che abbiamo lanciato noi, cinque amiche di età compresa tra 29
a 42 anni, nel campo della moda definita come etico-sostenibile
seguendo il motto "la moda è un ingranaggio collettivo".
Tutto è cominciato con un bando del municipio, a cui abbiamo partecipato. L’abbiamo vinto e così siamo riuscite a comprare i materiali, le macchine da cucire, etc. Dopo il 2011 abbiamo capito che era quello che ci piaceva fare e abbiamo iniziato “sul serio”. Diciamo che da un inizio che era quasi un gioco abbiamo capito che ci piaceva farlo davvero.
Tutto è cominciato con un bando del municipio, a cui abbiamo partecipato. L’abbiamo vinto e così siamo riuscite a comprare i materiali, le macchine da cucire, etc. Dopo il 2011 abbiamo capito che era quello che ci piaceva fare e abbiamo iniziato “sul serio”. Diciamo che da un inizio che era quasi un gioco abbiamo capito che ci piaceva farlo davvero.
Col passare del tempo ci
siamo specializzate sempre di più in quello che è la ricerca dei materiali.
All’inizio usavamo degli abiti che la gente buttava via e noi li recuperavamo e
li modificavamo. Invece poi abbiamo puntato più in altro, volevamo
effettivamente creare ex-novo mantenendo questa base di eco-sostenibilità
dell’ambiente, riciclo, riuso che per noi è fondamentale. Quindi abbiamo
iniziato a contattare una serie di fabbriche in tutta Italia per farci donare
lo smaltimento delle loro prove di stampa, gli scarti, di tutto quello che loro
non usavano più che viene poi a nostra volta
trattato. Alcune aziende sono addirittura felicissime di collaborare con noi
perché così possono risparmiare sullo smaltimento, insomma conviene anche a
loro.
Poi, grazie al giro di amici
skipper siamo riuscite ad avere delle vele di barche utilizzando anche queste
come materiale per i nostri prodotti. Anche le vele
ovviamente vengono trattate. Trovo veramente bella questa idea, perché a queste
vele che hanno visto dei posti lontanissimi, hanno assorbito vento e
sale dei mari esotici, viene data una seconda vita con tutto il suo fascino.
Stiamo provando ad avere
solamente dei materiali petrol-free, però con gli scarti industriali è ancora
difficile. Ma ci stiamo lavorando, anche per orientare un po’ il mercato
verso quello che è la scelta, che non è solo la scelta di Redo. Scegliere una
stoffa trattata in un determinato modo aiuta il consumatore ad avere infine la
meglio sull’azienda, perché se si scelgono solo determinate cose l’azienda è
costretta fare e produrre quello che il mercato richiede.
La differenza tra noi e un
atelier è che il vestito che trovi da Redo, è unico, perché quel pezzo di
stoffa è solo quello. Però poi sono fatti in serie, perché di quello stesso
modello è unica soltanto la fantasia della stoffa. Perciò se ci contattata un
negozio con un grosso ordine noi senza dubbio possiamo garantirgli l’ordine ma
non possiamo garantirgli che tutti i pezzi siano tutti identici. Però io credo
che così è anche più bello, perché anche se si tratta di pret-a-porter il
consumatore compra un pezzo unico. Credo che anche questo è un elemento di
innovazione. Vogliamo stare a metà tra l’artigiano e la vera fabbrica. Quindi
mantenere la parte artigianale, del fatto a mano, della cura del particolare,
però unirlo anche ai grossi numeri e ad una grossa produzione.
La nostra Factory
è più intesa come la Factory di Andy Warhol, quindi un posto dove si
incontrano i creativi e dove ognuno mette le proprie competenze, nei vari
progetti sempre intorno al mondo della moda. Anche se
veniamo tutte da professioni differenti. Io sono una sociologa e lavoro per lo
scrittore Erri De Luca nel campo della comunicazione, Angela è una costumista
del cinema, Martina è una indossatrice. Diciamo che la nostra passione
per la moda ci ha portato tutte dentro questo progetto. Poi ovviamente ognuna di
noi ha le proprie preferenze.
Avete avuto qualche azienda come punto di riferimento?
Noi ci siamo ispirate come inizio
del progetto ad un brand che si chiama Serpica Naro (che
in realtà è l’anagramma di San Precario), di Milano. Loro sono un collettivo di
precari della moda e della comunicazione e uscirono sulle passerelle della moda
di Milano nel 2005 portando la vertenza di lavoratori precari proprio sulle
passerelle di Milano. Non è una moda calata dall’alto o staccata dalla realtà o
imposta dalle passerelle. In questo senso sono stati un’ispirazione per noi.
Quali sono i vostri prodotti, le vostre linee?
Facciamo abbigliamento e
accessori donna. Per la collezione estate 2014 abbiamo aggiunto la linea
bambino e bambina. Per uomo per il momento abbiamo soltanto alcuni accessori,
ad esempio un copri i-Pad di vela. Per l’inverno stiamo pensando alla coppola.
Poi si vedrà.
La caratteristica particolare
dei nostri abiti è che possono essere portati in modi differenti, oppure si può
acquistare una parte sola che possa essere aggiunta a un’altra parte di vestito
lasciando così spazio alla fantasia del consumatore. Alcuni capi consistono di
due o tre pezzi che possono essere usati separatamente.
Una nostra maglietta,
semplice, ma fatta a mano, sul nostro disegno, un pezzo unico, che costa 35
euro, che però puoi mettere in modi differenti, è la nostra risposta alla
crisi. Ma anche l’idea per le donne moderne, che stanno tutto il giorno fuori e
hanno tanti impegni diversi nella stessa giornata, dalla mattina alla sera, dal
lavoro alla recita del figlio all’aperitivo o al vernissage. La nostra è la
moda calata nel quotidiano.
La fascia dei vostri prezzi?
Da 2 euro per un
laccio per capelli, le magliette stanno sui 30 euro, un abito si
aggira intorno ai 70 euro. Come vede i nostri prodotti sono sotto i 100 euro,
perché non vogliamo che sono per l’elite che compra eco-sostenibile. Noi,
proprio per scelta, vogliamo mantenere una politica che rispetti l’ambiente,
rispetti il lavoratore, ma rispetti anche il consumatore in un momento di
crisi.
Organizzate anche dei corsi e workshops?
Sì, ci piace condividere i
nostri saperi, così durante tutto l’anno organizziamo ciclicamente diversi
corsi che partono da quello di base fino all'avanzato per poter realizzare un
vestito da solo. Però possiamo organizzare anche delle lezioni su un argomento
specifico, ad esempio solo su come fare l’orlo. Non escludiamo che forse da
settembre faremo anche altro, ad esempio il corso di ricamo, etc.
Avete incontrato qualche ostacolo o difficoltà durante il vostro percorso?
In realtà la difficoltà più
grande è che noi ancora non riusciamo a vivere di questo lavoro. Quindi per
tutte resta una passione e un secondo lavoro.
Certo le leggi italiane non
favoriscono la nascita di nuove imprese, per le tasse, per la burocrazia, etc.
Però c’è anche del positivo. Ad esempio il fatto che un piccolo municipio (Roma VIII) è riuscito a fare un bando con pochissimi soldi
intercettando una reale passione di persone che sono riuscite effettivamente a
mettere in pratica quello che stavano pensando.
Noi speriamo di crescere e
diventare grandi. Siamo persone positive che vedono dei piccoli miglioramenti
che vengono fatti di anno in anno da quando abbiamo iniziato ad oggi.
Quando si parla di moda spesso
si pensa alla frivolezza. Invece poi quando si parla del progetto Redo, la
gente si rende conto che c’è qualcosa di sociale, davvero serio. C’è un
pensiero in questo nostro progetto, un segnale e per noi è molto importante
sottolinearlo.
So che organizzate degli Open Days per presentare le vostre collezioni.
Sì, i nostri Open Days li
facciamo quattro volte l’anno che corrispondono alle quattro stagioni, qui da
noi. Le date di ogni presentazione si possono trovare sulla nostra pagina Facebook e
sul nostro sito. Sono aperti a tutti, alle aziende e ai privati. In queste
giornate si possono acquistare i capi. Oppure fare degli ordini se è un’azienda
o un negozio.
Proprio questa settimana, dal
10 al 13 giugno ci sarà la presentazione della collezione Summer 2014.
Invitiamo tutti!
Infine, qualche consiglio per quelli che vorrebbero lanciare un'attività in
proprio?
La mia piccola esperienza mi
suggerisce che intanto non è mai troppo tardi e poi se c’è una passione, c’è
sempre un’occasione nella vita da poterla tirare fuori e svilupparla. Se uno
pensa che da un giorno all’altro le cose accadono, non è così. Bisogna
impegnarsi ed avere l’idea che però abbia qualcosa di innovativo rispetto
all’idea originale. Quindi bisogna sempre pensare che cosa può distinguere la
tua idea dalle altre. Che cosa può fare la differenza, farti fare il salto di
qualità tra quello che già esiste e quello che potrebbe essere. Quando uno
riesce a capire questa cosa e ci si impegna, riesce a trovare i fondi, i
finanziamenti, allora funziona.
pagina Facebook
Presentazione della
collezione Redo Summer 2014:
10 - 13 giugno
indirizzo: via Roberto De
Nobili, 15 (Garbatella)