È capitato che una delle domeniche passate sono rimasta da
sola in città. Ragionando su cosa fare mi è venuto in mente che potrei fare un brunch in uno dei ristoranti in centro. È una vita che non facevo un brunch,
dai tempi in cui vivevo a Bologna e il brunch era uno dei miei passatempo
domenicale preferito.
Andando senza fretta in ristorante ho deciso di dare
un’occhiata in giro per osservare un po’ i romani di domenica, completamente
diversi da quelli che vedi in giro durante la settimana. Niente cravatte, abiti
eleganti e tacchi alti, vestiti rigorosamente casual, con i giornali sotto
braccio e gli occhialoni da sole che nascondono l’assenza totale di trucco e
le occhiaie del dopo party del sabato sera. Qualcuno a spasso con il cane, altri
con i bambini in carrozzina, qualcuno a fare due passi per respirare
un po’ di aria fresca prima del pranzo domenicale, per vedere le vetrine, piuttosto che
prendere il caffè all’aperto godendosi il timido sole invernale.
Tra i numerosi ristoranti che offrono i brunch ho scelto Il
Margutta RistorArte, per due motivi. Primo, perché offrono la cucina
vegetariana ed io volevo proprio qualcosa di leggero. Secondo, perché a parte
il ristorante sono anche galleria d’arte ed ospitano sempre qualche
esposizione interessante. Ad esempio, in questi giorni c’è la mostra “Fashion
& Chips” di Giampaolo Atzeni.
Sono arrivata esattamente all’ora di apertura, alle 12.30,
ed ho scelto un tavolino vicino alla finestra. C’era pochissima gente, cosi mi
sono accomodata con calma, ho dato un’occhiata ai quadri esposti, ordinato una
tazza di tè verde (con grande piacere ho notato il personale gentile e discreto,
ma semre pronto ad aiutarti) poi mi sono diretta verso il buffet che mi è piaciuto per la
sua proposta. Appena sono tornata al mio tavolo ho notato con sorpresa che
la sala iniziava a riempirsi velocemente. Dopo quindici minuti era già
piena. Improvvisamente si è riempita con melodie famose suonate dal vivo sul
pianoforte. L’atmosfera immediatamente è diventata allegra e rumorosa. Qua e la correvano dei bambini nei costumi di carnevale e con le faccette truccate,
vicino a me sedevano due copie di amici del nord d’Italia venuti a Roma per il
week end, ancora un po’ in la c’erano due inglesi che discutevano sul da farsi
dopo il brunch. Ad un tavolo rotondo appena dietro il mio una copia di mezz’età
cercava di spiegare alla mamma anziana di lui, almeno di ottant’anni, cosa fosse il brunch. Lei annuiva con la testa, e subito dopo faceva altre
domande, e loro pazientemente continuavano a spiegarle come funziona.
Insomma, ho passato un bel pomeriggio ed ho scoperto che
il brunch è ancora tanto di moda.