Domenica sono andata a vedere la mostra LIFE. I grandi
fotografi. A dir la verità, non amo le domeniche estive a Roma. La città si
svuota, lasciata dai cittadini che scappano, chi al mare chi in montagna, per salvarsi dal caldo, ai turisti, stancati dalle innumerevoli bellezze, afa,
file, scioperi e lunghe passeggiate a piedi. Il centro ancora ricorda
tracce della vita quotidiana, ma basta allontanarsi un po’ dagli itinerari
turistici e lo scenario cambia. Tutto chiuso, pochissime macchine, nessun
pedone.
Per fortuna, nella capitale ci sono delle isole, aperte tutto
l’anno, dove i romani che rimangono in città amano andare. Una di queste è l’Auditorium Parco della Musica. È un
enorme centro culturale dedicato soprattutto alla musica (in questo periodo ad
esempio si svolge il festival musicale annuale "Luglio suona bene" che offre vari concerti e eventi tutti i giorni). Sul territorio dell’Auditorium c’è un
parco dove fa piacere fare una passeggiata o semplicemente nascondersi nella
sua ombra. Qui c’è anche una bella libreria fornitissima, dei cafè, degli spazi
espositivi. Insomma l'Auditorium, che tra l’altro ha appena festeggiato i suoi
primi 10 anni, offre sempre qualcosa di interessante, in qualsiasi momento
dell’anno.
Ma torniamo alla mostra LIFE. I grandi fotografi. Ero sicura
che mi piacerà e non mi sono sbagliata. Mentre guardavo le foto pubblicate nei
vari anni dalla famosa rivista, fondata nel 1936, mi è venuto in mente che l’attuale
street photo non è che la ripetizione di quello che è già stato fatto. LIFE
pubblicava ogni settimana foto di questo genere già dalla metà degli anni 30 del XX
secolo raccontando della vita, di tutti gli eventi importanti, di gente, famosa
e non, attraverso la fotografia. Dopo i fotografi che lavoravano per LIFE, così
come dopo i grandi scrittori, è difficile raccontare qualcosa di nuovo.
Sono rimasta particolarmente colpita dalle fotografie di Margharet Bourke-White. Un solo scatto del 1937 che
coglie la lunga fila per il pane durante l’alluvione di Lousville, sullo sfondo
un poster gigantesco che raffigura una classica famiglia felice americana
con la scritta “World's highest standard of living - there is no way like the
American way”! vale tantissimo! Geniale e impressionante! Cogliere uno scatto
così è semplice, ma bisogna saperlo vedere e non tutti ne sono capaci. A
proposito, la prima copertina di LIFE, La diga di Fort Peck, datata il 23
novembre 1936 è sempre di Margharet Bourke-White.
Sono indimenticabili i
ritratti fatti da John Loengard, tra cui i Beatles che fanno il bagno nella
piscina, la pittrice Georgia O'Keeffe sul tetto della propria casa, la bocca di Louis Armstrong.
Le fotografie di Margharet Bourke-White dai campi di concentramento e
di Larry Burrows dal Vietnam sono impressionanti per la loro forza espressiva,
per le emozioni colte sui visi. Sembra che sono fatte durante le riprese di
film di guerra, con le scenografie e scene preparate in anticipo. È quasi
impossibile credere che tutto questo era accaduto davvero, che sono scatti
di vita reale.
Naturalmente non si può
non nominare le fotografie di Alfred Eisenstaedt, la più famosa delle quali è
il bacio passionale tra un marinaio e l’infermiera su Times Square durante i
festeggiamenti della fine di guerra.
La mostra LIFE. I
grandi fotografi rimane aperta fino al 4 agosto