Come ho già scritto nel mio post dedicato alla mostra «Le Affinità dell'Opposto», l'idea di intervistare l'artista Olga Piashko era nata
subito, durante il vernissage, quando avevo visto per la prima volta i suoi lavori.
Mi hanno impressionato tanto, così non potevo non interessarmi del loro autore.
Nonostante la giovane età Olga ha già raccolto dei riconoscimenti, importantissimi
per chi fa un lavoro creativo. Alcune sue opere già fanno parte di collezioni prestigiose, tra cui il Ministero della Cultura di Bielorussia, il
Museo Olimpico in Losanna, il Palazzo del Quirinale a Roma. Nonostante sia occupatissima, Olga ha subito dato la sua disponibilità nel rispondere alle
mie domande.
Da
quando ha iniziato e come si è sviluppata la Sua attività artistica?
Fin
dall'infanzia, prima attraverso la scuola artistica, poi il liceo d'arte e l'Accademia
Statale delle Arti di Bielorussia a Minsk. Sono sempre stata colpita dall'arte
italiana, pittura e architettura, così finita l'Accademia avevo deciso di venire in Italia per proseguire con le mie ricerche, studi ed esperimenti. Qui a
Roma ho studiato scenografia all'Accademia di Belle Arti, dopodichè ho fatto
lo stage di un anno al Teatro dell'Opera di Roma.
L'idea
di un progetto collettivo insieme con Anastasia Kurakina è un caso isolato o
pensate di svilupparlo anche in futuro? Com'è nata questa collaborazione?
Musicisti,
artisti, scrittori sono tutti cronisti che raccontano
attraverso la parola, il suono, l'immagine del tempo in cui vivono, degli standard
di bellezza, degli interessi e problemi della società. Lavorando in modo
individuale o in gruppi loro creano una ballata dedicata al loro tempo, in cui
ciascuno fa la propria parte. L'artista trasmette la «realtà» attraverso la
propria ottica, la propria percezione soggettiva. Provare di confrontare due
«realtà» artistiche diventa un gioco molto interessante!
Così sono nati i nostri progetti collettivi insieme
con Anastasia Kurakina. Uno di questi, «Nalogovij projekt» (Progetto fiscale)
ha già raccolto vari premi, tra cui anche il «Premio Adrenalina under 35» durante
la mostra nel Museo MACRO.
Avrei definito «dotato» l'artista capace di trovare
il linguaggio, il modo di esprimere, attuale e facile da capire per i suoi
contemporanei, e l'avrei definito «geniale» se questo linguaggio sarà
comprensibile e edificante anche per le future generazioni.
Come
nasce un quadro? Da che cosa si parte, da qualche idea, qualche storia, qualche
emozione? Che cosa La ispira?
I quadri
nascono dalla vita, i miei personaggi sono reali.
Da quanto tempo vive a
Roma? Il suo legame con questa città? Che cosa Le piace qui e che cosa
no?
Vivo a
Roma da cinque anni e mezzo e la considero una delle più belle città del mondo.
La pecca di questa città sono il traffico e problemi con il parcheggio.
In che
cosa secondo Lei consiste lo stile di vita alla romana? Che cosa distingue Roma
dalle altre città?
Senza
dubbi Roma si distingue prima di tutto per la sua storia. É una città
verde e, nonostante sia la capitale, non ha niente a che vedere con il termine
«metropoli». Questo mi sta molto a cuore. Parlando dello stile di vita alla
romana l'avrei definito con le parole "lento", "rilassato".
Il Suo
indirizzo o posto preferito a Roma?
Amo il
centro storico, dove continuo a scoprire degli angoli nuovi. Amo anche andare in
bici lungo via Appia Antica.
Già dopo il vernissage Olga ha condiviso con me un'altra bella notizia:
il Comitato Olimpico Internazionale ha acquistato uno dei quadri di Olga,
«L'inno», da consegnarlo al Presidente del Comitato, Jacques Rogge, durante il
Festival Olimpico della gioventù europea. Insomma, ancora una conferma del
talento di Olga ed un ulteriore meritato riconoscimento. A proposito, non è la prima
esperienza di Olga che lega il suo lavoro con lo sport. Già nel 2012 è stata
vincitrice con la sua opera «In cerca dell'armonia» del primo premio
internazionale «Sport and Art Contest» alla mostra d'arte dedicata ai Giochi
Olimpici di Londra 2012 organizzata dal Comitato Olimpico Internazionale.