La cosa più
difficile nella preparazione per l’incontro con Carola Pennacchiotti è stata la
scelta della borsa. Perché Carola è una designer di borse ed era ovvio che
avrebbe dato un’occhiata critica alla mia scelta.
Ho conosciuto
Carola ed il suo brand Carola Roma attraverso Instagram ed ha subito
suscitato grande interesse in me. Ed eccomi ad incontrarla in un caffè in pieno
centro a Roma, per parlare del suo brand, dei suoi progetti e di Roma.
Raccontami della tua attività: quando e come è nata l'idea di creare
questo brand? Le tue esperienze professionali precedenti?
Quando ero piccola mi piaceva
la moda in generale, facevo sempre degli schizzi, etc. Poi crescendo mi sono
autocensurata, da sola, in modo spontaneo. Mi è venuto un rigore negli studi.
Non ho mai dato grande credito alle mie doti artistiche. Pensavo di lavorare
nella moda, ma a livello gestionale. Così dopo il Liceo linguistico
ho conseguito la laurea specialistica in Economia e Management seguita da un’esperienza lavorativa
nel marketing e dal Dottorato in Innovazione e Tutela dei Consumatori
all’Università Roma Tre.
Poi ad un certo momento,
quasi per gioco ho iniziato a fare le borse. In realtà sono la mia ossessione,
oltre che la mia passione. È un accessorio fondamentale, con cui ci si può
sbizzarrire. Così ho iniziato a farle io, curare la creazione e lo sviluppo dei
prototipi di borse prevalentemente di stoffa e di plastica usando materiali di
recupero e seguendo così le mie idee riguardo la tutela dei consumatori,
l’ambiente e l’innovazione. Poi ho conosciuto un laboratorio e così ho
cominciato a fare le borse in pelle. Infine tutto questo mi ha portato a
lanciare il mio brand di borse e accessori, Carola Roma, nel gennaio 2014, meno
di un anno fa.
Che cosa definisce e distingue il tuo brand dagli altri?
L’artigianalità, ogni modello
è Made in Italy, interamente sagomato a mano in un laboratorio nel centro di
Roma. La ricerca di materiali, pellami, tessuti ecologici, innovativi e
tecnici. La cura per i dettagli inaspettati. La qualità. La voglia di superare
la monotonia dell’omologazione.
Come si crea una borsa? Da che cosa si parte, da un'idea, una storia, un'emozione?
Quali sono le cose che ti ispirano?
Come brand e come persona
sono molto flessibile. Quindi creo a secondo del momento, della necessità,
delle esigenze.
Io sono una pagina bianca,
non ho studiato moda o design a livello di storia. Ovviamente ho il mio
bagaglio culturale, però ho studiato tutt’altro. Ne sono comunque contenta,
perché mi permette di fare tante cose anche da sola in questo momento. E sono
molto concreta. Mi definisco una creativa pragmatica.
L’ispirazione per la
collezione estiva nasce dalla mia città, Roma, dalle cose che mi da. In
primavera-estate a Roma ci sono degli odori, dei colori che ispirano
tantissimo. Ho viaggiato molto, spero di viaggiare ancora di più, ogni città ha
la sua peculiarità e Roma ha queste cose.
Questo un po’ meno, perché
comunque chi osa in strada osa sempre in modo omologato. Anche chi vuole essere
diverso lo fa come lo fanno a New York piuttosto che a Londra, basta vedere Instagram
per notarlo.
Mi ispiro molto dalla
praticità che devono avere le mie creazioni. Ad esempio, sono sempre sul
motorino, ho proprio necessità pratiche della tasca, dell’apertura, dei
manici. Il mio zaino Amanda ha quattro moschettoni che permettono di spostarne
i manici e utilizzarlo sia come borsa a spalla sia come tracolla. Le mie borse
hanno vari utilizzi e sono molto leggere.
Più che la strada sono le mie
amiche che mi suggeriscono delle idee, magari mi dicono “mi servirebbe questa
cosa” oppure “ho sempre desiderato questo modello”. Insomma, creando cerco di
combinare tutte queste ispirazioni e così nasce qualcosa solo mio.
Usi anche dei materiali di riciclo?
Sì, ad esempio
uso le sacche del caffè di iuta. Le tratto personalmente, le lavo,
le faccio asciugare ed essiccare due volte. È un processo per togliere
l’odore e irrigidire la iuta. E poi le cucio e ne faccio degli accessori. Così le
sacche del caffè si trasformano in accessori, lo trovo bellissimo e
una idea contemporanea. Tra l’altro anche il prezzo è facilmente
accessibile.
Un altro esempio: con le
parti che rimangono dalla produzione delle borse e dai così detti scarti di
pelle (anche se, a dir la verità, chiamarli scarti è davvero diminutivo) faccio
dei bracciali di pelle. Insomma, mi ingegno sempre con nuove idee per poter
sprecare meno possibile.
Che altro entra nella tua linea di accessori?
A parte i bracciali adesso
sto facendo anche collane, portafogli, portachiavi, agende, di vario tipo.
Tutto in pelle. C’è anche il prodotto uomo. Ad esempio, c’è una borsa nella
nuova collezione, una borsa da lavoro, da giorno che è unisex.
Crei anche su ordinazione, prodotti custom-made?
Sì, certo. Ad
esempio, una ragazza mi ha contattato, voleva un secchiello senza frange. Altri
mi chiedono magari un colore particolare. Vado sempre incontro a queste
richieste.
Credo tantissimo nella
personalizzazione come il futuro del lusso. Secondo me il vero lusso, al di là
del costo, è l’unicità. Avere qualcosa che hai solo tu. È una cosa davvero
impagabile. Purtroppo siamo nel periodo della globalizzazione totale, quello
che vendono a Roma lo vendono anche a New York o Barcellona. Si perdono i
prodotti e i posti particolari. Questo va bene al livello economico, ma va male
per quanto riguarda l'artigianalità. Anche se devo dire che in Italia con la
crisi si è riscoperto tanto il lato artigianale, le persone si sono messe molto in
discussione per tornare a fare cose che non faceva più nessuno. La gente vuole
avere le cose uniche.
La fascia dei prezzi delle tue borse?
Partiamo dai 190 euro fino al
massimo 350 euro. Spesso quando mi contatta un cliente fisso c’è anche un
prezzo particolare, con lo sconto, perché preferisco incentivare le persone con
cui comunque nasce un rapporto diretto.
Dove si possono acquistare i tuoi prodotti?
Da Bagheera (in via
Antonelli, 26 ai Parioli) e sullo shop online appena lanciato sul mio sito. Anche da Facebook si potrà
accedere all’e-shop.
Comunque sto puntando tanto
all’estero con il mio prodotto. Mi interessa molto anche il mercato russo,
spero di trovare presto un partner valido.
Quale è il tuo modello di sviluppo?
Diciamo che la mia ambizione,
forse anche da economista, è crescere, sviluppare produzioni più grandi a
livello di numeri. Questo sicuramente richiede una organizzazione a livello di
business diversa, investimenti diversi. Certo, l’andamento dipende da tante
cose, anche dalla mia vita personale. Per il momento per andare in questa
direzione ho già fatto alcuni passi: ho l’ufficio stampa a Milano, spero di partecipare a fiere importanti l’anno prossimo. Comunque il passo dall’artigianalità alla grande produzione è molto complicato. Anche la distribuzione ha un suo ruolo. Posso
aumentare la produzione, ma poi devo sapere dove vendere i miei pezzi. Insomma,
a volte è davvero difficile, perché non sai quale passo fare prima: devo
prima produrre o devo prima distribuire? Vediamo come vanno le cose, ma
comunque la volontà è tanta.
Hai mai avuto qualche brand come punto di riferimento?
Sicuramente uno dei brand che
ho amato più di tutti, soprattutto da acquirente, è stata Prada al livello di
accessori. Mi piace molto il suo stile. Giocano molto sui dettagli, sui colori o sulle fantasie più che sulla forma.
Adesso ovviamente non porto più le sue borse perché devo promuovere le mie
(ride), ma mi sono sempre piaciute.
Dovendo scegliere un solo prodotto o modello di Carola Roma, quale mi
consiglieresti?
Tutto è partito dal modello
con il manico di frange, la Colette, che adoro. Però poi nell'uso di tutti i
giorni non posso fare a meno dello zaino, il modello Amanda, e vedo che molti
dei miei clienti si affezionano proprio a questo modello, ricevo tantissimi
feedback positivi. È buffo perché quando andavo al liceo boicottavo lo zaino ed
erano anni che non lo usavo ed anzi lo trovavo una cosa poco fashion. Ma poi ho
scoperto che è comodissimo. Ormai sono legata a questo modello e non riesco a
farne a meno.
Si chiama Gravity ed è
dedicata allo spazio ed al movimento e presenta borse e accessori dalle forme
armoniche e innovative, versatili e ricercate. La collezione racconta la
leggerezza e l’assenza di forza gravitazionale dell’oggetto, ma nello stesso
tempo la forte attrazione che esso esercita. Gravity è qualità, forme e
dettagli per appassionare e stupire.
Ho presentato la collezione a
Simonetta Gianfelici (ideatrice e curatrice del progetto Room Service) a
ridosso di novembre e mi hanno incluso tra i dodici designer partecipanti alla
loro iniziativa Room Service dell’edizione gennaio 2014 che si svolge
nell’ambito di AltaRomAltaModa.
Durante questo evento, che
durava 3 giorni, venivano presentate le preview delle collezioni AI 2014-15 seguite
dai private sale. È stata un’ottima vetrina, laboratorio di idee e la
possibilità di incontrarsi direttamente con la stampa ed i compratori, avere il
loro riscontro diretto.
È stata la mia prima
esperienza nella presentazione della mia collezione ad un pubblico allargato.
L’esperienza è stata molto bella e positiva. La partecipazione in
AltaRomAltaModa è stata un biglietto da visita importante. Ti dà
un’affidabilità maggiore, un sigillo di una qualità selezionata da AltaRoma. Ho
avuto un buon riscontro del pubblico. Sono stata molto contenta.
So che collabori anche con Antonello Colonna
Vallefredda resort.
Sì, per loro ho
fatto alcune cose, tra cui una borsa che sta nella suite e che l'ospite può
portare nella spa, in piscina. Ho fatto anche i portachiavi per loro. Loro
stanno sviluppando un corner dove probabilmente ci sarà anche il mio marchio.
Il tuo rapporto con Roma?
Roma è la città dove sono
nata, dove ho vissuto anche se ho avuto un po’ di spostamenti, ma qui ho voluto
tornare nonostante ho vissuto in posti bellissimi, prima a Barcellona, poi a
Stoccolma.
Diciamo un po’ per il mio
family background (mia mamma è insegnante di inglese ed è
filoanglo-sassone) ho un forte senso critico nei confronti di questa città. Con
Roma è un rapporto amore-odio, dove l’amore vince quasi sempre. Magari sei
stressato dal traffico ma poi giri l’angolo e vedi un tramonto talmente bello
che dimentichi tutto. L’atmosfera di Roma è davvero speciale.
Qualche tuo indirizzo o posto preferito a Roma?
Vivo il centro storico di
Roma tutti i giorni, vivendo a Monti e avendo il laboratorio vicino a Campo dè
Fiori. Il centro è molto bello, ma è anche molto caotico.
Il posto dove mi rilasso
davvero è Villa Borghese, vado spesso lì con il mio ragazzo, lui va a correre
ed io approfitto e vado con lui, magari sedendomi con un libro in uno dei
caffè.
Come musei mi piacciono
moltissimo il Palazzo delle Esposizioni e Ara Pacis, anche come strutture
architettoniche.
Fotografie per gentile concessione di Carola Roma